Alatri, “questo c’è se vi accontentate”

La maggioranza ufficializza il rifiuto dell'ultimatum di FdI. Come anticipato: niente presidente d'Aula e niente rimpasto. Al limite qualche delega. FdI è delusa. E potrebbe sfiduciare il presidente Vinci. E c'è un clamoroso precedente

Massimiliano Pistilli

Informare con umiltà e professionalità

La risposta ufficiale è stata consegnata questa mattina. E poi resa pubblica. Accompagnandola con una postilla umida di risentimento. Il sindaco Maurizio Cianfrocca ha mandato a dire a Fratelli d’Italia che lui il rimpasto non lo fa. E nemmeno gli dà la presidenza del Consiglio Comunale. Se si accontentano gli mette e disposizione qualche delega.

Due pagine scritte nel linguaggio della fermezza istituzionale, senza cedimenti di fronte all’ultimatum con cui FdI aveva concesso sette giorni per avere una risposta. Minacciando altrimenti di sentirsi libera da vincoli di sostegno al sindaco. (Leggi qui: Rimpasto, si va allo scontro: respinto l’ultimatum di FdI).

È nella postilla allegata al documento una volta postato su Facebook che sta il risentimento del sindaco di Alatri.Trovo giusto porre a conoscenza della Città il documento che, a nome della coalizione che rappresento, ho appena consegnato, a mano, al coordinatore di FDI Damiano Iovino”. Poi il passaggio in cui Cianfriocca si toglie il sassolino dalla scarpa: spiega che quel documento è “in risposta alle richieste “anticipate” prima per mezzo stampa e solo dopo, pervenute ufficialmente al destinatario”.

L’ultimatum respinto

Maurizio Cianfrocca

Prima c’è l’aspetto amministrativo. Fratelli d’Italia chiedeva un cambio di passo su tre punti chiave. Maurizio Cianfrocca risponde partendo da lì.

In primis la Ztl. Il primo aprile sarebbe entrato il nuovo orario dalle 20.30 ma FdI aveva chiesto di fare marcia indietro e così è stato. Resta lo stop alle auto dei non residenti dalle 21.30. Inoltre fanno sapere dalla maggioranza i passi carrabili dal 2024 non si pagheranno piùcome già previsto dal programma elettorale”, saranno sbloccati molti cantieri, in arrivo un nuovo regolamento per i dehors, previste agevolazioni ai commercianti per il Suapcosì come lo scorso anno”. Le telecamere al semaforo di Tecchiena non verranno tolte perché stanno funzionando: ora le multe sono crollate proprio perché gli automobilisti stanno rispettando i segnali. Si farà il chiosco sull’Acropoli. “Decisioni attese da anni e che non sono mai state prese” afferma un esponente della coalizione lealista.

Rimpasto? Il sindaco “mette a disposizione del Gruppo Fratelli d’Italia le deleghe a Pubblica istruzione, Affari generali, Personale, Verde Pubblico e Parchi”. Nulla di strategico, nulla di prima fascia.

E ricorda che FdI ha già la sua parte. Perché “detiene già la delega ricoperta dall’assessore ai Servizi Sociali Umberto Santoro ed altre due ricoperte dal Consigliere Mattia Santucci (Terzo Settore e Politiche Giovanili) che è anche presidente della commissione Servizi Sociali e delegato del Comune al Gal. Poi, solo per completezza, ricorda che “all’inizio della consiliatura i consiglieri Antonello Iannarilli e Gianluca Borrelli rifiutarono rispettivamente sia un assessorato che l’assegnazione di qualsiasi delega o incarico”.

La delusione di FdI

I consiglieri FdI Borrelli, Iannarilli, Santucci e il coordinatore Iovino

Se sul piano amministrativo c’è una linea di sostanziale dialogo, sul piano politico (presidenza del Consiglio e assegnazione di una o più deleghe pesanti come Cultura, Lavori pubblici o Urbanistica) nella maggioranza è prevalso il fronte del no alle richieste di Fratelli d’Italia.

Fratelli d’Italia è delusa e pensa come soluzione estrema alla mozione di sfiducia. Verso chi? Il Presidente del Consiglio Comunale è l’obiettivo dichiarato da settimane. In fondo le vere richieste, al di là di un cambio di passo amministrativo, sono state respinte al grido “questa è la squadra votata dalla città e non si cambia, occorre collaborare insieme.

Che farà a questo punto Fratelli d’Italia. Accogliere quanto emerso nel vertice di mercoledì parrebbe una sconfitta politica e allora si riflette. C’è l’ipotesi di ritirare l’assessore ai Servizi Sociali e dare un chiaro segnale politico.

Ma ci potrebbe essere anche un’altra strada. Più di rottura. Quale? Visto l’obiettivo dichiarato e scritto, e cioè, ottenere la carica di Presidente del Consiglio oggi occupata dal civico Sandro Vinci, potrebbe essere formalizzata una mozione di sfiducia. Chiaro che sarebbe un passo rilevante e che potrebbe aprire scenari impensabili. Ovviamente servirebbero i voti delle due minoranze (Pd e Polo Civico). Ma in primis una richiesta formale con convocazione di un Consiglio, se ci sarà.

Le prossime ore diranno se sarà questa la strada o se siamo nell’ambito della fantapolitica. Se sarà così torna alla mente un precedente. Quale?

Il precedente del 2005

Adele Ferro nel 2005 mentre vota la sfiducia

Il 26 settembre del 2005 era sindaco Giuseppe Morini (Programma Alatri), eletto nel 2002, dopo i due mandati di Patrizio Cittadini che però mantenne un ruolo di primo livello: quello cioè di guidare l’assise civica. Dopo la sbornia civica la politica, con suoi pregi e difetti, tornò lentamente protagonista e le minoranze di centrodestra, allora c’erano in queste fila Roberto Addesse, Gianni Padovani, Antonello Iannarilli mentre sul fronte della maggioranza Fabio Di Fabio, riuscì ad aprirsi un varco nella coalizione di governo anche grazie al lavoro sottile dell’indimenticato Gianfranco De Santis

Convinsero Adele Ferro (eletta in maggioranza) a diventare Presidente del consiglio. E così si arrivò alla conta, drammatica: con la Ferro che con il suo voto decisivo determinò la sfiducia a Cittadini da quel ruolo e grazie all’opposizione diventò presidente del consiglio. 

Cosa accadde? Morini, allora legatissimo a Cittadini si dimise per solidarietà, e si aprì una crisi. Saltarono tutti i tentativi di ricucire come quello di chiedere alla Ferro di dimettersi e farsi eleggere dalla maggioranza. Non accadde. Si arrivò alle dimissioni di massa e l’arrivo del commissario. Uno scenario, diciamolo, non attuale ma questo accadde.

Ecco perché se arriverà la mozione di sfiducia potrebbe aprirsi uno scenario impensabile ad oggi. Nel frattempo i pompieri sono al lavoro ma la strada è irta di ostacoli. E la città è in attesa. Non solo per l’imminente Venerdì Santo