Albino, l’immagine sullo sfondo che regge le geometrie di Zingaretti

Il grande tessitore di Nicola Zingaretti. Albino Ruberti è l'uomo che agisce nell'ombra. Odia i riflettori. Ma ama scrivere la sceneggiatura e guidare la regia. C'è la sua mano dietro alla recente operazione che rimette in carreggiata la Bonifica nel Lazio. Dopo avere riformato il Diritto allo Studio, i Consorzi Industriali e le Comunità Montane

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Nell’affresco sono una delle figure di sfondo. Al centro campeggiano il Papa, l’imperatore, i cardinali e i principi d’Europa. Ai margini, gli agenti discreti e invisibili, che fanno capolino dietro le diarie e le corone. Ma che in realtà reggono l’intera geometria del quadro, lo riempiono e, senza lasciarsi scorgere, consentono a quelle teste di occuparne il centro”. (da Q – Luther Blisset – pag. 422)

Nell’affresco di Nicola Zingaretti la figura sullo sfondo ha un nome preciso: Albino Ruberti. È lui a reggere l’intera geometria del quadro, riempiendolo di contenuti senza lasciarsi scorgere. C’è la sua mano dietro agli accordi strategici che hanno consentito allo Zingaretti II di prendere vita e forma. Lui è il felpato uomo nell’ombra che ha preparato i terreni del dialogo con i Cinque Stelle, sul quale si sono mossi alla luce del sole Daniele Leodori (all’epoca presidente del Consiglio) e Mauro Buschini (al tempo capogruppo Pd). Lui è il fine diplomatico che senza apparire ha percorso le linee avversarie di Forza Italia e disinnescato le mozioni di sfiducia contro il Governatore. C’è la sua mano dietro a quasi tutti gli equilibri nascosti tra le righe dei testi di legge che finiscono in Aula e vengono approvati senza troppi battibecchi.

Albino Ruberti Foto © Paolo Cerroni / Imagoeconomica

Gli ultimi equilibri li ha costruiti sulla legge che tutela la Cultura e la difende dalle conseguenze del coronavirus. (leggi qui Niente macerie per la Cultura: nel Lazio parte il piano di salvataggio). E sul provvedimento diventato il bazooka di Zingaretti caricato con 6,8 miliardi di euro per rimettere in moto tutta l’economia regionale. (leggi qui Zingaretti usa il bazooka: 6,8 miliardi nei cantieri per far ripartire il Lazio).

Pochi sanno che anche le cartucce di quel bazooka contengono degli equilibri. Uno dei quali ha spianato la strada alla presidenza di Sonia Ricci alla rinnovata Associazione dei consorzi di Bonifica: trasformati nell’ultimo anno, grazie all’opera del direttore Andrea Renna, da carrozzoni che aprivano l’acqua agli agricotlri a sentinelle contro i cambiamenti climatici ed i disatri ambientali (leggi qui Prima i soldi e poi il presidente: Sonia Ricci al timone di Anbi Lazio).

Un cognome pesante portato con disinvoltura: papà Antonio Ruberti è stato rettore dell’Università La Sapienza di Roma, ministro dell’Università e Ricerca Scientifica, Commissario europeo. Lui non si è fatto prendere dal complesso edipico: non s’è fatto schiacciare dall’esigenza di superare una figura così inarrivabile. ne ha preso direttamente l’essenza. Colto, geniale, diplomatico senza essere curiale, affabile ma da saper prendere con le molle. Con  doti di sintesi e visione non comuni . E dotato di una memoria di ferro.

Albino Ruberti con Nicola Zingaretti

C’è tutto questo dietro alla scelta di Nicola Zingaretti quando ha deciso di prenderlo e metterlo a capo della sua struttura in Regione Lazio con i grandi di Capo di Gabinetto del Presidente. Compreso il fatto che Albino Ruberti non ama la ribalta. Vuole scrivere film e dirigerli per puntare all’oscar, non essere l’attore o il protagonista. Perché stare dietro alla macchina da ripresa darà meno notorietà ma consente di decidere la scena.

Chi ha lavorato con lui gli attribuisce un difetto: non ama mangiare, lo considera una perdita di tempo, a differenza di quelli che a tavola ci vedono la sede naturale per la democrazia di relazione. Il suo cibo è il lavoro. E lavorarci accanto non è semplice. Perché oltre ad essere colto e conoscere ogni segreto del difficile mondo della Cultura, è in grado di parlare con compiutezza dei conti e come farli quadrare, dei bilanci degli enti e come vanno interpretati, di Diritto e come vanno scritti i testi di legge.

È questo ad avergli consentito di tradurre in Legge il pensiero politico di Zingaretti quando ha chiesto di semplificare i consorzi industriali del Lazio, creando il Consorzio Unico ora affidato a Francesco De Angelis. Ad avere scritto le norme per la soppressione degli enti montani costringendo finanche l’eroico presidente dell’indomita Comunità Montana di Arce (pervicace alla liquidazione) Gianluca Quadrini ad ammainare la bandiera dal suo feudo personale e rassegnarsi a fare il commissario liquidatore solo dell’ordinaria amministrazione.

Albino Ruberti con Nicola Zingaretti e Luigi Di Maio al Ministero dello Sviluppo Economico Foto © Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica

Frequenta anche l’Aula del Consiglio e le Commissioni. Quando fiuta l’odore dell’imboscata politica si fa trovare al tavolo: impossibile smontarne le impalcature giuridiche. È grazie a lui che sono state raggiunte una serie di sostanziose transazioni capaci di rimettere in carreggiata la Bonifica, assicurare la sopravvivenza di musei e teatri, iniziare a ragionare in maniera unitaria sullo sviluppo industriale, riformare la legge sul diritto allo studio.

Senza che lo si sapesse. Perché nello scenario è una delle figure sullo sfondo. Ma è quella che regge l’architrave. E consente a Papi e Re di occupare il centro della scena.