Almeno non facciamo propaganda sulla loro pelle

Senza ricevuta di Ritorno. La raccomandata del direttore su un fatto del giorno. I migranti fermati nei porti: merce per i trafficanti di uomini, pretesto per la propaganda di molti

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

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Sulla questione dei migranti fermi nel porto di Catania bisogna avere il coraggio di dire che è indecente giocare sulla pelle degli uomini: sia quelli a bordo e sia quelli fuori dalla nave. Perché qui le vittime sono tante e non tutte visibili. Come i carnefici.

Le prime vittime: esseri umani in fuga dalla fame, fatti nascere dal destino in un mondo arido dove hanno poco da sperare. Dove i genitori e la famiglia lavorano tutta la vita per dare la possibilità di provarci almeno ad uno.

Non sono turisti. Ma è gente che prima di vedere il mare deve attraversare un deserto. E chi ci riesce e sopravvive viene segregato, seviziato, stuprato. Non si può giocare sulla loro pelle.  

Non può farlo un governo di centrodestra che ora rischia di giocarsi la faccia, subito, a pochi mesi dall’elezione. E non può farlo un’Europa che finge di non vedere, sperando che l’Italia continui a fare da spugna trattenendo i più poveri, mentre ad altre latitudini selezionano e chi non può essere utile viene lasciato oltre i muri delle frontiere. Nemmeno possono farlo associazioni pseudo umanitarie che si infiltrano tra quelle realmente umanitarie, con il solo scopo di aumentare la tensione e creare imbarazzo a prescindere dal colore del Governo in carica.

Non giochiamo sulla loro pelle

La realtà è che stiamo partecipando ad un gioco doppiamente crudele, sul filo del rasoio. Perché se volessimo, potremmo scavare non uno ma centinaia di pozzi; lo sviluppo di oggi non ha bisogno di grandi infrastrutture ma di computer ed internet. Il vero problema è che non vogliamo farli stare a casa loro: altrimenti ci troveremmo in pochi anni a fare i conti con altri capaci di farci la concorrenza.

Tanto per farlo capire ai più stupidi: non sono dei morti di fame che giocano a pallone scalzi: è gente che se gli dai un paio di scarpette e li fai allenare gioca meglio dell’uomo bianco

Sono esseri umani. Per questo dovremmo finirla di giocare sulla loro pelle: quelli che temono di perdere la faccia del nuovo Governo, quelli che temono di perdere i soldi che paghiamo per detenerli e torturarli in Libia; quelli che temono di avere un’Africa concorrente e da Coppa del Mondo. Non di pallone ma di economia.

Non dimentichiamo mai che tra qualche anno, quelli in fuga dal sole che brucia la terra, saremo noi.

Senza Ricevuta di Ritorno.