Il grande caos dell’ospedale e la miccia accesa in maggioranza

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

La bomba politica esplode al mattino. Accade quando alcuni consiglieri comunali del gruppo di maggioranza Progetto Anagni vanno nell’ospedale cittadino. Vogliono verificare le parole scritte sulle varie bacheche social nelle ore precedenti sia dal sindaco Fausto Bassetta che dall’assessore regionale Mauro Buschini. Scoprono così che nel reparto di Degenza Infermieristica c’è nessuno: nessun infermiere e nessun paziente in arrivo. E’ chiuso. Eppure era stato inaugurato appena 24 ore prima. (leggi qui ‘Il Pd manda in scena l’inaugurazione di nascosto’)

Prendono carta e penna e dicono che da esponenti della maggioranza di governo della città non vogliono «essere complici di una presa in giro alla città». Sostengono che l’inaugurazione è stata una farsa. (leggi qui ‘Il Reparto Infermieristico? Inaugurato e chiuso in meno di 24 ore’)

Puntano il dito anche sul fatto che si stia tentando di spacciare quel reparto «per uno dei servizi fondamentali per assicurare un’offerta sanitaria adeguata alle esigenze del territorio». E’ una frase scritta dal sindaco. Il segnale politico è forte.

 

IL VERTICE ALLA ASL
A metà mattina è già il caos. L’assessore regionale Mauro Buschini telefona al suo braccio operativo nella Asl, Giovanni Cirillo. Non può fare altro che confermargli la situazione: niente infermieri, niente reparto. Buschini tuona ‘Assumeteli!’. Provano a spiegargli che c’è una procedura ma non riescono a convincerlo. Non ci sta a rimetterci la faccia. Il problema è che i 4 destinati ad Anagni erano ‘incastrati’ tra turni e ferie già pianificati, spostarli dalla sera alla mattina senza rimpiazzarli è impossibile.

Viene convocata d’urgenza una riunione in Direzione Aziendale. A metterci la pezza ci pensa il solito Marco Ferrara l’anziano addetto stampa che solo la Fornero ha tenuto in Asl. Parte un comunicato nel quale la Asl dice due cose. La prima: di non avere mai detto che quella di giovedì era un’inaugurazione. Semmai era una visita per verificare che tutto fosse pronto per partire. Nei fatti scarica la responsabilità sulla comunicazione fatta da qualcun altro. Perché qualcuno deve averlo detto che quella di giovedì mattina era un’inaugurazione: tutti i giornali usano quel termine.

La seconda cosa: la Asl dice che il reparto è aperto ma non c’è ancora la gente perché si sta aspettando che i medici abbiano pazienti da mandare lì. Si stanno esaminando i casi, ci vorrà qualche giorno. Ecco perché è aperto ma è come se fosse chiuso.

E gli infermieri? Quando ci saranno i pazienti arriveranno pure loro, assicura Ferrara.

Nello stesso momento, a qualche porta di distanza, la Asl chiama di corsa le infermiere da assumere per mandarle ad Anagni o rimpiazzare chi da Frosinone verrà spostato. Vengono chiamate le persone che nei giorni scorsi avevano dato la disponibilità: si tratta di infermieri ‘libero professionali’, professionisti chiamati a contratto e non assunzioni per concorso.

 

LA NOTA DI NOTO
A confermare che il reparto è aperto sulla carta ma di fatto senza pazienti è il dottor Carlo Noto, il medico che coordinerà i medici di famiglia disposti ad alternarsi nella struttura. Ha detto al quotidiano on line Tg24.info che «Al momento è arrivata qualche richiesta, ma la degenza ancora non è operativa, stiamo valutando le cartelle dei pazienti».

 

LE REAZIONI POLITICHE
Le reazioni politiche intanto si moltiplicano. Il consigliere regionale Fabrizio Santori di Fratelli d’Italia dice che l’inaugurazione farsa di Degenza Infermieristica ad Anagni è «l’ennesimo schiaffo per la città: viene tagliato il nastro per poi lasciare desolatamente vuoto il reparto».

Per il Coordinatore provinciale di Forza Italia Pasquale Ciacciarelli ed il capogruppo consiliare di Anagni Daniele Natalia «L’apertura flop della degenza infermieristica di Anagni è l’esempio lampante di una politica sanitaria regionale votata al fallimento».

Il vice presidente della Provincia, Andrea Amata di Alternativa Popolare, ricorda che il problema non è solo il fatto che il reparto sia di fatto chiuso, ma che gli impegni con la città erano ben altri, perché Degenza Infermieristica non prevede la presenza di alcun medico ospedaliero.

Il Partito Democratico tace. Non interviene né il gruppo consiliare, né il segretario cittadino, né quello provinciale. Rompe il silenzio in serata Mauro Buschini: «Insieme alla Asl ed alla Regione stiamo riportando, pezzo dopo pezzo, i servizi in una struttura che era stata chiusa dalla destra di Renata Polverini. La polemica di queste ore? Cambia poco se il primo ricovero c’è venerdì o sabato o il lunedì successivo: l’importare è iniziare a riportare i servizi ad Anagni. Per il resto, mi pare che molto sia dovuto al dibattito politico nella città. Però penso che le questioni della salute non debbano essere strumentalizzate».

 

 

IL DESTINO DELLA MAGGIORANZA
(di Franco Ducato, Conte del Piglio)

 

E adesso bisognerà vedere cosa accadrà in maggioranza.

Si perché ad Anagni la questione sanità, con le polemiche annesse all’inaugurazione del reparto di Degenza infermieristica (anche se secondo Buschini trattasi solo di una visita per controllare lo stato di avanzamento dei lavori) è, con ogni probabilità, solo un pretesto per alimentare lo scontro che da tempo tutti hanno sotto gli occhi; quello tra Pd e Progetto Anagni, le due anime principali della coalizione bassettiana, che da parecchio ormai più che stare insieme si sopportano.

Non è un mistero per nessuno che Domenico Beccidelli, l’anima fondante di Progetto Anagni, vada dicendo a tutti di essersi sbagliato sulla scelta del colonnello Fausto Bassetta: «Eccellente ufficiale, uomo onesto ma fare il sindaco non è per lui». Aggiungendo che, se fosse possibile, opterebbe diversamente.

Una consapevolezza alimentata dalla lunga litania di incontri che in questi giorni lo stesso Beccidelli sta portando avanti nel tentativo di aggiungere ai suoi consiglieri (ed a quelli dell’opposizione) anche altri membri della maggioranza. Come ad esempio Giuseppe De Luca, che sarebbe stato avvicinato da tempo. O come Alberto Floridi, che pure avrebbe ricevuto qualche abboccamento in materia.

La novità delle ultime ore sta nel fatto che, forse, anche il Pd anagnino potrebbe non essere così compatto a favore del sindaco.

Giovedì, all’inaugurazione (o quello che era) del reparto, c’era il sindaco, c’era Vittorio Save Sardaro. Ma non c’erano altri esponenti del Pd locale. Non c’erano consiglieri comunali, ad esempio. Forse perché le modalità della comunicazione dell’evento non hanno permesso di essere presenti in tempo, certamente. Anche se gira voce che a qualcuno non sia andata giù la scelta di Carlo Noto come responsabile del nuovo servizio.

La sensazione è che chi di dovere stesse cercando da tempo il pretesto per rompere in maggioranza. E quello che è successo potrebbe essere il classico assist che mette il centravanti da solo davanti alla porta.

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