Anagni, l’aritmetica e la politica

Come sono andate davvero le elezioni ad Anagni. Chi ha vinto e chi ha perso. E cosa succederà nelle prossime due settimane. Prima del corpo a corpo decisivo

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Partiamo dai numeri. Consapevoli però del fatto che, oltre all’aritmetica, c’è anche, forse soprattutto, la politica. Ad Anagni a giocarsi la poltrona del primo cittadino saranno gli ex grandi alleati ed amici, diventati negli ultimi mesi rivali acerrimi: Daniele Natalia ed Alessandro Cardinali.

Il sindaco in carica, ricandidatosi con la coalizione di centrodestra Anagni in movimento ha chiuso il primo turno con il 40,32% pari a 5.105 voti; alle sue spalle, con 3068 voti (24,23%) si è piazzato Alessandro Cardinali spianto dalla coalizione SiAmo Anagni. I due si giocheranno quindi la poltrona tra due settimane al ballottaggio.

Dovranno riuscire a drenare almeno una parte dei 2.273 voti (pari al 17,95%) arrivati a Danilo Tuffi di Anagni Futura; e delle 2.215 (17,49%) preferenze date a Luca Santovincenzo (LiberAnagni).

La partita dei veti

Enrico Pittiglio (Foto: Erika Del Vecchio)

Una partita complicata, anche perché nessuno, per ora, vuole parlare di apparentamenti. Ma è chiaro che nei prossimi giorni ci saranno riunioni, messaggi, mail e quant’altro tra persone e Partiti. Solo per fare un esempio: sarebbe già stata fissata, al più tardi tra un paio di giorni, una riunione interna al Pd, che in città ha appoggiato, a prezzo di una pesante spaccatura, Luca Santovincenzo. Difficile non pensare che si discuterà per capire cosa fare.

La questione potrebbe uscire dai confini cittadini. Anche perché il Segretario provinciale Luca Fantini ha già fatto sapere che ci sarà a stretto giro l’analisi del voto. E che «i primi a parlare saranno i Segretari dei circoli che in queste elezioni hanno fatto delle scelte». Chiarissimo il riferimento ad Anagni: dove la scelta fatta dalla Sezione è stata fallimentare sul piano dei numeri. Il Partito è al 5,37%, non eleggerà Consiglieri in Aula. Meglio è andata l’altra metà del Partito, tutti elementi riconducibili alla componente maggioritaria Pensare Democratico di Francesco De Angelis che ha rotto preferendo schierarsi nel campo civico di Alessandro Cardinali. Tra due settimane è al ballottaggio e si gioca la partita per eleggere il sindaco.

Un segnale lo ha mandato il capogruppo Pd in Provincia Enrico Pittiglio. Nella lunga No Stop di Teleuniverso lunedì sera ha detto che «Se l’alternativa è un candidato sostenuto dal centrodestra unito, trovo più logico che gli elettori del Pd votino dove è in campo l’altra metà del Partito». Luca Santovincenzo ha replicato di non voler sentire nemmeno parlare di accordi: «Noi ci siamo candidati per cambiare le cose».

La partita di Natalia

Daniele Natalia

Ma al di là di posizionamenti e tatticismi, quanto accaduto ad Anagni alimenta diverse riflessioni nel quadro politico cittadino. In  cui (forse) qualcosa è cambiato.

Il sindaco Daniele Natalia è stato capace di proporre una campagna elettorale giocata sul presente e futuro, non sul passato. Ha cioè avuto la capacità (ed onestà intellettuale vuole che gliene vada dato atto) di far passare in secondo piano le titubanze, i rallentamenti, le fibrillazioni di tanta parte della sua prima consiliatura. E di far passare un messaggio; “le cose le abbiamo iniziate; se ci fate continuare, le porteremo avanti”.

C’è più di qualcuno che ha ironizzato sulle inaugurazioni perenni degli ultimi mesi. Ma, sempre dati alla mano, ha avuto ragione il sindaco. A questo punto, c’è da scommetterci, il primo cittadino si giocherà altri due assi al ballottaggio; la riapertura della zona della Calzatora; e l’inaugurazione della rotatoria al bivio della ex Winchester.

Anche se, in caso di vittoria, dovrebbe fare i conti con una maggioranza diversa per rapporti di forza (ad esempio per quanto riguarda Fdi). Una coalizione nella quale potrebbe avere difficoltà a gestire posti ruoli e caselle

La partita di Cardinali

Alessandro Cardinali

Se l’obiettivo era vincere le elezioni al primo turno, se l’obiettivo era risultare il primo della schieramento, allora Alessandro Cardinali ha obiettivamente tradito, almeno in parte, le attese. Se l’obiettivo era impedire la vittoria di un sindaco uscente e costringerlo al confronto diretto in un turno di ballottaggio, allora Alessandro Cardinali ha raggiunto il target della sua missione.

L’analisi del voto dice che ci sarà da lavorare in quello che doveva essere il suo feudo, il quartiere di Tufano. Che ha invece visto un notevole risultato proprio del sindaco Natalia. Forse l’operazione campo civico è stata talmente larga da non essere digerita; forse alcuni passaggi da uno schieramento all’altro sono apparsi un po’ forzati. Sarà indispensabile capire quali sono i punti di debolezza per andarsi a trovare i voti, senza imprecare sul destino cinico e baro. 

La prospettiva Santovincenzo

Luca Santovincenzo

Su Santovincenzo aveva già parlato chiaramente uno che, pur non avendo avuto molta fortuna, ha sempre mostrato capacità di analisi, ovvero l’ex sindaco Fausto Bassetta, da tempi non sospetti sponsor di Santovincenzo. Bassettta, nella chiusura della campagna elettorale, aveva fatto un discorso più di prospettiva che di presente. Facendo pensare ad una coalizione, LiberAnagni appunto, importante più per creare un futuro che per vincere nell’immediato.

Quello di Santovincenzo è stato un tentativo coraggioso, giocato tutto sulla chiave dell’alterità, delle accuse contro i “cloni” della politica tradizionale. Ad un certo punto  sembrava che potesse arrivare, se non al ballottaggio, al terzo posto. Alla fine la realtà ha avuto la meglio.

Resta però il tesoro di un gruppo di giovani con i quali bisognerà fare i conti. Soprattutto se, come ha detto lo stesso Santovincenzo, l’esperienza non si fermerà qui ma andrà avanti.

La vera gara di Tuffi

Danilo Tuffi con la sua squadra

Il grande sconfitto, anche se è arrivato terzo, è Danilo Tuffi. Che in serata ha ringraziato tutti i suoi elettori. Riconoscendo di essere partito “tardi e senza i favori del pronostico”. Ma di essere comunque pronto a portare il suo consenso “dove ci sarà buon governo e crescita della città”. In effetti, Anagni Futura ha pagato il fatto di aver trovato solo all’ultimo secondo il suo candidato. E Tuffi, a torto o a ragione, è stato percepito come la ruota di scorta di Franco Fiorito.

Per il quale va fatto un discorso a parte. Il primo turno ha mostrato quanto, al di là delle opinioni, si sia affievolita la spinta propulsiva dell’ex sindaco. Che, semplicemente, non è stato capace di trascinare Tuffi al di là dei suoi limiti. Ci hanno provato a farlo passare per un leader, con tanto di video aggressivi e toni barricaderi. Ma senza riuscirci. A dimostrazione che l’osmosi, la trasmissione ereditaria del consenso, non esiste.

In realtà però, forse la vera partita di Tuffi non era quella di essere eletto sindaco. Ma di spianare la strada per arrivare esattamente dov’è arrivato. E cioè essere strategico per la vittoria del centrodestra. La pacificazione e l’appoggio a Daniele Natalia potrebbero essere il dazio in cambio della riabilitazione politica per Franco Fiorito. Che di fronte ad una telefonata degli ex amici romani di Fratelli d’Italia urlerebbe Eja eja alalà e non si tirerebbe indieto.

Non a caso, nel colpo di coda finale, l’ex sindaco ha parlato di una bella battaglia, che lo ha portato a “prendere migliaia di voti  contro ogni pronostico” contro “tutti i Partiti e contro le clientele”. Chiarendo di essere già “in marcia per il ballottaggio”. Così, ad occhio, sembra un richiamo per un possibile accordo. Si vedrà.

Dopodiché resta ancora un secondo tempo da giocare. Per alcuni, si tratta proprio di un’altra partita. Ma le carte, al momento, sono queste. E molto dipenderà da come le vorranno ( o sapranno) giocare i protagonisti rimasti in gara.