Allarme di sindacati e industriali: «Risolvere subito la crisi o sarà il caos»

L'allarme di industriali e sindacati: affrontare subito la crisi. "Occorre un governo capace di affrontare con urgenza i problemi". Rallenta la produzione. Capuano (Cisl): Stimolare nuova occupazione

Industriali e sindacati sono d’accordo: occorre una soluzione alla crisi. Perché serve al più presto un governo capace di affrontare i problemi che sono dietro l’angolo: la manifattura rallenta, la locomotiva tedesca non traina più, servono misure urgenti per favorire l’occupazione dal momento che il Reddito di Cittadinanza non sta stimolando i consumi.

Gli industriali

Il presidente di Confindustria Lombardia Marco Bonometti, mette in chiaro che gli imprenditori non fanno politica «ma avvertono fortemente la necessità che alla guida del Paese ci sia un governo saldo e capace di rispondere rapidamente ed efficacemente alle sfide che abbiamo davanti e che condizioneranno il futuro dell’Italia»

Da Bari conferma Domenico De Bartolomeo, presidente di Confindustria Puglia. Esprime preoccupazione «perché, sorvolando sul dibattito acceso in questi giorni se sia meglio andare subito al voto oppure no, a noi imprenditori interessa che siano fatte scelte responsabili».

Opinione condivisa nel Nord Ovest: lancia l’allarme alla vigilia di Ferragosto Gianni Filippa, presidente di Confindustria Novara Vercelli Valsesia. Sollecita a «trovare più in fretta possibile una soluzione a questa crisi di governo; il mondo delle imprese non può continuare a vivere nell’incertezza. Servono misure strutturali a sostegno del sistema manifatturiero, che sta dando segnali di rallentamento».

La produzione cala

Un allarme sempre più concreto dopo le cifre diffuse in mattinata da Eurostat l’istituto statistico dell’Unione europea. A giugno 2019 rispetto al mese di maggio, la produzione industriale destagionalizzata è diminuita dell’1,6% nell’area dell’euro (Ea19). Calo dell’1,5% nell’Ue28.

A maggio 2019, la produzione industriale è aumentata dello 0,8% nell’area dell’euro e dello 0,9% nell’Ue28. Nel giugno 2019 rispetto al giugno 2018, la produzione industriale è diminuita del 2,6% nell’area dell’euro e dell’1,9% nell’Ue28.

Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, i cali maggiori della produzione industriale si sono registrati in Germania (-6,2%), Croazia e Portogallo (entrambi -5,6%). I maggiori aumenti sono stati osservati in Estonia (+7,4%), Lettonia (+4,4%), Danimarca (+4,2%) e Ungheria (+4,1).

Capuano (Cisl): Mettere italiani al centro

Cgil – Cisl e Uil firmano insieme un appello alla Politica. Chiedono di mettere al centro «gli interessi degli italiani».

Non ha dubbi Enrico Capuano, segretario generale provinciale della Cisl di Frosinone. «Stiamo assistendo in questi giorni all’inevitabile, e purtroppo consueto, teatrino della politica in cui ognuno degli attori recitail suo copione di circostanza».

Nel corso dell’ultimo anno, il sindacato è stato al centro degli attacchi di un Governo che ha cercato di disintermediare, cioè di trovare accordi individuali. Un’attacco che era cominciato già con il governo Renzi. Enrico Capuano però chiarisce: «Come Cisl non vogliamo dare giudizi o opinioni sull’operato e sul da farsi. Non lo abbiamo mai fatto. Non abbiamo mai espresso giudizi a favore di uno o dell’altro perché abbiamo sempre dichiarato, e manifestato, la nostra autonomia dalla politica, fermo restando che fra i nostri associati sono presenti e rappresentate tutte le idee politiche … con grande libertà e serenità».

Interventi per la ripresa

I rappresentanti dei lavoratori condividono le preoccupazioni degli industriali. «Sono fondate. Si basano su elementi oggettivi: dalla Germania arrivano notizie di economia in frenata o addirittura in recessione con un PIL leggermente negativo, le borse internazionali fiutano una recessione dell’economia americana, l’Argentina è sull’orlo di un default economico-finanziario. Inoltre ci sono tensioni economiche e politiche internazionali: prima su tutte la questione dei dazi USA verso la Cina. Avranno riflessi sui nostri territori».

In concreto come posso toccare il sud del Lazio? «Faccio solo un esempio: Fiat Chrysler Automobiles ha annunciato un piano di investimenti che toccherà anche lo stabilimento di Cassino Plant. Investire e produrre in un territorio nel quale lo spread sale comportando ulteriori oneri economici, non fa altro che aggravare le già compromesse situazioni finanziarie del debito pubblico».

Nelle aree di crisi la situazione è ancora più grave: «I numeri parlano chiaro: le misure attuate fino ad oggi non hanno stimolato la nascita di nuova occupazione nelle fabbriche che si trovano nelle Aree di Crisi Complessa. La cassa integrazione è tornata a crescere: le stime del Governo non prevedevano questa ondata di Cassa e quindi i conti non quadrano. Il reddito di Cittadinanza non sta stimolando i consumi e non sta facendo partire la ripresa».

Stimolare l’occupazione

Il segretario provinciale Enrico Capuano chiede al prossimo Governo «una nuova politica industriale che indirizzi i processi di innovazione, di crescita dimensionale delle imprese, garantisca il diritto permanente alla formazione e metta al centro la salute e la sicurezza sul lavoro». Sollecita una revisione del Fisco: «con una riforma fiscale fondata sul principio della progressività che riduca le tasse al lavoro dipendente e ai pensionati; una vera lotta all’evasione fiscale e al lavoro nero».

E poi il rinnovo dei contratti nazionali pubblici e privati e il riconoscimento del loro valore erga omnes, la detassazione degli aumentisalariali e il superamento dei contratti pirata; la riforma della pubblica amministrazione e assunzione di personale in tutti i comparti pubblici a partire dalla sanità.

Ma prima di risolvere la crisi di Governo, bisognerà aspettare che venga dichiarata.