I due silenzi che fanno capire il futuro dell’amministrazione comunale

Due silenzi in mezzo ad una serie di polemiche. Sono i due silenzi politici che hanno caratterizzato la seduta del Consiglio Comunale di Anagni

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Due silenzi in mezzo a tante polemiche. Si potrebbe riassumere così il consiglio comunale che è andato in scena ad Anagni ieri mattina. Poco più di due ore, caratterizzate da diversi momenti polemici, oltre che da alcune assenze. I banchi vuoti erano quelli di Valeriano Tasca e di Antonio Necci. Per tutti e due il presidente De Luca ha parlato di assenza giustificata; una spiegazione che regge senz’altro per Tasca; non molto per Necci , oramai sempre meno organico all’opposizione e sempre più vicino alla maggioranza, sia pure senza essersi ancora deciso a fare il grande passo.

Il primo silenzio

Valentina Cicconi © Foto Ettore Cesaritti

Il primo silenzio è stato quello di Valentina Cicconi. Dal nuovo assessore subentrato al posto di Simone Pace (anche se la delega più pesante, quella ai Lavori Pubblici l’ha tenuta per sé il sindaco) non ci si poteva aspettare un’omelia o un discorso della montagna; ma un saluto al consiglio nella sua nuova veste c’era chi lo attendeva, anche se in verità con non troppe illusioni.

Le polemiche sono state dedicate agli argomenti centrali della seduta: le comunicazioni del sindaco ed il bilancio consolidato. Per le prime, Daniele Natalia ha fatto sapere di aver fissato a breve un incontro con il neo direttore Asl Stefano Lorusso. Un modo, forse, per far invertire la rotta alla Sanità locale, da tempo avviata sul piano inclinato dell’inconcludenza; si è trasformato invece in un vivace scontro tra le parti; con i consiglieri Sandra Tagliaboschi e Luigi Pietrucci a fare da pugili sul ring; un match che ormai si ripete da qualche seduta consiliare, con il consigliere Pd ad attaccare, e l’esponente di Cuori anagnini ad impersonare il ruolo di pasdaran della maggioranza.

I rubinetti di S. Bartolomeo

Polemiche sparse anche per la vicenda dei rubinetti (quasi) chiusi di San Bartolomeo. Qui il sindaco, rispolverando le buone vecchie abitudini della prima repubblica (di cui evidentemente è figlio riconosciuto) ha detto di aver predisposto un “tavolo tecnico” per affrontare la vicenda. Attirandosi le ovvie reprimende di chi gli ha fatto presente che 1- l’accordo con Acea avrebbe dovuto trovarlo un anno fa; 2- che l’espressione “tavolo tecnico” risale alla guerra fredda. Un periodo che, almeno ad Anagni, dovrebbe essere passato.

Il sindaco Daniele Natalia

Ma il culmine, e non poteva esser altrimenti, si è raggiunto con l’approvazione del bilancio consolidato. Un nome che in città evoca ancora sinistri presagi di decadenza e morte (politica). Si capisce dunque l’attenzione dell’assessore al ramo, che ha letto con grande attenzione la relazione sul tema.

Anche troppa attenzione, visto che l’opposizione lo ha incalzato ipotizzando, in modo neanche troppo velato, che non fosse tutta farina del suo sacco. Niente da fare: Carlo Marino riesce bene come assessore alla cultura, quando presenzia a feste, festival e convegni (se si passa sopra al look ed alla qualità dei discorsi); ma quando entra nel tecnico va sempre un po’ in difficoltà.

I numeri però c’erano, ed il bilancio è passato.

Il secondo silenzio

Il secondo silenzio, quello che ha concluso la giornata, è quello di Egidio Proietti. Il neo segretario del Pd era presente come ospite silenzioso al consiglio, per la prima volta dalla sua elezione a segretario. Un modo, si era detto, per rimarcare la novità della nuova gestione del Partito.

Il segretario Dem Egidio Proietti

Se non fosse per un esponente del centro sinistra locale che, rimanendo coperto sotto la confortevole cappa dell’anonimato ha detto; “come no, lui sarebbe il nuovo ed i Tagliaboschi il vecchio”. Facendo capire che, insomma, il percorso del segretario per tornare al Pd unito, e magari per ritornare ad essere maggioranza in città, è quantomeno in salita.