Anagni e le regole del caos nel Pd

Le regole del caos che governano il Pd di Anagni. Restano tre posizioni. Una possibile soluzione. Che registra l'indisponibilità della protagonista

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

In quel gioiello di film in costume che è “Le regole del caos” del 2014, Alan Rickman descrive la storia vera dell’architetto che realizzò il complesso di giardini che si trova all’interno del palazzo di Versailles. Un’opera che avrebbe fatto tremare le vene a molti, soprattutto perché si trattava, come in effetti lui riuscì a fare, di mettere ordine all’interno di un contesto talmente vasto da essere quasi ingovernabile.

Ci vorrebbe un Alan Rickman, oggi, per cercare di mettere in un po’ di ordine all’interno di quello che sembra essere un esempio da manuale di vero e proprio caos. Ovvero, la situazione del Partito Democratico di Anagni alla vigilia del, si spera, Direttivo finale; quello che dovrebbe dire, giovedì sera dalle 19.30, una parola conclusiva sulla collocazione del Pd in vista delle prossime Comunali.

I dati di fatto

Alessandro Cardinali

Partiamo da un dato di fatto: ieri il segretario provinciale del Partito Democratico di Frosinone Luca Fantini è stato visto ad Anagni. Con ogni probabilità, non una visita di piacere, magari dedicata alla contemplazione della Cattedrale o del Palazzo dello Schiaffo, o di Casa Barnekow. Con ogni probabilità, la visita di Fantini ad Anagni è stata dedicata alla necessità di provare a tracciare una linea comune tra le anime del Partito.

Perché in effetti sono, ad oggi, ben tre le posizioni che, in attesa del Direttivo di domani sera, si stanno sviluppando all’interno del dibattito democrat. Una è quella che potremmo definire “filogovernativa”: ovvero, quella che vede come collocazione ultima il campo di SiAmo Anagni, la coalizione battezzata appena pochi giorni fa dalla ufficializzazione della candidatura a sindaco di Alessandro Cardinali. Collocazione che prevederebbe, in questo caso, la presenza di simboli civici, senza riferimenti di Partito. A voler entrare in questa coalizione sarebbe la parte del partito composta da Luigi Vecchi e dall’anima storica della sinistra di Anagni, Vittorio Save Sardaro. (Leggi qui: Sono Alessandro, il vostro candidato).

L’altra anima è quella “antagonista”; che invece punta ad andare armi e bagagli, e probabilmente col simbolo, all’interno di LiberAnagni, la coalizione che si è costituita ufficialmente pochi giorni fa con la indicazione ufficiale, dopo tante indiscrezioni, dell’avvocato Luca Santovincenzo come candidato a sindaco. Propenderebbero per questa ipotesi lo stesso segretario locale Egidio Proietti, più altri nomi importanti come Tonino Cellini (visto domenica alla convention di LiberAnagni). (Leggi qui: Piacere, LiberAnagni: vogliamo cambiare generazione politica).

La terza anima del caos

La terza anima avrebbe avuto un’idea ancora più fantasiosa, quasi situazionista, che racconta bene, a suo modo, del grado di confusione che c’è all’interno del Pd anagnino. Ovvero la possibilità di andare con il sindaco uscente di Forza Italia Daniele Natalia; in questo caso, pare di capire, ovviamente senza il simbolo del Partito.

Leggenda metropolitana vuole che tra i fautori di questa fazione ci sarebbe un esponente di primo piano del Partito Democratico ad Anagni come Maurizio Bondatti. Ma è, appunto, una leggenda. La realtà sostanziale è invece che Bondatti vedrebbe come via di approdo ideale la candidatura dell’ex assessore nella giunta Bassetta Simona Pampanelli costruendo un asse civico ma con una seria impronta di centrosinistra.

Una via non percorribile. Per la mancata disponibilità della Pampanelli a procedere. E questo nonostante alcuni autorevoli protagonisti della tornata elettorale di maggio, davanti all’ipotesi Pampanelli si siano detti pronti a rivedere la propria posizione.

Si tratta, come è abbastanza evidente, di tre posizioni non soltanto un po’ lontane, ma diametralmente opposte l’una rispetto all’altra. Sarà complesso per il Segretario Luca Fantini arrivare ad una quadra: complice anche l’assenza di una sintesi costruita nei mesi precedenti dal gruppo dirigente cittadino. Probabile quindi che si decida di non concedere a nessuno il simbolo per le elezioni Comunali. Cosa che porterebbe, con ogni probabilità, ad una frantumazione completa. Prevista proprio dallo Statuto, in questi casi. Ma ovviamente tutto resta da decidere.

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