Amazon due, la beffa: il nuovo impianto si fa a Colleferro

In costruzione il nuovo centro di smistamento Amazon. Dopo quello perso dalla provincia di Frosinone tre anni fa la beffa è più amara. Nasce a Colleferro al confine con la Ciociaria. Nemmeno consultati

La conferma arriva da Silvio Ferraguti, ex presidente di Federlazio la federazione della media industria. Entra nello studio presidenziale di Guglielmo Cialone al primo piano dello stabile di Ferentino dove ha sede il colosso mondiale del trasporto persone, l’uomo che con i suoi bus sposta ogni giorno i turisti in gita a Londra ed i nuovi viaggiatori low cost che si spostano su Flixbus. «Questa volta non ci hanno nemmeno tenuto in considerazione».

Amazon sta realizzando il suo nuovo centro logistico a Colleferro. Le aziende di Ferraguti sono le prime ad essere mobilitate quando deve nascere un nuovo stabilimento industriale. È lui a realizzare la struttura in cemento armato. E questa volta lo hanno chiamato per costruire i capannoni in un’area al confine con la provincia di Frosinone: è quella Colle Fagiolara conosciuta per gli impianti di trattamento dei rifiuti.

Si tratta di un nuovo polo logistico dopo quello di Passo Corese, realizzato lì dopo avere considerato a lungo Ferentino: nel mirino c’era l’area che comprende l’ex birrificio Prinz Brau e l’ex impianto per la produzione di cemento – amianti Cemamit. All’epoca è stata bocciata l’area ex Vdc perché il capannone era troppo basso per le esigenze logistiche ed il costo di abbattimenti e ricostruzione era troppo alto.

Questa volta la provincia di Frosinone nemmeno è stata tenuta in considerazione. A Colle Fagiolara verrà realizzato un impianto da circa 2mila posti di lavoro, servirà per incrementare il servizio di consegna nella cintura di Roma e nel centrosud d’Italia. Già oggi, grazie alla struttura di Passo Corese, un articolo prenotato pochi minuti prima della mezzanotte viene consegnato in provincia di Frosinone l’indomani mattina. A costo zero se si ha l’abbonamento annuale Prime. L’obiettivo è la consegna in un’ora.

Anche questa volta, per la scelta delle aree non è stata Amazon in prima persona a scendere in campo. Tre anni fa fu Vailog Srl: è la società che fa capo alla Segro Plc (operatore britannico del ramo real estate che ne ha acquisito il 90% pagandolo circa 39 milioni e mezzo di euro alla FBH – Fabrizio Bertola Holding) costituita nel 2003 per occuparsi di sviluppo immobiliare logistico. In Italia è la leader indiscussa di settore potendo contare su oltre 800mila metri quadrati coperti. Dal 2005 la società si è internazionalizzata. Ha aperto uffici in Cina, Olanda, Francia e Romania. In questi Paesi ha sviluppato oltre 300mila metri quadrati conquistandosi una posizione importante. 

La strategia di Vailog è quella di trovare terreni con posizioni strategiche ed importanti che permettano uno sviluppo coerente con le necessità del mercato logistico. Ed in quest’ottica la società ha investito (land bank) in aree in prossimità di uscite autostradali.

Silvio Ferraguti non è andato per caso da Guglielmo Cialone. Lì c’è una copia del carteggio riservatissimo tra i cacciatori di aree per conto di Amazon e le imprese. E lì è andato a sfogarsi con il vecchio amico. «All’epoca fuggirono da questo territorio – rivela l’ex presidente di Federlazio – perché anziché fare squadra e mettersi a disposizione, chi aveva la possibilità pensò invece a come sfruttare al massimo la situazione. In maniera egoistica. A Colleferro questo non è successo».

Il problema non è solo di egoismo. «Qui manca la proposta. Non c’è un serio progetto di politica industriale. Dove stanno le proposte dei nostri politici che paghiamo per far crescere questa parte di territorio? Nelle altre province le proposte ci sono e la politica si muove».

In attesa della proposta ci si attrezza come si può. Il consorzio industriale di Frosinone tra poco celebra l’anniversario della sua fondazione inaugurando la nuova sede. «In attesa che diventi operativo il nuovo consorzio industriale unico del Lazio noi stiamo facendo tutto quello che possiamo. Il modello è quello che ci ha consentito di ricollocare l’area ex Videocon». In pratica, attendere che area e infrastrutture abbandonate scendano di valore. Fino ad una cifra pari ai fondi messi a disposizione della Cassa per il Mezzogiorno per costruire quelle fabbriche. «A quel punto le possiamo acquisire a costo zero. È come se lo Stato si riprendesse i soldi finanziati negli anni Settanta perché la fabbrica ha smesso di funzionare. Sistemiamo tutto e lo mettiamo a disposizione di nuovi investitori».

Ma Amazon questa volta non si è proprio fatta sentire.

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