Covid, Stella, Saxa: le parole chiave del 2020 ad Anagni

Il 2020 di Anagni. Dal Covid alla crisi del commercio, dall'industria che si rianima alle polemiche sul bio. Un'amministrazione che tiene il colpo ma vive comunque le sue fibrillazioni. Ed il 2021...

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

Un anno iniziato con il sindaco che assume il piglio del leader, capace di gestire con coraggio ed abnegazione la piaga del coronavirus in città. Un anno terminato (ma non è ancora finita) con le polemiche scatenate dall’annuncio del project financing per realizzare due nuovi parcheggi e 20 km di nuova illuminazione per le strade della città di Anagni.

In mezzo, le vicende di una maggioranza ampia (ma con qualche mal di pancia, come nel caso del consigliere Cardinali); e di un’opposizione che perde progressivamente i pezzi (ma che nel finale dell’anno cerca di ricompattarsi, almeno in parte); le promesse fatte (e non mantenute) sull’ospedale; le lentezze della macchina amministrativa; gli allarmi degli ambientalisti sul biodigestore ( e non solo); le polemiche sovraniste; e la perdita di un gigante della cultura come il professor Giovanni Stella.

È il 2020 ad Anagni, bellezza. Proviamo ad analizzarlo per categorie. Partendo dal tema dei temi

Il Covid ad Anagni

Foto: Marco Cremonesi / Imagoecinomica

Nel momento della massima emergenza della prima ondata (marzo-aprile) il sindaco Daniele Natalia veste  i panni del conducator ( in senso buono); informazione costante, appelli alla cittadinanza, ed il giusto mix di ottimismo e responsabilità di chi deve condurre la propria cittadinanza al di là del guado.

Natalia tenta anche di usare la situazione per smuovere le acque sul fronte della Sanità, cercando di accreditare l’ex ospedale di Anagni come centro Covid, nel tentativo di riaprire le porte della sanità in città, ma non ci riesce. (Leggi qui Coronavirus, la linea calda di Natalia e Lorusso sull’ospedale di Anagni).

In generale la sensazione è di un primo cittadino in grado di gestire l’emergenza, meno la fase della ripartenza economica e sociale di un territorio piegato dalla crisi. Gli annunci sui contributi per i cittadini ci sono, ma manca l’idea di un piano complessivo.

Un tema che, soprattutto nella seconda parte dell’anno, si fa sentire parecchio.

La politica, la maggioranza

Daniele Natalia

L’anno termina com’era iniziato; con una maggioranza numericamente schiacciante per il primo cittadino. Resa ancora più forte dall’ingresso ( di fatto, se non proprio formale) del duo Necci- Vecchi (Guglielmo Vecchi, subentrato a Gianluigi Ferretti negli ultimi mesi); i componenti del nuovo gruppo di opposizione (?) Idea Anagni chiariscono subito come stanno le cose; Vecchi, nel suo discorso di insediamento, dice di avere una buona opinione del sindaco;  meno, invece, del resto della squadra di governo. Guadagnandosi la replica stizzita di chi lo accusa di pensare solo alla poltrona da assessore (magari al Bilancio) e gli dice, in pratica, fermo lì ed aspetta il tuo turno (se arriverà).

C’è però, per la maggioranza, da considerare qualche fibrillazione. Come  i mal di pancia all’interno del gruppo di Fdi; Ambrosetti che sgomita per un posto in giunta; Cardinali che restituisce le deleghe dei Lavori Pubblici. (Leggi qui Tre project per cambiare passo: ma in Aula è guerra).

Oppure, sempre per restare in maggioranza, le critiche sempre meno velate ad un settore, quello del Commercio e delle attività produttive, che avrebbe bisogno di una guida ben più forte e decisa di quella attuale

La politica, l’opposizione

Sandra Tagliaboschi

I mal di pancia della maggioranza vengono però resi meno importanti dalla crisi dell’opposizione.

A parte il duo Vecchi- Necci più di là che di qua, il 2020 fa registrare la difficoltà di creare una vera e propria attività coordinata dei 4 reduci. Nello Di Giulio, Fernando Fioramonti, Sandra Tagliaboschi e Valeriano Tasca ( in ordine alfabetico, eh) riescono raramente a dare un’impronta comune al loro agire.

Per lo più, cercano di manifestarsi a livello individuale, come fa Tasca tra una pausa e l’altra delle sue esclusioni dai social per motivi disciplinari; o come fa Fioramonti, che cerca con Cittatrepuntozero (e con Equologica nelle ultime settimane) di creare una piattaforma comune di sinistra più radicale ed ambientalista.

Resta un po’ fuori la Tagliaboschi, tanto aggressiva nei consigli quanto poco capace di fare squadra. In generale, su questo punto, da considerare la rilevanza piuttosto modesta (almeno per ora) del Pd cittadino. Dal quale era lecito attendersi (soprattutto dopo l’inizio dell’era Fantini) un altro piglio.  

Completamente usciti dai giochi invece (dopo lo strappo con Fioramonti) i 5 Stelle; una delusione anche a livello locale.  

La gestione della cosa pubblica

Foto © Can Stock Photo / Jan Pietruszka

Un 2020 che va a strappi, quello del comune di Anagni. L’ufficio Tecnico resta ancora un tema scottante, con la fuga dell’architetto Vincenzo Maia che lascia aperto un buco non indifferente in quello che dovrebbe essere il cuore pulsante dell’attività amministrativa. (Leggi qui L’ufficio da cui ‘scappano’ tutti. Anche Maia ha mollato).

Anche qui, la sensazione è di una maggioranza più portata ad annunciare che a programmare a lunga scadenza. Vedi il caso ospedale. Molti, nel 2020, gli annunci su colloqui fatti con i vari responsabili dell’Asl provinciale ma, alla resa dei conti, nulla di fatto. (Leggi qui Orfano di Lorusso, Natalia cambia strategia sulla Sanità).

Un nulla di fatto che diluisce quel capitale di consensi che il sindaco era stato capace di mettere assieme nel 2018, garantendo che la morte della signora Ascenzi non sarebbe stata inutile (a proposito, dove sono finite le sigle come Coesa o Adesso Basta, nate in questi anni per dare addosso, prima di Natalia, alla gestione della Sanità?). (Leggi qui Il messaggio a Zingaretti ed ai suoi tecnici partito da Porta Cerere).

Certo, non mancano le belle novità; come gli investimenti per il tratto stradale Asi, per risolvere un problema atavico che penalizza le realtà industriali anagnine, costrette ad usare strade da quarto mondo. Ma c’è parecchio da fare.

L’economia e l’ambiente

Bio metano dai rifiuti ciociari

Bisogna distinguere. Sul piano generale Anagni, come le altre realtà locali, ha vissuto un 2020 tremendo, con le conseguenze devastanti del covid in ambito socio-economco. Tanti i negozi chiusi e non più aperti; un aumento esponenziale delle richieste di contributi e sussidi al comune, indice di una situazione complessa.

Se la grande distribuzione ha tenuto il passo, le piccole attività hanno stentato e stentano a ripartire. Un tunnel che dovrebbe finire, si spera, con l’arrivo del vaccino.

Anche il comparto industriale ha sofferto parecchio. Ed era un comparto che già in città non è che andasse alla grande. Tra le eccellenze capaci di resistere e di andare avanti, la Saxa Gres; a cui è anche legata una delle ultime grandi discussioni dell’anno; quella sul progetto da realizzare insieme alla Saf: un impianto dal quale estrarre bio metano dagli avanzi di cucina raccolti nelle case dei ciociari. Avanzi che oggi vengono portati in Veneto a circa 150 euro a tonnellata. (Leggi qui Saf, si al metano bio con gli avanzi delle nostre cucine).

Un tema sul quale alcune associazioni di ambientalisti si schierano a favore, altre contro; altre dicono si in linea di principio all’impianto, no alla concentrazione di progetti sulla provincia di Frosinone. (Leggi qui Il segno del Lupo: “Senza impianti si inquina di più”).

Una questione che dominerà anche il 2021.

Anagni, cultura e società

Un anno vissuto tra due estremi; da una parte il compianto unanime per la scomparsa del Professor Stella, il gigante che creato il Festival del teatro medievale. (Leggi qui Anagni ha un festival perché aveva una Stella che lo volle). Dall’altra, le polemiche a livello nazionale scatenate dal festival Cultura e identità che, ai primi di agosto, ha portato in città nomi discussi come quelli di Fusaro, Meluzzi e Magdi Cristiano Allam. Una pagina da ricordare. Per chi scrive, non con simpatia. (Leggi qui La piazza che fa discutere).

Il 2020 culturale anagnino termina però, per fortuna, con l’inaugurazione delle installazioni per ricordare Dante Alighieri, in previsione delle celebrazioni, nel 2021, del 700° anniversario della morte del padre della letteratura ( e della lingua) italiana. Un appuntamento che può segnare, per Anagni, un nuovo inizio.