Sanità, una commissione per far vincere tutti (di F. Ducato)

Foto: © Ettore Cesaritti

La Commissione Sanità che dovrà occuparsi dell'ospedale di Anagni. Allestita con il manuale Cencelli. Tutti potranno dire di avere vinto. A nessuno converrà dire che non ha funzionato

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

In Italia quando non si vuole risolvere un problema, si fa una bella commissione. Che sia di inchiesta, come quella sulla P2 di Tina Anselmi, o che si occupi di riforme, come quella capitanata da D’Alema all’epoca dell’inciucio con Berlusconi, la sostanza non cambia. Fare una commissione, di regola, significa rinviare il problema, non volerlo risolvere in maniera effettiva. Al massimo, l’obiettivo è quello di condividere le responsabilità tra maggioranza ed opposizione, per evitare di gestire da soli polemiche che potrebbero apparire complicate da disinnescare.

Ad Anagni, ad esempio, il problema più scottante è, da anni, quello della sanità. O meglio, quello di un ospedale chiuso da anni e, obiettivamente, molto difficile da riaprire. Su questo scoglio era naufragato, all’epoca, il centrosinistra di Fausto Bassetta, che aveva pagato, oltre al resto, le promesse fatte da Mauro Buschini davanti all’ex ospedale poche settimane prima del voto del 2014.

Ora il problema si ripropone pari pari con il sindaco Daniele Natalia. Che, all’epoca della tragedia della signora Ascenzi, aveva preso una posizione davvero oltranzista, dichiarando a tutti di volersi battere per la salvaguardia della sanità locale e per la riapertura del pronto soccorso. (leggi qui Il messaggio a Zingaretti ed ai suoi tecnici partito da Porta Cerere).

Solo che poi passare dai proclami ai fatti è più difficile. Si rischia di scontentare il popolo che ti ha votato.

Per fortuna (sua) è arrivata la Commissione sulla Sanità. Annunciata durante il consiglio comunale del maggio scorso, ed andata in scena ieri pomeriggio. La creazione della commissione era stata chiesta a gran voce per dare un maggiore impulso alla lotta per la sanità. Ieri, nella prima riunione, i lavori si sono limitati alla nomina di presidente e vicepresidente. Scelti con il bilancino del manuale Cencelli: presidente Luigi Pietrucci, di Cuori anagnini, meglio noto come cane da guardia dell’assessore Carlo Marino. Vicepresidente Valeriano Tasca, capo delle testuggini anagnine di Casapound. Addetta alle relazioni con la Regione la consigliera del Pd Sandra Tagliaboschi.

Difficile dire cosa potrà fare in concreto la commissione. La sensazione, a pelle, è che i margini per ottenere qualcosa siano molto ristretti. E che il compito della commissione stessa sia destinato ad essere quello della pura testimonianza. Il punto è che, paradossalmente, con questa commissione, tutti avranno in ogni caso la possibilità di cantare vittoria, potendo affermare di aver fatto qualcosa. La maggioranza potrà dire che la questione sanità non è stata abbandonata; l’opposizione dei duri di Casapound potrà usare la commissione per dare visibilità alle proprie battaglie politiche. Il Pd userà le proprie sponde regionali per ritagliarsi uno spazio politico che, in città, oggi sembra avere sempre meno (visto che, tra l’altro, del congresso per eleggere il segretario locale e far ripartire la politica del Pd in città, un congresso annunciato dopo le Europee, non sembra esserci traccia).

Tutti avranno una medaglia da esibire al proprio elettorato di riferimento. E nessuno resterà con il cerino in mano. Visti i rischi, un risultato da non sottovalutare.