Allons, monsieur Picano

I risultati delle elezioni francesi forniscono indicazioni anche per la destra italiana. Gabriele Picano evidenzia le distanze tra Fratelli d'Italia ed il movimento di Le Pen. E punta il dito sulla situazione interna: "Senza spirito di coalizione non si vince”

Fabio Cortina

Alto, biondo, robusto, sOgni particolari: molti

Il risultato di Marine Le Pen ci ha insegnato che per andare lontani basta poco, ma che per vincere c’è bisogno di ben altro”: Gabriele Picano osserva gli scenari internazionali dagli anni in cui frequentava l’allora Ministro degli Esteri Franco Frattini; le loro posizioni politiche erano in sintonia ed i suoi voti confluivano su quella componente del centrodestra.

Oggi è vice presidente di Fratelli d’Italia in provincia di Frosinone e responsabile regionale del dipartimento crisi aziendali del Partito. È tra i pochi ad analizzare la situazione dopo il voto francese. Il discorso che fa Picano è però molto più di sistema, legato alla situazione italiana, calato sulle diverse realtà locali, dai comuni fino alle Regioni.

Noi, campioni di coerenza

Quando il discorso è legato alle dinamiche locali non si può assimilare ciò che accade a livello nazionale, ma quello che vi dico è che Fratelli d’Italia è un Partito maturo che però non può prescindere da uno spirito di coalizione”. Il riferimento di Gabriele Picano è alle fibrillazioni e ai distinguo che si registrano nell’area del centrodestra nel nostro Paese.

È un’area politica divisa quasi equamente in due: una di lotta ed una di governo. Una Lega di Salvini che, insieme a Forza Italia, appoggia il governo Draghi, mentre Fratelli d’Italia, il primo Partito in Italia per i sondaggi degli ultimi mesi, è fieramente ed in solitaria all’opposizione. (Leggi qui Il Pd scende e lascia i Fratelli in vetta alla classifica).

Quello che dissi qualche mese fa vale ancora oggi – sottolinea Picano – e cioè che i nostri alleati devono una volta per tutte farci capire da che parte stanno”. Per l’esponente cassinate del Partito i risultati dei sondaggi sono figli di un fattore che, da qualche tempo, è diventato la stella polare di Fratelli d’Italia: la coerenza.Noi coerentemente abbiamo fatto delle scelte e le portiamo avanti, gli altri no. Gli altri sbraitano, ma poi al Consiglio dei Ministri successivo si adagiano sulle posizioni del Premier, rivendicando poi successi inesistenti. Ora basta, ora ci vuole chiarezza”.

Noi, l’Europa ed il territorio

Emmanuel Macron

Il risultato francese si guarda bene dal commentarlo Picano, ma ne tira fuori spunti di riflessione, uno dopo l’altro. “Se dovessimo continuare a sentire i politologi, i filosofi, allora noi dovremmo smettere di fare politica. Quando ci assimilano alla Le Pen un po’ sorrido, perché poi penso a quello che noi rappresentiamo a livello nazionale e non solo”. Il riferimento è alla posizione internazionale del Partito di Giorgia Meloni, saldo all’interno del gruppo dei Conservatori Europei.

Noi siamo stati tra i primi a condannare l’azione di Putin, noi siamo dentro l’Europa per cambiarla mantenendo le sue radici. La nostra visione è quella del Premier polacco, non quella di Orban”.

A livello locale per Picano non ci sono emergenze, anzi, Fratelli d’Italia laddove governa ad esempio in Provincia di Frosinone, lo fa e lo fa bene: “Abbiamo due esempi su tutti: Ceccano dove soprattutto grazie alla regia del senatore Massimo Ruspandini siamo protagonisti di una grande stagione di buon governo; e Frosinone, dove abbiamo dimostrato e stiamo dimostrando che non siamo solisti, ma di squadra”.

Ora lo sforzo per politiche e regionali

Quale la ricetta allora? Per il dirigente regionale del Partito non ce ne sono di diverse rispetto alla chiarezza. “Aspettiamo la conferenza programmatica in cui la nostra leader traccerà la rotta, aspettiamo gli appuntamenti elettorali ed i grandi accordi che potranno permetterci la vittoria, da lì costruiamo una destra che sia di governo”.

Picano poi sposta l’orizzonte più in avanti, cioè a quello che accadrà nel 2023: “Dobbiamo arrivare alle politiche e alle Regionali con un ragionamento che sia comune e senza confini geografici: la coalizione dovrà essere unica, perché presentarsi agli elettori e costringerli a votare in un modo alla Regione ed in un altro al Governo, è una enorme mancanza di rispetto”.

Ma Gabriele Picano, voterebbe Marine Le Pen? “Io fortunatamente sono italiano, non devo preoccuparmi di questo, ma solo ed esclusivamente del mio Partito e dei miei elettori, i quali l’unica donna che vorrebbero vedere al Governo è italiana e si chiama Giorgia Meloni”.