«Pronti a collaborare per la ricerca di finanziamenti per impedire il caos rifiuti»

Il dibattito sulla possibilità per i Comuni di gestire in proprio l'emergenza rifiuti organici. Oggi, con lo stop di Saf, il costo è raddoppiato: 190 euro a tonnellata. Altobelli (Profima) i mini impianti sono il futuro: pronti a fare la nostra parte

di Enzo ALTOBELLI

Fondatore e CEO di PROFIMA

 

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Il dubbio sollevato nei giorni scorsi dal blog Alessioporcu.it è fondato (leggi qui Il dubbio di Ecomondo per i sindaci ciociari: stiamo mandando via un’occasione?).

Lo hanno confermato le risposte arrivate da due dei sindaci in prima linea nell’emergenza rifiuti, già nelle ore immediatamente successive a quell’articolo. Il sindaco di Anagni Daniele Natalia ha detto, in pratica: “Approfondiamo” (leggi qui Un consorzio tra i Comuni per gestirci i rifiuti organici ).

Il sindaco di Roccasecca Giuseppe Sacco ha individuato anche la sede istituzionale nella quale affrontare in fretta questa tematica. (leggi qui La soluzioni alle super bollette dei rifiuti c’è: la politica finge di non saperlo)

 

Riassumo qui la questione. L’articolo che ha dato origine a questo dibattito descrive le ultime novità illustrate durante Ecomondo, la fiera internazionale delle tecnologie per la tutela dell’Ambiente.  Le ultime novità dicono che i Comuni possono gestire da soli l’emergenza dei rifiuti organici esplosa da alcune settimane: lo stabilimento Saf non è più in grado di lavorare i cosiddetti “avanzi di cucina”, ora vengono portati in impianti fuori provincia e fuori regione. Il costo a carico dei cittadini è passato da 90 euro a tonnellata a 180 euro per tonnellata.

Ecomondo dice che oggi bastano pochi comuni per rendere operativo un mini impianto per trattare i rifiuti organici prodotti in 5 o 6 paesi. Il limite è che con così poca materia non si può fare business. Ma non è ciò che a noi interessa.

 

Parlo per la parte su cui ho qualche competenza: i finanziamenti. La green economy e la circolar economy sono due fronti sui quali si sta concentrando buona parte dell’azione dell’Unione Europea.

Infatti, la gestione dei rifiuti, sia dal punto di vista economico che dal punto di vista della sostenibilità ambientale è oggi uno dei primi punti nell’agenda della Commissione Europea. Perché?

Perché siamo in tanti, la produzione di rifiuti è raddoppiata: non c’è più posto per interrarli. Bisogna azzerare la produzione di rifiuti ed arrivare invece a riciclare tutto, trasformandolo in quello che i tecnici chiamano “materia prima seconda”. In pratica, ciò che per me è un rifiuto può essere materia prima per altri.

 

La provincia di Frosinone non può pensare di essere esenti nell’individuare percorsi diversi ed innovativi per migliorare sotto diversi punti la situazione del ciclo dei rifiuti.

L’immondizia per le strade della Capitale e il blocco temporaneo che ogni tanto si realizza nella raccolta dell’organico deve trovare soluzioni che non guardino più al passato ma che abbiano una visione futuristica anche se il futuro Ecomondo lo ha già individuato.

 

La soluzione prospettata da Ecomondo è ad impatto minimo, a costi accessibili e funzionale per aree di medie dimensioni per l’”energia fatta in casa”. Questa è la rotta!

La Commissione Europea su queste progetti mette dei soldi, molti soldi. La Regione Lazio ha fatto ugualmente, ma spesso i Comuni rimangono ad attendere gli eventi, invece di prendere in mano il pallino ed essere soggetti attuatori per la costruzione di futuro più ecologico e sostenibile.

Bene ha fatto il Sindaco di Anagni che si fa portavoce di questo progetto. Sperando che possano seguirlo in tanti altri.

E se serve una mano per la predisposizione economica dei progetti o l’individuazione di fonti per i finanziamenti, la nostra società è disponibile ad offrire la propria esperienza.

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