Alternativa Popolare a rischio di collisione. Un Pallone al centro

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Alfano verso la Direzione più drammatica: con il Pd in coalizione oppure da soli per superare il 3%. Pallone: «Con Lupi si arriverà ad una sintesi». Regione: «Andiamo con Zingaretti». Correnti? «Si accomodino fuori»

Con il Pd in coalizione oppure da soli e con la mission di superare il muro del 3% dei voti per poter entrare in Parlamento. Il futuro di Alternativa Popolare si decide domani alle 10 all’hotel Kolbe di Roma, non lontano dalla Bocca della Verità. Lì si riunisce la Direzione nazionale, chiamata a decidere sulle alleanze.

 

DUE ROTTE VERSO IL FUTURO

A decidere saranno una novantina tra parlamentari, coordinatori regionali e aventi diritto.

La rotta che si intravede all’orizzonte è quella della collisione. Tra chi prevede di andare in coalizione con il Partito Democratico e chi invece punta a superare in solitaria il muro che separa da Montecitorio e Palazzo Madama.

La prima viene sostenuta dal ministro della Salute Beatrice Lorenzin, da Fabrizio Cicchitto, Sergio Pizzolante. La seconda rotta è quella ipotizzata dal coordinatore Maurizio Lupi.

Il leader Angelino Alfano rivendica la coerenza e la fondatezza delle scelte operate in questi anni di governo con il Pd.

Con la ‘carta’ Lupi coordinatore ha salvato poche settimane fa l’unità del partito scosso dai tremori dei ‘nordisti’ favorevoli all’intesa con il centrodestra. Domani, però, il ministro degli Esteri se la dovrà vedere con una direzione drammatica in cui le correnti, e le ambizioni dei singoli, sono difficili da governare, sospinte dal vento di fine legislatura.

 

UN PALLONE AL CENTRO… SINISTRA

«Io invece sono convinto che alla fine si arriverà ad una sintesi tra Lupi ed Alfano» analizza Alfredo Pallone, coordinatore regionale del Lazio di Alternativa Popolare.

Chiede realismo, l’ex parlamentare europeo. E invita ad osservare un dettaglio: «Senza alcuna ipocrisia: chi pensa che si arrivi a poter governare subito dopo il voto non ha capito la situazione. Credo che qualcuno riproporrà invece il Patto del Nazzareno».

Pallone dove indirizzerebbe il timone? «Rispondo con una domanda: si può governare insieme a chi propone di uscire dall’Unione Europea e tornare alla lira? Con chi dice tutto ed il contrario di tutto a proposito di ogni cosa che riguardi il mondo occidentale?»

 

IL MAGNETE CASINI

A fare da magnete nel campo di forze pro-centrosinistra, c’è l’altra anima del centro, quella, appunto, dei Centristi per l’Europa di Pier Ferdinando Casini. Hanno rotto gli indugi e sono già all’opera per una forza popolare, europeista, anti-populista, in stretto raccordo con il Pd.

Non ci voleva la discesa in campo del coordinatore dem Lorenzo Guerini per promuovere un trend già solido di suo.

Gli sherpa sono al lavoro per creare una lista che metta insieme forze già presenti in Parlamento, come Democrazia solidale di Lorenzo Dellai, con movimenti civici, dell’associazionismo, espressione dei territori. L’operazione è oltre la fase di gestazione, ma prima di vedere la luce dovrà attendere l’esito della giornata di domani in casa alfaniana.

Un passaggio che viene seguito con il dovuto rispetto per il travaglio in corso (i gruppi parlamentari sono unici, Ap-Cpe, i partiti sono distinti), ma non senza le considerazioni legate al rischio che la scelta autonomista avanzata da Lupi non sia in realtà una surrettizia e dilatoria manovra di riavvicinamento a Silvio Berlusconi.

Per i centristi di rito casiniano, quella è una trama improponibile: il ritorno all’ovile lo si lascia ai nostalgici pronti alla scissione a destra, mentre, è il mantra più ripetuto in casa Cpe, “da soli non si va dopo cinque anni di governo di coalizione“.

Sarebbe come “regalare seggi e rappresentanza a leghisti e M5S, cioè forze anti-Ue, no-Vax, e più o meno irresponsabili in politica economica e politica estera“.

Sul versante vicino al presidente della commissione d’inchiesta sulle Banche, si aspetta di vedere cosa succederà ai ‘cugini’: se prevarrà la linea Lorenzin-Cicchitto, tanto meglio. Altrimenti, avanti sull’acceleratore con una nuova formazione. Per la quale, insieme a Casini, Lorenzin, Dellai e altri, potranno essere in campo anche personalità rispettate, con lunga esperienza, ma fuori dai riflettori da un po’ di tempo.

Un profilo alla Francesco Rutelli, per esempio, anche se l’ex sindaco di Roma, ancora pochi giorni fa, escludeva un ritorno sulla scena politica.

 

IN REGIONE CON ZINGARETTI

La posizione è più chiara invece per le Regionali. Alfredo Pallone nei prossimi giorni riunirà la Direzione Regionale del Lazio. Con loro concorderà la strategia da adottare alle prossime elezioni. Ma il solco è già tracciato. «Da un lato c’è un candidato alla Regione Lazio (Nicola Zingaretti NdA) dall’altra ho dato suggerimenti (al centrodestra aveva detto che Luisa Todini sarebbe stato un nome di convergenza NdA) che sono caduti nel vuoto. Pertanto mi sembra chiaro che la mia linea è quella di andare con Zingaretti e non con gli anti Ue né con forze dall’ideologia razzista» 

Al nazionale ci sono due posizioni contrapposte a fronteggiarsi, con il rischio di collisione. E se avvenisse anche durante la direzione regionale? «Nel nostro partito c’è una porta per entrare e ce ne sono cinque per uscire».