Troppo comoda una ruspa: ecco chi ha ucciso poco alla volta Desirée (di P. Alviti)

C’è disonore sul volto di troppi per la tragica fine di Desirée. Che a 16 anni si è trovata priva della protezione di tanti. Che avrebbero dovuto dire e non hanno detto. Fare e non hanno fatto. Agire ed hanno omesso. Troppo comoda ora una ruspa.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Al Signore nostro Dio la giustizia; a noi il disonore sul volto

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Mentre leggiamo con orrore le cronache della morte violenta di Desirée, 16 anni, stuprata e lasciata morire in uno stabile abbandonato nel quartiere san Lorenzo a Roma, pieno di giovani, di allegria, di rumori felici ma, evidentemente, anche di macabri luoghi, la Parola ci indica la strada per comprendere fatti così atroci.

Sì, perché la prima, naturale reazione, anche non strumentale, è quella di chiedere vendetta, di invocare le pene più atroci per chi ha abusato di una ragazzina sedicenne: poi, c’è chi specula su quanto è avvenuto, trasformando la tragedia in un elemento di propaganda, aggrappandosi a tardive ruspe che non restituiranno la vita a Desiré e a tante altre ragazze abbandonate a sé stesse.

 

La Parola ci dà, anche questa volta, la chiave interpretativa, la luce per i nostri passi: ci dice che c’è disonore sul nostro volto per Desirée che a 16 anni si è trovata priva della protezione della sua famiglia, dei suoi amici, dei servizi sociali, della polizia, di chi avrebbe avuto il dovere di controllare quel palazzo, di chi avrebbe dovuto stroncare quel traffico illecito, di chi avrebbe dovuto coordinare le azioni di polizia per impedire che una ragazzina venisse stuprata da un branco di esseri spregevoli,a Roma, in pieno centro.

 

Desirée non è soltanto vittima dei suoi violentatori ma di tutti coloro che avrebbero dovuto proteggerla e non l’hanno fatto. Per stanchezza. Per disinteresse. Per noia. Per “tanto fanno tutti così” per “ma chi te lo fa fare”.

Desirée e tutte le altre vittime della violenza sono il disonore sul nostro volto…

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