C’è il Covid, il rimpasto può attendere. Anzi, deve.

L'aumento dei casi di Covid in provincia mette in secondo piano la politica. E rende secondario il rimpasto. I sindaco torna a quel ruolo che lo ha fatto apprezzare un anno fa: la gestione dell'emergenza

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

La ripresa della pandemia, tra gli infiniti effetti che rischia di avere nella nostra zona, ha anche quello di aver rallentato (almeno fino ad ora) le manovre per il rimpasto nella giunta comunale ad Anagni. Non è una considerazione, ma una semplice constatazione.

Quello che fino a qualche giorno fa sembrava un dato di fatto oramai solo da annunciare (l’uscita di scena dell’assessore Jessica Chiarelli, l’ingresso in giunta del presidente d’Aula Giuseppe De Luca al suo posto, quello di Davide Salvati alla presidenza del Consiglio Comunale, ed un pacchetto di deleghe da riassegnare), è diventato, se non un miraggio, quantomeno una possibilità più a lunga scadenza. (Leggi qui Rimpasto, il problema non è se ma come e quando).

Ed è una circostanza che, nel quadro politico locale, ha due possibili letture per la maggioranza, una positiva, l’altra meno.

Le due chiavi di lettura

Carlo Marini, Daniele Natalia e Salvati

Quella positiva è legata al fatto che la risalita dei numeri del covid, con la conseguente nuova zona rossa, consente al sindaco Daniele Natalia di riproporre per sé quel ruolo che, durante la prima ondata, quella di marzo, aveva già ricoperto con grande successo. Quello del gestore dell’emergenza, dei messaggi mandati alla cittadinanza, conditi dalla necessità di fare fronte comune per evitare il peggioramento delle cose.

In quella circostanza, Natalia aveva mostrato, indubbiamente, una marcia in più, riuscendo a mettere da parte le piccole e grandi frizioni che caratterizzavano ( e caratterizzano ancora) la sua maggioranza. Ed infatti, proprio con la fine (temporanea) dell’emergenza,  si erano aperte le discussioni (esterne, ma anche interne alla maggioranza) legate al valore della squadra di governo ed alla necessità di dare uno scossone per avviare la seconda fase della stagione di governo.

Discussioni che, a loro volta, avevano mostrato un sindaco, se non in difficoltà, quantomeno cauto nel rimettere a posto i tasselli, senza alterare gli equilibri costruiti a fatica.

Le conseguenze del Covid

Una recente riunione della Giunta Natalia in assetto Covid

Il ritorno dell’emergenza, come detto, consente dunque di mettere, almeno temporaneamente, a tacere tutto questo. E Natalia può tornare ad essere il condottiero che guarda alla realtà, e non alle fumose alchimie di palazzo.
Fin qui la nota positiva.

Quella negativa è che, presto o tardi ( meglio presto, ovviamente), l’emergenza finirà. Ed il sindaco dovrà tornare a maneggiare la politica. Che è fata di equilibri e di uomini, da accontentare e scontentare.

Dovrà perciò decidersi a mettere da parte, come sembra, l’assessore Marino, e ad insediare al suo posto De Luca; accettando che questo possa portare anche qualche occhiata storta. Dovrà gestire il ridimensionamento di Fdi, che perderà un assessorato (pur guadagnando la presidenza). Dovrà, soprattutto, rispondere alla domanda che tutti gli fanno.
Qual è ( se c’è) l’idea di futuro di Anagni nei prossimi anni?

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