Alatri, «Se vinco la governo così»

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Artigianato, commercio, piano di sviluppo industriale. Queste alcune delle domande che gli associati di ConfimpreseItalia hanno deciso di rivolgere ai sei candidati sindaco di Alatri. Quesiti che sono stati posti agli aspiranti alla fascia tricolore, ma non tutti i candidati hanno deciso di rispondere alle domande sottraendosi, così, a un momento di confronto democratico. Per questo ConfimpreseItalia inviterà a votare coloro che hanno accettato di misurarsi con i cittadini.

 

1. Alatri è la città delle mura ciclopiche, ma anche del piccolo e medio commercio e delle botteghe. Come rilanciare tutto questo comparto, puntando magari anche a una sinergia con il turismo?
Riccardo Gatta: “Il piccolo commercio, in una città come Alatri, non può che essere legato al turismo. Il turismo e il piccolo commercio, comprendendo in questo ristorazione ed attività alberghiera, potranno costituire grosse opportunità di lavoro se creeremo eventi culturali e ludico-culturali e se disegneremo percorsi turistici “ciociari”. Il nostro programma, in questo contesto, è ricco di proposte concrete. Vada chi vuole approfondire su www.alatri5stelle.it”.
Antonello Iannarilli: “Il nostro obiettivo è rilanciare il turismo; sosterremo l’apertura di nuove attività commerciali e artigianali, e riporteremo alla ribalta i prodotti enogastronomici tipici. Il nostro progetto punta alla promozione di nuovi B&B ed alla creazione di nuovi eventi con cadenza mensile dando spazio a mostre, mercatini e rappresentazioni storiche e folcloristiche. Rivaluteremo la nostra terra e le nostre origini”.
Luciano Maggi: “Il turismo può essere un’ottima spinta per il commercio del centro storico, penso al vicolo degli artisti che possono creare, artigianalmente, souvenir stupendi. Ma penso anche agli altri commercianti, e credo che si debba incentivare con gravi sulle imposte locali”.
Tarcisio Tarquini: “La prima misura è restituire attività ed abitanti al centro storico, dove si è manifestata in modo più profondo la crisi del piccolo commercio e delle botteghe. Due i provvedimenti strategici: un piano di recupero abitativo, indirizzando tutti gli investimenti, sul patrimonio edilizio dismesso e, contemporaneamente, un piano particolareggiato che preveda norme che facilitino le botteghe storiche, in modo da permettere la permanenza o la trasmissione di attività commerciali e artigianali altrimenti destinate a finire o non rinnovarsi”.
Giuseppe Morini: “Abbiamo attivato strumenti amministrativi per facilitare l’accesso alle attività commerciali e artigianali, per le ricadute sul turismo. Sono stati avviati corsi di artigianato nell’offerta formativa dell’I.I.S. Sandro Pertini. Anche l’attivazione dell’indirizzo Tecnico-Cartario è un’azione mirata a quell’obiettivo, come anche l’istituzione di un contributo in conto affitto per le nuove attività nate in aree ad alto interesse turistico e commerciale”.

 

2. Nell’area nord della provincia l’Accordo di programma è fallito e non esiste un Piano di rilancio industriale. Nel suo piccolo un Comune come Alatri cosa può fare?
Riccardo Gatta: “L’industria ad Alatri ha avuto sempre un ruolo marginale. Oggi, causa la globalizzazione, sta lasciando la Ciociaria. Il M5Stelle ritiene che le ricchezze artistiche e naturalistiche debbano costituire l’ossatura per una “nuova” industria: il Turismo. Un’industria sostenibile può anche svilupparsi realizzando filiere chiuse intorno alla trasformazione dei prodotti tipici della nostra terra e a nuove colture come la canapa i cui derivati spaziano dall’industria farmaceutica a quella dell’edilizia”.
Antonello Iannarilli: “Non ho mai creduto in quell’accordo di programma; ad Alatri deve essere ricreata un’area industriale e commerciale e, prima che l’ASI approvi il nuovo piano nel 2018, noi avremo già approvato entro il 2017 la nuova area in zona svincoli sulla superstrada”.
Luciano Maggi: “Il rilancio industriale mi è a cuore, infatti intendi approvare un piano regolatore nel quale intendiamo fare ampliamenti di zone industriali e darle in concessione agli industriali che garantiscono una produzione e occupazione locale per almeno 10 anni”.
Tarcisio Tarquini: “L’accordo di programma è fallito perché ha puntato sulla grande impresa e non ha misurato finanziamenti e strumenti per sostenere la imprenditorialità più piccola, legata al territorio. Il fatto è che i 91 milioni di euro previsti dall’Accordo sono rimasti inutilizzati. Forse qualcosa i comuni, compreso quello di Alatri, avrebbero potuto farlo spendendosi istituzionalmente per evitare che si imboccasse una strada fallimentare. Io dunque cercherei di far prevalere questo diverso punto di vista”.
Giuseppe Morini: “Si può solo investire sulle attività (artigianato, commercio e servizi di supporto), sul turismo culturale, religioso, enogastronomico ed ambientale. Con un’agricoltura di nicchia si potranno valorizzare i nostri prodotti tipici d’eccellenza. Al visitatore occorre offrire una città accogliente e una serie di prodotti di qualità da comprare. Occorre che tutti si rimbocchino le maniche e lavorino in sinergia, istituzioni e società civile; non tutto può essere demandato all’Amministrazione”.

 

3. E’ possibile prevedere un piano di incentivi e sgravi fiscali per gli artigiani, sia per quelli che decidono di “resistere” che per quelli che vogliono provarci ancora?

Riccardo Gatta: “E’ un obbligo intervenire per alleggerire il carico fiscale degli artigiani perché la tassa è un tributo che si è tenuti a versare in relazione all’utilità che si trae da un’attività e/o servizio pubblico. Oggi non è così. Artigiani ma anche commercianti ed altre categorie, pagano molto più del dovuto. Riducendo, come sappiamo di poter fare, i costi da cui derivano le tasse locali saremo in grado di ridurre le relative tariffe/aliquote, non solo agli artigiani ma all’intera cittadinanza”.
Antonello Iannarilli: “Certo, soprattutto nel centro storico. Nel nostro comune vantiamo la presenza di innumerevoli artigiani, scultori e pittori, e solo valorizzando le loro doti artistiche riusciremo a riportare notorietà alla nostra terra. Punteremo all’apertura di nuove attività che possano fidelizzare il turista”.
Luciano Maggi: “Come per gli industriali anche per gli artigiani è possibile studiare un piano di incentivi valido perché c’è bisogno di lavoro per tutti”.
Tarcisio Tarquini: “Penso che siano necessari, anche se non sufficienti: utili, probabilmente, più per chi decide di resistere che per chi intende provarci. Si potrebbe, per esempio, utilizzare la riduzione dei costi dello smaltimento dei rifiuti per agevolare le attività produttive. Il fatto è che il contratto con la ditta che gestisce i rifiuti non prevede benefici né per i cittadini né per le imprese”.
Giuseppe Morini: “Nel mio programma amministrativo ho riproposto il contributo in conto affitti per locali del centro storico da destinare a quelle attività. Con questa misura, tra l’atro già avviata nel 2015, si riattiva innanzi tutto l’attività edilizia per il miglioramento ed efficientamento degli immobili e successivamente il commercio e l’artigianato specifico, con preferenza del settore artistico. A mio avviso questi settori sono il volano di ripresa per l’intera economia del paese”.

 

4. Cosa bisognerebbe fare per legare davvero gli investimenti privati con progetti pubblici?
Riccardo Gatta: “E’ necessario che i progetti pubblici partano dalle reali esigenze del territorio e non che siano spinti da ragioni speculative. Solo così la comunità territoriale (dalla città all’intero Paese) ne trarrà benefici oggettivi. Viceversa è evidente che l’investitore privato godrà sempre e comunque degli utili e scaricherà le perdite sul pubblico. Se si guarda un po’ più lontano ci si rende conto che in un paese che spreca risorse, nessuno più sarà capace di generare ricchezza”.
Antonello Iannarilli: “Dobbiamo puntare la nostra attenzione alla creazione di nuovi posti di lavoro e prestare attenzione ai Bandi europei, spesso volti all’innovazione ed al rilancio dei comuni rurali. E’ necessaria la pianificazione delle infrastrutture perché possono essere utilizzate da varie attività multifunzionali di lavoro e prestare attenzione ai Bandi europei, spesso volti all’innovazione ed al rilancio dei comuni rurali. E’ necessaria la pianificazione delle infrastrutture perché possono essere utilizzate da varie attività multifunzionali”.
Luciano Maggi: “A tale riguardo si potrebbe, lavorando sinergicamente comprare, ristrutturare e dare in gestione l’ospedale vecchio sito in Piazza regina”.
Tarcisio Tarquini: “Innanzi tutto, facendo progetti pubblici in grado di richiamare l’interesse economico dei privati e del cosiddetto privato sociale. Il project financing potrebbe essere lo strumento contrattuale giusto per realizzare finalmente opere pubbliche, come i parcheggi a servizio del centro storico, finora solo evocati. Ma richiamo anche l’importanza del ricorso, consentito dalla legge, alla partecipazione dei cittadini per la cura e la ristrutturazione di spazi pubblici”.
Giuseppe Morini: “Creando una cultura imprenditoriale soprattutto nei giovani, poiché con la crisi dell’industria e del terziario non esiste più, il mito del posto fisso e il destino di ciascuno di noi è nelle nostre mani. Sarà inevitabile inventarsi nuove occasioni ed opportunità di occupazione. L’amministrazione funge da coordinamento, ma deve esserci la risposta dei privati per le risorse economiche. L’albergo diffuso, i contratti di quartiere ed il Gruppo di Azione Locale (GAL) sono degli esempi”.

 

5. Le aziende che investono in formazione possono essere premiate?
Riccardo Gatta: “E’ giusto premiare le aziende che investono in formazione a condizione che si sostengano programmi con obiettivi concreti e con docenti all’altezza. In Italia solo il 25% delle imprese investe in formazione, per lo più indirizzata a giovani e a neoassunti a fronte di una media europea del 60%. E’ necessario trovare le risorse per formare e aggiornare anche lavoratori più avanti negli anni affinché questi non escano anzitempo dal mercato del lavoro con gravi ripercussioni economiche e sociali”.
Antonello Iannarilli: “Assolutamente si; i giovani devono essere esclusivamente formati con progetti innovativi e non con corsi di formazione fini a se stessi che non danno la possibilità di trovare un impiego. Oggi, come dice Checco Zalone, non esiste più il culto del posto fisso e dobbiamo adeguarci al mercato reiventando il mondo del lavoro”.
Luciano Maggi: “Si possono essere premiate con degli sgravi o incentivi”.
Tarcisio Tarquini: “La prima azienda a dover ricorrere a un ampio progetto di formazione è, a mio avviso, la macchina comunale che deve essere riorganizzata e perciò ha bisogno non solo di nuove procedura ma soprattutto di nuova cultura organizzativa. Certamente considero utile promuovere protocolli specifici che riconoscano premi alle imprese che non solo investono nella formazione dei propri dipendenti ma, soprattutto, nella formazione dei giovani nell’ambito dell’alternanza scuola-lavoro”.
Giuseppe Morini: “Devono essere premiate assolutamente, l’Amministrazione che presiedo ha già sperimentato questo metodo con successo, nella formazione di Guide Turistiche. Anche il progetto Job che prevedeva l’inserimento di giovani in attività imprenditoriali. Grazie ai nostri progetti sono nate due nuove realtà lavorative, una in proprio ed una alle dipendenze”.

 

6. Tre progetti concreti (e finanziabili) che può fare nei primi cento giorni.
Riccardo Gatta: “Chi fa carriera e non servizio politico è attivo nei primi e negli ultimi 100 giorni del mandato; in mezzo normale, mal gestita amministrazione, opere costose e inutili. Il M5Stelle amministrerà, con continuità e trasparenza. Da subito 2 non 3 cose: 1 Blocco delle opere inutili (es. Edificio comunale) rimodulazione, non azzeramento, delle spese per opere necessarie (es. area mercato di Tecchiena) 2 Uffici amministrativi riorganizzati e potenziati indispensabili per un’amministrazione efficace”.
Antonello Iannarilli: “L’accreditamento del Comune alla Regione per far diventare il comune ente di orientamento al lavoro come prevede la normativa regionale. La possibilità di creare una struttura a sostegno delle famiglie in difficoltà economiche; la Pubblica Amministrazione deve andare incontro alle esigenze di questa fascia sempre più ampia della popolazione: 1. rimodulando le attuali fasce ISEE al fine di ottenere una maggiore giustizia sociale; 2. introducendo nuove agevolazioni per le famiglie; 3. sostenendo le associazioni di volontariato. Ci proponiamo, inoltre, di attivare progetti integrati di sviluppo sociale, in particolare per giovani, donne, anziani e diversamente abili. L’approvazione per la realizzazione di gazebo provvisori sia per attività commerciali da dislocare nel centro storico, sia per attività parallele da affiancare ai locali già esistenti. Tale approvazione permetterà di implementare il commercio anche durante il periodo invernale”.
Luciano Maggi: “Lancio la sfida: installazione di impianti fotovoltaici; parcheggio San Francesco; rotatorie, soprattutto nelle uscite della superstrada”.
Tarcisio Tarquini: “Indico un solo progetto, che verrà finanziato con il mio emolumento di sindaco, a cui rinuncio. Quello che i giovani di Alatri, con le procedure della democrazia partecipativa, ideeranno e sceglieranno per segnare l’inizio di un loro nuovo rapporto con le istituzioni locali”.
Giuseppe Morini: “Avviamento della realizzazione del Parcheggio di San Francesco, in attesa da oltre 10 anni; l’avviamento delle opere per l’area polifunzionale di Tecchiena Osteria (area mercatale), il completamento della scuola materna di Basciano, il rifacimento della pavimentazione di Corso Umberto e la prosecuzione nel potenziamento della manutenzione della strade del territorio.