Franco Fiorito, il cordone ombelicale che ancora Anagni non taglia

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

di Franco DUCATO
Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

 

La nuova tappa della oramai lunghissima vicenda relativa al Fiorito Gate (lunedì una nuova udienza dell’appello, con l’avvocato Enrico Pavia che ha cercato di smontare punto per punto il castello accusatorio che aveva portato, in primo grado, alla condanna a 3 anni e 4 mesi nei confronti del Batman di Anagni), offre lo spunto per alcune riflessioni. Alcune generali, altre squisitamente locali.

1-La difesa di Franco Fiorito punta a dimostrare la legittimità dell’operato del proprio assistito. In pratica: sostiene che i soldi ricevuti dall’ex capogruppo del PdL in Regione Lazio erano previsti da una norma messa a punto ed approvata pressoché all’unanimità dall’Ufficio di Presidenza. Scelta processuale che sarà anche legittima, sul piano tecnico- giuridico. Ma che non elude il dato politico di fondo: davvero la politica deve comportarsi in questo modo? Davvero basta dire che follie del genere sono permesse dalla legge e dai regolamenti perché tutto debba passare in cavalleria?

 

2-Rimane – grosso come una casa – il problema del rapporto con Fiorito di tutta (dicesi tutta) la destra della città dei papi. Che, ad oggi, non ha mai fatto davvero i conti con questa vicenda. Limitandosi ad una generica solidarietà di fondo. Anche qui vale ribadire, tanto per esser chiari; se è corretto aspettare le sentenze definitive per condannare qualcuno, criticare si può. E questo, ad Anagni, non è mai accaduto. Anzi. Quando si è trattato di farlo, è stato tutto un sussurrare, un parlare a testa bassa, eventualmente senza farsi registrare, o filmare, da nessuno. Come se Fiorito ancora oggi facesse paura.

Fino a quando non si spezzerà questo cordone ombelicale che fa ancora oggi di Fiorito una presenza fortissima nella città di Anagni, la destra anagnina avrà poche possibilità di contare qualcosa. Anche contro un centro sinistra in preda, per motivi interni ed esterni alla città, a qualche fibrillazione.

 

A proposito di centrosinistra…
Gentilissimo Sindaco Fausto Bassetta,
anzitutto, il Conte del Piglio (ma non in Purezza) ci tiene a ringraziarLa per i complimenti che ha avuto la bontà di fare al suo modo di operare all’interno dello scenario anagnino (“ha dimostrato una capacità di penetrazione e una conoscenza – anche molto minuziosa – di fatti e personaggi che gli ha consentito una cronaca veramente puntuale, raccogliendo – talvolta – sussurri, indiscrezioni, rivelazioni, segreti, sconosciuti ai più”). Ci pare però di cogliere qualche accenno di nervosismo ( il “facile sarcasmo”) per alcune ricostruzioni magari piccanti, ma certamente non infondate. Suvvia, fa parte del gioco.

Venendo al dunque: Ella, giustamente, fa presente che le contorsioni politiche della Sua coalizione (le “voci dissenzienti della maggioranza”), non rappresentano certo gli argomenti più importanti di cui occuparsi. Giusto. Dimentica però che le contorsioni politiche, che ci sono, e che noi ci limitiamo a registrare, creano problemi proprio ad una azione di governo che voglia affrontare i problemi importanti della città.

Città che Le ha affidato un mandato pieno, ed impegnativo, dopo anni di governo della destra. Fidandosi di Lei, e della Sua alterità rispetto alla politica tradizionale. Alterità che Lei, del resto, ha sempre rivendicato.

Sui fatti; Lei rivendica, giustamente, le “più di 400 delibere di giunta” in oltre due anni e mezzo di governo. Molte decisioni prese “all’unanimità”. Segno di una voglia di fare che, infatti, nessuno Le contesta. Il punto è: se, nonostante tutto questo, in maggioranza si agitano voci diverse e, spesso, polemiche, bisogna interrogarsi sul perché di queste voci, o criticare chi le segnala? Si guarda il dito o la luna?

Caro Sindaco, noi continueremo a scrivere di Anagni con la consapevolezza che dire le cose come stanno possa aiutare anche Lei a portare avanti la sua azione amministrativa.

E se dovesse arrivare qualche cattiveria, poco male. C’è di peggio.

A questo proposito, Sindaco: non si arrabbi, ma qualcun altro si scrive senza apostrofo…

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