Alfa Romeo: «Cassino Plant al centro della strategia»

Il Ceo di Alfa Romeo Jean Philippe Imparato assicura al Sole 24 Ore che Cassino Plant è al centro della strategia aziendale del Biscione.

Marco Barzelli

Veni, vidi, scripsi

Una prima luce in fondo al tunnel di Stellantis. L’ha accesa oggi il Ceo di Alfa Romeo: Jean Philippe Imparato. Al Sole 24 Ore ha assicurato che Cassino Plant, dove vengono assemblate Stelvio e Giulia, è al centro della strategia aziendale del Biscione. Qual è la strategia aziendale? Accelerare sull’elettrificazione e recuperare il terreno perso rispetto ai colossi made in Germania.

La strategia di Imparato

Alfa Romeo Tonale

Il Chief executive officer Imparato non ha alcun timore ad ammetterlo: «Il nostro benchmark sono le case tedesche». Come parametro di riferimento viene preso in primis quello della Volkswagen: leader europeo nel mercato delle auto elettriche e ibride. Secondo solo al sovrano mondiale del full electric: l’americana Tesla. Perché ormai è chiaro: è prendendo esempio da Germania e USA che si potrà salvare non solo il comparto automobilistico bensì l’intera industria della provincia di Frosinone. (Leggi qui L’uomo che sussurrava ai cavalli elettrici e anche qui La via degli Usa che salverà l’industria ciociara).

Imparato ha parlato del Suv Tonale: la prima Alfa Romeo elettrificata, prossimamente anche in versione ibrida. Sarà la prima auto Alfa Romeo nell’era di Stellantis. Sarà un biglietto da visita, un segnale ai mercati: la osserveranno tutti per capire se il nuovo gruppo sarà orientato alla qualità, all’innovazione. O al massimo risparmio. «Dobbiamo fare un lavoro ineccepibile – ha messo in chiaro il numero uno del Biscione -. Poiché avevamo la possibilità di beneficiare di tecnologie e sinergie di gruppo con Stellantis. Ho deciso di sfruttare questa possibilità per ottenere il miglior risultato possibile a livello di performance e di innovazione». Si riferisce alle tecnologie e sinergie garantite dalla francese PSA: la Peugeot Société Anonyme confluita in Stellantis assieme alla Fiat Chrysler Automobiles. Tonale, ibrido plug-in costruito a Pomigliano, sarà lanciato ufficialmente tra quasi un anno: nel marzo 2022.

Il ruolo di Cassino

Lo stabilimento di Piedimonte San Germano spiega Jean Philippe Imparato «è centrale nel piano di sviluppo». È il segnale che i sindacati aspettavano. Significa che il gruppo punterà con decisione su Cassino Plant e la sua capacità di realizzare automobili di qualità nel segmento premium. Non è un caso che Cassino sia stata scelta per essere la culla della nuova Maserati Grecale. Se ne vedono sempre di più sulla Casilina, sulla Cassino – Mare, sull’autostrada. Stanno macinando chilometri per testarne l’affidabilità, cercare ogni minimo difetto.

Che Alfa Romeo stia accelerando nel centro sud, con i nuovi piani per l’elettrico e l’ibrido, è una notizia che «farà molto piacere – ha dichiarato il Ceo Imparato – ai sindacati». (Leggi qui Stellantis/1 “Cassino Plant è lo stabilimento Fca che soffre di più” e poi qui Stellantis/2 Tridente ed elettrico: “Cassino ce la farà così, ma…”).

La Giulia GTA prodotta a Cassino Plant

Ora, però, bisogna correre verso la ricerca e lo sviluppo: garantiti sul territorio dall’Università degli Studi di Cassino e del Lazio Meridionale. Il cui spin-off E-lectra, l’azienda cassinate che mette in campo soluzioni avanzate per l’automotive elettrico, è detenuto al 54% dalla multinazionale Faist. E per il resto dai ricercatori-imprenditori Giuseppe Tomasso e Mauro Di Monaco: il primo è il fautore. Le tecnologie e le competenze di cui parla Imparato stanno già a Cassino.

Nell’area comprensoriale di Unindustria Cassino, il presidente Francesco Borgomeo sta già promuovendo la costituzione di una rete di imprenditori interessati al cambio di passo. A luglio Tavares lancerà ufficialmente il piano industriale di Stellantis. Nel mentre, però, verrà presentato un documento per dimostrare che a Cassino, sull’elettrico, si può anche ingranare una marcia in più: un nuovo comparto d’eccellenza che darebbe, sì, una vera e propria accelerata all’intero gruppo.

Unindustria Cassino, intanto, ascolta anche le preoccupazioni della politica. Ma sottotraccia sta già lavorando alla tanto vociferata transizione energetica dell’automotive: quella che consegnerebbe finalmente al passato le crisi industriali dell’indotto di Cassino Plant. (Leggi qui Stellantis, le preoccupazioni di Picano).