Un populista chiamato Gesù… ed il vero servizio alla gente (di P. Alviti)

Non fa sconti Gesù alla classe dominante del suo tempo. Al punto da poter apparire un populista. Ma c'è un punto preciso in cui il populismo finisce. E appare chiara la missione di chi vuole essere utile agli altri.

Pietro Alviti

Insegnante e Giornalista

Voi sapete che i governanti delle nazioni dòminano su di esse e i capi le opprimono… chi vuole diventare grande tra voi, sarà vostro servitore e chi vuole essere il primo tra voi, sarà vostro schiavo

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Non fa sconti Gesù alla classe dominante del suo tempo.

Non usa mezze parole: i capi delle nazioni opprimono i propri popoli, li sfruttano.

Sono parole che riflettono la realtà politica di 2000 anni fa ma che troverebbero largo ascolto anche oggi: Gesù è dunque un populista?

Pensavamo di aver risolto questo problema trasferendo la sovranità al popolo, una testa un voto: la democrazia moderna, quella delle grandi Dichiarazioni e Costituzioni di fine Settecento ed inizio Ottocento, aveva detronizzato i sovrani per grazia divina, che non dovevano rispondere a nessuno se non a sé stessi delle loro decisioni.

Sembrava fatta: e invece, a poco più di due secoli di distanza, dopo innumerevoli crisi della struttura democratica culminate nelle dittature del XX secolo, con due guerre mondiali costate oltre 70 milioni di morti, quelle parole di Gesù sembrano calzare perfettamente.

I capi opprimono e dunque bisogna liberarsene.

Ma qui finisce il populismo di Gesù ed inizia la chiamata dei suoi discepoli. La chiamata per coloro che vogliono definirsi cristiani, a diventare grandi sì ma attraverso il servizio, non le ruberie, gli imbrogli, la corruzione, la politica come mestiere di arraffatori di potere. Ma come servizio agli altri, come ministri (servitori) del vivere civile, nel rispetto assoluto della correttezza e dell’onestà.

 

Certo è difficile, le tentazioni di chi ha in mano il potere sono fortissime, anche per tacitare semplicemente mogli, nipoti, zii, nonni, mamme…

È proprio la madre di Giacomo e di Giovanni a fare la raccomandazione per i suoi figli a Gesù e a provocare la dichiarazione: se si vuole avere il potere bisogna mettersi a servizio di tutti, soprattutto dei più poveri.

È la grande vocazione alla politica che Paolo VI chiamava la più grande forma di santità.

E non dite che non è possibile: abbiamo tanti esempi di politici onesti, forse anche santi. Mi limito a citare Alcide De Gasperi e Giorgio La Pira. Ma chissà quanti altri meriterebbero di essere ricordati come veri servitori delle nazioni.