Necci salta il fosso e vota si al bilancio. Ma la minoranza era orfana di lui già da mesi

La decisione del consigliere civico anagnino non sposta equilibri. Ma mette il dito nella piaga di un'amministrazione solida nei numeri. Ma che non brilla per collegialità. E che ha in Daniele Natalia il suo leader multitasking.

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Ed alle 12.15 del 22 luglio 2020, di fatto, Antonio Necci entrò a far parte della maggioranza anagnina. Non è certamente un evento storico. Le sorti del comune di Anagni non dipenderanno da questo. Ma il dato di fatto rimane. Quello è il momento nel quale il consigliere Antonio Necci, esponente della lista Medici per l’ambiente, che formalmente fa ancora parte della minoranza, ha deciso di votare a favore. Di cosa? Del rendiconto di Bilancio 2019 del comune di Anagni, illustrato fino a quel momento dall’assessore al bilancio Carlo Marino.

Vita separata, ma era nell’aria

Antonio Necci

La collocazione politica del consigliere, anche se lui stesso ha voluto ribadire che rimarrà nelle fila della minoranza, era nell’aria.

Che Necci facesse ormai vita separata rispetto ai suoi colleghi di opposizione era ed è cosa nota.

Le ultime note comuni della minoranza si erano sempre caratterizzate negli ultimi mesi per l’assenza della firma del consigliere. Nella riunione dei capigruppo tenutasi il giorno prima del Consiglio si era addirittura discusso della necessità di separare i banchi della minoranza. Una misura attribuita alla necessità di favorire il distanziamento sociale ormai necessario in epoca Covid. Ma che in parecchi hanno spiegato con la volontà di allontanare anche fisicamente un consigliere oramai non ritenuto più organico alla minoranza.

Cosa che si è appunto palesata con l’alzata di mano a favore del documento di Marino.

Scelta che non sposta numeri, però…

La decisione di Necci, come è addirittura ovvio sottolineare, non sposta certo gli equilibri del consiglio anagnino. Il sindaco Daniele Natalia aveva una maggioranza ampia (anche se non coesa, al di là degli annunci ufficiali) prima, e continua ad averla adesso. Cosa che gli consentirà, come lui stesso ha detto in consiglio, di «mangiare anche il prossimo panettone».

Resta però qualche perplessità. Non tanto sullo stato di salute delle casse comunali (anche se nel Consiglio è andato ovviamente in scena lo scontro tra una maggioranza che ha parlato di situazione florida ed una minoranza che ha invece descritto un quadro preoccupante). Quanto piuttosto sulla salute politica della maggioranza.

C’è in tal senso un dato che ha messo in evidenza, con la rudezza che spesso lo contraddistingue, Valeriano Tasca di Casapound.

I conti in tasca al sindaco li fa Tasca

Valeriano Tasca di Casapound

Che, alla fine del suo intervento, ha detto: «Sindaco, se pensi di andare avanti da solo, finirai con il metterti nei guai».

Frase lapidaria, che ha illustrato in modo esemplare il problema della maggioranza anagnina. Non i numeri in sé ( quelli ci sono), ma la mancanza di qualità politica, al di là di quella del primo cittadino. Che governa, appunto, da solo.

Lo si è visto anche durante il consiglio. Al di là della relazione dell’assessore Marino il resto della giunta è rimasto completamente in silenzio. Assessore che però è riuscito a dire che ad Anagni tutto va bene perché «i ristoranti sono pieni», come Berlusconi nel 2011.

Nonostante le bordate su commercio, cultura, urbanistica, nessuno in giunta ha replicato. Lasciando l’onere della difesa dell’attività di governo al sindaco. L’unico, evidentemente, abilitato a parlare.

Anagni si avvia a diventare, più che un comune, una vera e propria monarchia. Di fatto, per alcuni anche meritatamente, ma pur sempre monarchia.