E alla fine gli dei caddero (di C. Trento)

Le elezioni di domenica hanno cancellato una classe dirigente. E disegnato un orizzonte politico del tutto diverso in provincia di Frosinone. Perfino gli dei scoprono il sapore amaro della sconfitta

Corrado Trento

Ciociaria Editoriale Oggi

Non si potrà fare finta di nulla. Nemmeno se qualche strano algoritmo dell’ultimo minuto dovesse far scattare un seggio nel Proporzionale.

Perché il dato politico in provincia di Frosinone è che un’ intera classe dirigente politica esce sconfitta dalle urne.

Ha perso Mario Abbruzzese, leader incontrastato di Forza Italia da anni. Hanno perso Francesco Scalia e Francesco De Angelis, da tempo immemorabile capi del Partito Democratico. Sconfitti perfino oltre le loro responsabilità politiche, che però ci sono.

Per Mario Abbruzzese un esito beffardo. Lui non si è nascosto, commentando il risultato con coraggio e annunciando un rinnovato impegno. Però Forza Italia ha bisogno di ripartire sul serio, magari attraverso un congresso vero che manca in questo territorio da troppo tempo. I successi alle comunali, perfino a Frosinone, avevano forse illuso che si potesse prescindere dal dibattito all’ interno del partito. Non è così. Ci sarà molto da lavorare, anche e soprattutto sul versante della selezione delle candidature. Fra l’ altro perfino in Ciociaria la Lega avanza. Ci saranno riflessi pure nei consigli comunali.

Scalia e De Angelis, invece, la partita l’ hanno persa nella fase delle candidature. Entrambi dirottati nei listini proporzionali. Francesco De Angelis in quello della Camera comprendente anche la provincia di Frosinone. Francesco Scalia in quello del Senato Collatino-Viterbo- Guidonia. Tutti e due in terza posizione (su quattro). Certamente con percentuali diverse del Pd i ragionamenti potevano essere diversi. Ma resta il fatto che i due leader del partito in provincia non hanno avuto una posizione blindata. Non De Angelis, che pure aveva portato molte truppe nell’ area di Orfini in questa provincia. Non Scalia, fedelissimo di Luca Lotti nel Pd renziano. È questo aspetto che deve far riflettere molto. I due Francesco non hanno la vocazione del “ gregario” . E se è vero che alle regionali comunque l’area di De Angelis domina nel Pd, non può bastare.

Fra l’ altro il dato elettorale in provincia di Frosinone segna una rivoluzione: Massimo Ruspandini (Fratelli d’ Italia) e Francesco Zicchieri (Lega) entrano per la prima volta a Palazzo Madama e Montecitorio.

L’ unico degli uscenti confermato è Luca Frusone, sull’ onda lunga del risultato del Movimento Cinque Stelle. C’è un cambiamento importante nella politica nazionale, che passa direttamente anche dal modo di comunicare di Luigi Di Maio e Matteo Salvini.

Il “centro” è stato spazzato via in tutte le sue sfumature.

Si volta pagina ad ogni livello, anche in provincia di Frosinone. La caduta degli dei c’ è stata. Non come un fulmine a ciel sereno però. I segnali non sono stati colti o non si sono voluti cogliere.

La domanda è: adesso che succede? Si aprirà davvero una fase diversa, finalizzata al ricambio della classe dirigente oppure si andrà avanti come se nulla fosse successo? Non è questione di “ rottamare” nessuno. Peraltro il verbo adesso non va neppure più di moda. Nei partiti ci si sta nella buona e nella cattiva sorte, anche con ruoli diversi.

Però indubbiamente sia nel Partito Democratico che in Forza Italia in questi anni le analisi vere non sono state effettuate. Mai. Alla fine però la campana è suonata. E perfino gli dei hanno scoperto il sapore amaro della sconfitta.