Allarme tasse nel Lazio: “Aumenti di 400 euro ai più poveri”

Allarme tasse nel Lazio. Rischia di saltare il fondo Taglia Tasse creato da Zingaretti. In Commissione oggi Cgil ha evidenziato che ci sarebbe un aumento di 400 euro a testa per le fasce più povere. C'è tempo fino al 31 marzo per una soluzione. L'assessore Righini chiede un incontro con il Governo

Allarme tasse per i cittadini del Lazio. Se la Giunta Rocca non manterrà il fondo Taglia Tasse istituito da Nicola Zingaretti ci sarà un aumento complessivo dell’Irpef nel Lazio. Cioè dell’imposta che si paga con la dichiarazione dei redditi. Un aumento “di oltre 350 milioni di euro” e tutti a carico “delle fasce di reddito medio basse dei cittadini” che si troveranno a fare i conti con aumenti delle tasse fino a 400 euro ciascuno.

A lanciare l’allarme è stato il Segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Natale Di Cola. Lo ha fatto nel corso dell’audizione che la Commissione Bilancio della Regione Lazio (ancora in forma provvisoria) ha tenuto questa mattina con i sindacati. (Leggi qui: Accordo Regione-sindacati: stop all’aumento dell’Irpef nel Lazio).

Taglia tasse a rischio

(Foto: Regione Lazio Press Service)

Il sindacalista ha illustrato i numeri di una proiezione sviluppata nei giorni scorsi da Cgil. In Commissione oggi ha spiegato che «Se venisse confermato l’attuale disegno di legge dell’amministrazione Rocca, i contribuenti del Lazio con redditi fino a 35mila euro pagherebbero l’addizionale regionale più alta d’Italia. Roma sarebbe la città più tassata della nazione».

Tutto sta nel fondo Taglia Tasse che era stato istituito dalle amministrazioni di Nicola Zingaretti. Era un ‘tesoretto‘ con il quale andare a coprire il taglio delle Imposte regionali per le famiglie con i redditi più bassi. Ora, evidenzia la Cgil, la nuova amministrazione di centrodestra non vuole rifinanziare quel fondo. Ed anche chi guadagna meno di 35mila euro dovrebbe pagare le imposte per intero.

«Voi state compiendo la scelta tutta politica di non finanziare il fondo ‘taglia tasse’» ha spiegato Natale Di Cola. «Questo produce un aumento dell’Irpef regionale per oltre 350 milioni di euro che, unico caso nella storia, si riverserà solo sui redditi medio bassi, portando a un aumento dell’Irpef fino a 400 euro per cittadini e pensionati».

La proiezione di Cgil

Natale Di Cola (Foto: Giulia Palmigiani © Imagoeconomica)

Nei due schemi consegnati dalla Cgil emerge che, senza ripristino del fondo, i contribuenti con reddito fino a 35mila euro vedrebbero l’Irpef regionale schizzare a 925,5 euro, cioè 340 euro in più della media nazionale. Non solo: chi ha redditi fino a 25mila euro avrebbe un aumento di 160 euro, mentre quella fino a 40mila euro avrebbe un aumento di 400 euro. Per il 60% dei contribuenti laziali il prelievo fiscale aumenterà dell’1,6%.

Il problema non è solo per i cittadini. Ma per tutto il territorio. Perché con le tasse alle stelle l’intero territorio perde competitività rispetto alle altre Regioni d’Italia: diventa più conveniente abitare da un’altra parte ed investire da un’altra parte.

Cgil lo ha detto nel corso dell’audizione: questa situazione incide «sulle scelte strategiche delle aziende, perché chi vuole investire in questo territorio ci pensa due volte. Ed anche sul tipo di investimenti: la loro qualità sarà bassa, come la capacità di spesa dei cittadini».

Il sindacato ha chiesto l’apertura immediata di un tavolo entro il 31 marzo per rifinanziare il fondo taglia tasse. La data indicata non è a caso. Perché? Se l’aumento scattasse adesso ed il fondo venisse rifinanziato solo con la manovra di aggiustamento prevista in estate «per tutto il 2024 i cittadini del Lazio dovrebbero fronteggiare questo pesantissimo aumento delle tasse» perché la legge impone che le scelte di natura fiscale debbano essere fatte entro fine anno, poi nel Lazio c’è stata la deroga al 31 marzo. O si fa entro quella data o per tutto l’anno si paga la tariffa piena.

La preoccupazione dell’assessore

Giancarlo Righini (Foto: Sara Minelli © Imagoeconomica)

L’assessore regionale al Bilancio Giancarlo Righini ha ascoltato. Ed ha espresso tutta la sua preoccupazione. Ma la situazione – ha dovuto ammettere – è quella indicata da Cgil. «Il mancato rifinanziamento del fondo per la riduzione della pressione fiscale è una pagina per me dolorosissima» ha spiegato Righini. «Ho contribuito anche io a costruirlo».

Preoccupazione a parte: il centrodestra di Francesco Rocca intende salvare il Taglia Tasse di Zingaretti? Giancarlo Righini dice di si. La ricostituzione del fondo «è una scelta cui non intendiamo rinunciare ma abbiamo la necessità di un confronto col governo». Perché? Servono soldi. Che però nessuno può dare. Esiste una sola strada e Righini la indica: «ricontrattare il debito esistente attraverso il congelamento almeno della quota capitale di alcuni mutui. In questo modo reperiremo risorse che decideremo tutti insieme come destinare. L’obiettivo di rifinanziare il fondo è nell’agenda di questa amministrazione, perché siamo tutti consapevoli dell’insostenibilità della pressione fiscale. Stiamo verificando la tempistica».

C’e chi, come il Segretario Generale Cisl del Lazio Enrico Coppotelli ha chiesto di rifinanziare il fondo Taglia Tasse. Ma anche di usare l’extra gettito sanitario, pari ad un miliardo di euro per affrontare i nodi della sanità laziale. «Su questo ci dobbiamo confrontare. Ma abbiamo un Trasporto Pubblico Locale da sostenere e finanziare. – ha concluso Righini- Da li’ se ne vanno circa 700 milioni».

L’assessore ha chiesto un incontro al Governo Meloni ed ha convocato i sindacati per lunedì pomeriggio. Sper di poter portare delle novità già a quel tavolo.