Allarme da Nairobi: Mattarella chiama, Frosinone risponde

Il richiamo arrivato da Nairobi con le parole del presidente Mattarella sui cambiamenti climatici. A Frosinone Egaf li ha inseriti nella sua mission. Le preoccupazioni. Buschini: "Manca un piano di riferimento nazionale che coordini i territori. Pronti a fare la nostra parte”

«Buongiorno a tutti in questa splendida giornata di pioggia» il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella questa mattina ha iniziato il suo intervento all’Università di Nairobi guardando il cielo del Kenia. Nei giorni scorsi aveva espresso la sua speranza di un cambiamento delle condizioni atmosferiche: solo la pioggia può portare la speranza di superare i gravi problemi legati alla siccità.

Tutto il suo intervento è stato dedicato ai cambiamenti del clima. E da Nairobi ci ha ricordato che siamo come le cicale che non si preoccupano delle cose in via di trasformazione. “Passi avanti sono stati compiuti. Tutto questo è sufficiente? Credo che, in tutta onestà, sia difficile rispondere positivamente a questa domanda. In segmenti della società e in alcuni Paesi non è presente il senso profondo dell’urgenza e della necessità di interventi incisivi“.

Il Capo dello Stato parla dal Kenia ma pensa all’Italia. E se qualcuno non lo avesse capito lo ricorda con chiarezza. Dicendo “Il Mediterraneo – mare in cui insiste l’Italia e regione che custodisce un patrimonio fra i più significativi anche in termini di ricchezza socio-culturale, grazie alla sua caratteristica unica di crocevia di tre continenti – è uno dei luoghi maggiormente in pericolo“. (Leggi qui).

Frosinone in linea con Mattarella

Sergio Mattarella con William Ruto, presidente del Kenya

Frosinone invece prende sul serio l’allarme lanciato dal presidente Mattarella. Al punto da mettere la lotta ai cambiamenti climatici nella mission principale dell’Egaf, il nuovo Ente per la Gestione dell’Ambiente. Nato come Egato e con il compito di organizzare la raccolta dei rifiuti in maniera integrata per tutti i Comuni: ha adeguato denominazione ed obiettivi già alle prime riunioni del Consiglio d’Amministrazione.

L’ente guidato dal presidente Mauro Buschini si sintonizzerà con la Regione Lazio, si interfaccerà con l’Associazione delle Bonifiche guidata nel Lazio dal presidente Massimo Gargano e dal direttore Andrea Renna. “Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – evidenzia ora Buschini – come sempre ha ragione. Ed anche da Nairobi ha avuto la capacità di indicarci un’urgenza che troppi stanno sottovalutando”. (leggi qui: Quelli che mettono i nipoti nel pentolone…).

Mattarella dice che tra poco rischiamo di avere problemi concreti. Israele ha messo a disposizione le sue evolutissime tecnologie per dissalare l’acqua marina. ma troppi non li stanno prendendo nella giusta considerazione. “I cambiamenti climatici stanno aumentando e avanzando rapidamente – ammonisce ora Buschini – ma l’Italia, il Lazio, la provincia di Frosinone, sono ancora molto indietro sui Piani di adattamento. Manca un quadro nazionale di riferimento di definizione e di supporto delle strategie locali”.

Il rischio, fa capire il presidente di Egaf, è che ognuno vada avanti per conto suo.

Il Green report di Buschini

Mauro Buschini

Il modello messo in campo da Anbi lazio è stato efficace. Durante la scorsa legislatura in Regione Lazio ha accettato la sfida: fondi Ue in scadenza per finanziare i progetti in difesa del clima e dell’ambiente; ma tempi di esecuzione rapidissimi altrimenti tutto sarebbe tornato indietro nelle casse di Bruxelles. I progetti erano nel cassetto, i cantieri sono partiti in pochi mesi: le opere sono già in esercizio. “Dobbiamo agire con lo stesso pragmatismo. C’è un piano Bacini da non sottovalutare. Il nostro compito può essere quello di coordinare il territorio su progetti di area vasta. Soprattutto quello di far crescere una coscienza climatica sul territorio

Il 2022 è stato l’anno più caldo in Europa, la provincia di Frosinone ha sofferto in modo particolare. “La nostra condizione orografica fa sì che spesso Frosinone si trovi nelle città con bollino rosso ed esposte a particolare rischi dovuti alle ondate di caldo. È un tema da non sottovalutare, proprio alla luce del richiamo che in queste pre arriva dal Kenia”.

In concreto cosa pensa di fare Egaf? «La situazione è quella messa nero su bianco da Monica Salvia: tra le 32 città prese a campione soltanto Bologna e Ancona avevano un Piano di adattamento nel 2020. Il motivo è semplice e facilmente intuibile: manca un quadro di riferimento nazionale che supporti la definizione e le strategie di proposte regionali e locali».

Sensibilizzare ed agire

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Quale obiettivo bisogna raggiungere? «Gli obiettivi più importanti e urgenti sono due: la sensibilizzazione su un tema assai delicato e la fase operativa. Stiamo già vivendo i cambiamenti climatici e non c’è molto tempo per invertire  la rotta. Sotto questo punto di vista il 2030 prima e il 2050 dopo sono dietro l’angolo. La salvaguardia e la difesa dell’ambiente sono la priorità del futuro. Non possiamo chiudere gli occhi, non possiamo girarci dall’altra parte, non possiamo pensare che saranno altri ad occuparsi di questo tema».

Sergio Mattarella da Nairobi ci ricorda che siamo molto distratti, anche in Ciociaria. “Tocca a noi e per quanto ci riguarda faremo tutto quello che rientra nelle nostre competenze per mettere al centro del  dibattito, anche in Ciociaria, l’adozione rapida di misure che consentano l’adattamento ai cambiamenti climatici”.

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