I tre indizi che fanno una prova: Necci sta in opposizione per caso (di F. Ducato)

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La lenta manovra di avvicinamento del dottor Necci verso la maggioranza (e forse la giunta) registra un ulteriore indizio. Il terzo. Che, in letteratura, fanno quasi una prova

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Poi non dite che non ve l’avevamo detto. Bastava guardare i segnali. Che si sono ripetuti anche negli ultimi giorni. Più chiari delle molliche di pane di Pollicino. Ad Anagni, tra le altre vicende, tiene banco da mesi il problema della collocazione politica di Antonio Necci, il medico presentatosi alle elezioni comunali del 2018 con la lista Medici ed ambiente, che appoggiava Daniele Tasca di Anagni terra nostra, ed entrato in consiglio comunale dopo le dimissioni dello stesso Tasca.

Da subito avevamo fatto notare come la collocazione del dottor Necci tra le fila della minoranza apparisse quantomeno incongrua. (leggi qui Quell’attrazione di Necci per la maggioranza) Lo stesso Necci aveva messo in fila un paio di mosse piuttosto significative. Prima, alla sua neo apparizione in consiglio, aveva preferito non partecipare alla votazione sul bilancio giustificandosi con lo scarso tempo avuto a disposizione per valutare le carte. E ci può stare. (leggi qui Necci esordisce all’opposizione con un piacere alla maggioranza). Poi aveva firmato, secondo molti parecchio obtorto collo, l’esposto denuncia della minoranza contro il gabbiotto sistemato dal comitato Adesso basta davanti all’ex ospedale. E ci sta ancora, anche se obiettivamente un po’ meno.

Poi però arriva la terza pietra miliare. Scena; il viaggio a Gniezno, in Polonia, di una delegazione del comune. Gniezno è da anni gemellata con Anagni. E dunque si tratta di un viaggio istituzionale, che viene finanziato con un apposito stanziamento. Ma l’opposizione ha qualcosa da ridire. E verga una durissima nota. Nella quale si dice, più o meno: “nel 2015 venne effettuato un viaggio simile. Ma allora, sindaco Bassetta, i partecipanti si pagarono da soli le spese”.

Insomma, secondo la minoranza ci sarebbe un uso allegro dei soldi dei cittadini. Argomento sempre sensibile in una città in cui un altro sindaco, anni fa, era andato in Giappone in viaggio istituzionale portandosi appresso una corte “craxiana” ( cit. Dagospia) per la modica somma di 17.000 euro (sempre cit. Dagospia). 

Però, ricordi andati a parte, qui conta un altro fatto. E cioè che la lettera viene firmata da tutta l’opposizione, tetragona. Tranne uno. Indovinate chi?
Proprio lui. Il buon dottor Necci. Del quale, dicono che in privato abbia manifestato concordia piena con il tema della nota; precisando di non poterla però firmare senza una preventiva consultazione con i referenti del proprio gruppo politico. 

Maldicenze si dirà. Che però dicono almeno due cose.

Raccontano della scarsa tendenza alla collaborazione di un esponente di minoranza con il resto della minoranza stessa, visto che per prendere una qualunque posizione è necessario, prima di tutto, parlare con i propri.
Soprattutto, chiariscono in modo probabilmente definitivo, il fatto che Necci in minoranza ci sta per caso. E che la sua permanenza tra gli scomodi banchi dell’opposizione è a tempo determinato.

In maggioranza si scommette già sul fatto che, al termine della stagione estiva, arriverà il momento giusto per annunciare il passaggio. Con annesso un possibile rimpasto di giunta.