Anagni, ecco la mappa della nuova Sanità in provincia

Il DG Asl di Frosinone rivela ad Anagni la mappa della nuova Sanità provinciale. Basata su ospedali tradizionali, Ospedali di Comunità, Case di Comunità. Una struttura anche in città. Come funzionerà. Cosa occuperà. Tempi brevi per il progetto. E la risposta

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

L’annuncio del Direttore Generale Asl Pierpaola D’Alessandro, che ieri sera ad Anagni ha di fatto ridisegnato la sanità Provinciale con un progetto che diventerà concreto nel momento in cui arriveranno i 7 milioni e 368.000 euro provenienti (si spera) dal Pnrr può essere valutato da almeno due diversi punti di vista. Uno tecnico ed uno politico.  Con un rischio che sarà il caso di scongiurare in fretta.

L’aspetto tecnico

I sindaci nella Sala della Ragione

Comunque la si veda, si tratta di un piano ambizioso. L’opportunità unica dei soldi in arrivo dal Pnrr, forse il frutto più importante della disgraziata stagione Covid (ed infatti lo ha riconosciuto in Sala della Ragione la stessa D’Alessandro) consente non di aggiungere una struttura qui, un centro lì; ma di creare una prospettiva nuova.

In sintesi; restano i quattro ospedali principali (Frosinone, Alatri, Sora, Cassino); nascono (soprattutto) Cot, ospedali e case di comunità.

I Cot (Centrali operative territoriali) serviranno da centro di smistamento delle esigenze dei cittadini; non semplici centro di prenotazione (come i Cup); ma vere e proprie centrali operative, che dovranno indirizzare il cittadino dove serve. C’è un caso urgente? Hai un trauma acuto? Un’emergenza? Ti mando a Frosinone, ad Alatri, oppure a Sora, o a Cassino. Se invece la tua patologia non è acuta (un disturbo cronico, una terapia oncologica), ci sono gli Ospedali di Comunità. Strutture che, rispetto ai Pat (Presidi Ambulatoriali Territoriali) preesistenti, consentiranno il ricovero (da 20 a 40 posti letto); avranno personale medico ospedaliero e paramedico per assistere i malati, per una degenza non superiore a 30 giorni.

Uno di questi dovrebbe sorgere ad Anagni, nei locali dell’ex ospedale, e sarà riservato alle esigenze di questo tipo nella zona nord della provincia.

Le Ospedali e Case di Comunità

La DG della Asl di Frosinone Pierpaola D’Alessandro

Un grado più in basso ci saranno le Case di Comunità, in cui si cureranno patologie meno gravi di quelle che si curerebbero nell’Ospedale di Comunità. Ce ne saranno di due tipi; hub (in servizio h24 ) e spoke (12 ore al giorno). Anche qui, previsti fino a 40 posti letto.

Accanto a questa struttura, verranno poi implementati parecchi servizi; le cure palliative domiciliari, gli Hospice, gli ambulatori, i servizi dei consultori, quelli di  prevenzione e promozione della salute.

L’elemento fondamentale sarà  (o dovrebbe essere) la possibilità di agire in modo integrato. Nella realtà disegnata dal manager Asl non dovrà essere il cittadino a fare il giro delle sette chiese, ma la sanità ad anticipare e (possibilmente) risolvere i problemi di salute che si presenteranno.

Non ci saranno reparti e strutture sordi tra loro. Anche grazie ad una robusta spinta nel segno della digitalizzazione; per la quale bisognerà avviare una forte campagna di formazione per il personale.

Il tutto in tempi rapidi. Entro il 10 dicembre il piano verrà presentato agli enti superiori  (Regione, Ministero). Da lì arriverà la risposta.

L’aspetto politico

Daniele Natalia

Non è un caso che ieri ad Anagni, oltre al sindaco Daniele Natalia ed a tantissimi sindaci della zona nord della provincia, ci fossero esponenti di primo piano della Regione Lazio (il Presidente di Commissione Sara Battisti ed il Consigliere Mauro Buschini).

Quella disegnata dal Direttore Generale Pierpaola D’Alessandro è un’opportunità che nessuno vuol perdere. E sulla quale tutti vorranno mettere la propria bandierina. Potrebbe volerlo fare Daniele Natalia sottolineando (come ha fatto) il proprio impegno per dare una svolta alla dolorosa vicenda dell’ex ospedale di Anagni, chiuso da quel centrodestra di cui lui è esponente di peso. Così come potrebbe volerlo fare il Pd chiarendo (come ha fatto il consigliere Sara Battisti) il ruolo della Regione e del presidente Nicola Zingaretti.

Hanno tutti da guadagnarci; Natalia ha l’opportunità di stoppare sul nascere le polemiche sulla sua (presunta) inattività proprio sui temi sanitari che nel 2018 aveva messo al centro della propria campagna elettorale; il Pd (come ha sottolineato ieri sera anche il circolo anagnino in una  nota) ha la possibilità di non essere più la forza dei tagli, ma quella dei rilanci sulla Sanità.

Il rischio

C’è però un rischio. È quello che, con dura semplicità, ha espresso ieri sera uno degli amministratori presenti: “abbiamo sentito negli anni tante parole. Speriamo che non lo siano anche queste”.

Ha ragione. Questa scommessa si giocherà sulla capacità di passare dalle parole ai fatti. Ed in tempi brevi. Se accadrà, bene. Altrimenti sarà una nuova, dura, sconfitta per il territorio.