La forza di dire ‘Non piangere’ davanti alla morte di Davide e Daniele (di P. Alviti)

Foto: © Giornalisti Indipendenti

Due madri che piangono la morte inspiegabile dei loro figli a Frosinone. Non può esserci consolazione per un dolore simile. Gesù però dice 'Non piangere...' Perché c'è un modo per tenere vivi Davide e Daniele: salvare gli altri nel loro nome. Ecco come

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

veniva portato al sepolcro un morto, figlio unico di madre vedova; e molta gente della città era con lei. Vedendola, il Signore ne ebbe compassione e le disse: «Non piangere!».

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Quante volte siamo stati colpiti da questa frase del Vangelo di Luca:  soprattutto coloro che hanno avuto la durissima esperienza della perdita di un figlio, per una malattia, per un incidente, ancora di più la perdita di un figlio che si toglie la vita.

In questi giorni, il pensiero è andato alle madri di Davide  e di Daniele, i due giovani che hanno perso la vita, gettandosi, almeno così sembra, dalle terrazze del parcheggio coperto a Frosinone. Tutti vorremmo avere la forza di Gesù. Tutti proviamo compassione, forse comprendiamo anche il dolore di quelle madri, ma non siamo capaci, come fa Gesù, di dire loro: non piangere!

Non siamo neanche in grado di riportare alla vita i loro figli: non è nelle nostre risorse, anche se ciascuno di noi vorrebbe farlo.  I vangeli raccontano di Gesù per indicarci una strada da percorrere,  per chiederci di comportarci come lui, per darci un esempio da seguire.

Che  possiamo dire dunque noi cristiani alla madre di Daniele, alla madre di Davide?  Perché non dovrebbero piangere, non dovrebbero disperarsi, non dovrebbero augurarsi di essere morte anche loro insieme con i loro figli? Non piangere, disse Gesù 

Ecco, anche noi dobbiamo avere la stessa forza di dire a queste due madri: non piangete, riscoprite un nuovo modo di generare, rimettete al mondo i vostri Daniele, i vostri Davide, amando tutti quanti gli altri giovani loro coetanei. Chissà quanti altri vivono la stessa disperazione.. salvateli, raccontate loro di Davide e di Daniele, di quanto sia bella la vita, di quante soddisfazioni possa dare, quanto sia bello amare una ragazza, impegnarsi per un risultato, costruire qualcosa di importante per sé e per gli altri. 

Daniele e Davide sono stati sfortunatissimi: non hanno avuto l’occasione di un ascolto, di un incontro con qualcuno che li avrebbe potuti guardare negli occhi e  dare loro una prospettiva di  senso per  una vita conclusa così disperatamente. magari sarebbe bastata una ragazza, una parola buona di un prof, una pacca sulle spalle di un amico…

Non piangere, trasforma la tua esistenza, diventa la madre di tutti gli altri ragazzi, non disperare per tuo figlio,  c’è Gesù che l’ha preso per mano, ha preso Davide, ha preso Daniele, ha accettato la loro disperazione, l’ha amata, ha raccolto il loro grido… si è chinato su quel cemento…