Anagni: i conti quadrano? Il regolamento no

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

di Franco DUCATO
Conte del Piglio (ma non) in Purezza

 

 

Ma al consiglio comunale di Anagni i revisori dei conti li ascoltano? E se sì, ne tengono conto quando si tratta di stilare l’ordine del giorno dei consigli comunali?

Le domande sono più che legittime, vista la vicenda non si sa se polemica o tragicomica che in queste ultime ore sta impazzando per la città.

Domani infatti, 25 gennaio, è in programma un consiglio comunale con due punti all’ordine del giorno: il piano di Piano di Prevenzione della Corruzione, anni 2017-2019 , e l’approvazione del nuovo Regolamento Comunale di Contabilità.

Il secondo punto potrebbe però sparire. Colpa, a quanto pare, sempre secondo le indiscrezioni che circolano in città, di una dimenticanza che avrebbe portato l’estensore dell’ordine del giorno a non richiedere , prima di mettere il punto all’ordine del giorno, il parere del collegio dei revisori dei conti.

E che avrebbe dovuto farlo, lo ha detto proprio il capo del collegio dei revisori dei conti del comune di Anagni. Che a tutto il consiglio comunale ha inviato ieri la seguente comunicazione: “faccio presente che risulta all’ordine del giorno l’approvazione del Regolamento di Contabilità, la quale necessita di apparire rilasciata dal collegio dei revisori. A questo organo non è pervenuta alcuna richiesta in tal senso, né vi sono i tempi tecnici per il rilascio dello stesso. Ritengo pertanto, che il punto non possa essere posto in discussione”.

Fin qui la prosa burocratica. E, al momento, non è dato sapere se il consiglio taglierà un punto oppure no.

Ma la questione ha lasciato almeno qualche interrogativo in sospeso. In maggioranza infatti c’è chi si chiede come si possa tralasciare un dettaglio del genere. Parlando apertamente di “superficialità”.

E c’è anche chi, malignamente, ipotizza il caso opposto. Che non sia superficialità. E si chiede che cosa ci sia di così importante nel Regolamento Comunale di Contabilità da provare a proporlo in consiglio anche senza il parere del revisori dei conti.

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