Il rischio di una sfida tra Natalia e Superman

Superman

Il centrosinistra ancora non ha superato la scorsa sconfitta elettorale. Il tema di fondo: ad Anagni esiste uno schieramento comune di Progressisti? L'errore da non ripetere. A destra non c'è lo stesso problema. Anche se le divisioni non mancano. Ecco perché

Franco Ducato

Conte del Piglio (ma non) in Purezza

È, come al solito, la vecchia questione del dito e della luna. O, se si vuole uscire dalla metafora, della tendenza a parlare dei dettagli e non dei problemi veri. Ad Anagni negli ultimi giorni ha tenuto banco la discussione sulle possibili evoluzioni dello schieramento del centrosinistra, in vista delle prossime elezioni comunali. Ed a far parlare è stata l’ipotesi (bene specificarlo, solo un’ipotesi) di un nome tecnico che potrebbe (condizionale d’obbligo, bene specificare anche questo) essere a capo di un ipotetico schieramento di centrosinistra (che possa superare quello sonoramente battuto alle ultime comunali).

Si è parlato di incontri, contatti, tra tecnici e vecchi nomi del centro sinistra locale. E, come capita spesso in queste circostanze, le polemiche sono state aspre.

Egidio Proietti – Segretario Pd Anagni

Va bene. Registriamo il fatto che in città un nome per il candidato a sindaco del centro sinistra non c’è (pare) ancora. Poco male. In fondo, non sarebbe la prima volta che in città il nome del candidato a sindaco viene scelto all’ultimo momento utile. Spesso, addirittura un minuto dopo.

Ma (ed ecco il discorso del dito e della luna), rimane un dato di fondo da analizzare; in città, a parte la discussione sul nome del candidato a sindaco, esiste uno schieramento comune di progressisti? Più esattamente, visto che gli schieramenti di solito dovrebbero aggregarsi sulle idee e non sulle tessere, esiste un gruppo di forze che su alcune questioni pregnanti per il futuro della città ha idee comuni e di lungo respiro? Insomma: sull’ospedale, sulla viabilità, sul recupero del centro storico, sull’economia, sull’ambiente, sulla vocazione turistico commerciale (oppure no) di Anagni, le forze che fanno riferimento al Pd sono d’accordo con quanto pensa, ad esempio, l’associazionismo cittadino?

E con quelle che guardano al mondo della sinistra più radicale? E con l’universo, slabbrato ma sempre presente, dei grillini?

Fausto Bassetta

Forse questa, più che quella sul nome del candidato, è la domanda da porsi. Perché altrimenti si corre il rischio di fare come con la candidatura di fausto Bassetta. Quando si guardò soprattutto alla necessità di fare fronte comune contro il nemico a destra, senza dare troppo peso alle diversità interne. Gli effetti li hanno visti tutti: un uomo stimatissimo, dalla moralità specchiata, la competenza tecnico giuridica di dimensione nazionale, impantanato nelle diversità politiche di retrovia fino ad essere inghiottito dalle sabbie mobili.

Anche perché, invece, a destra tutti questi problemi non ce li hanno. Non perché le divisioni non ci siano, intendiamoci. In maggioranza più di qualcuno, a microfoni rigorosamente spenti, comincia ad essere stufo di come un settore nevralgico quale il Commercio venga amministrato; ed i borbottii di Fdi per avere più peso ci sono sempre, al di là delle fotografie ufficiali. E non mancano le perplessità su come viene gestito il Bilancio.
Però poi tutto rientra. Un po’ perché nessuno vuole schiodarsi dalla poltrona. E un po’ perché le critiche si bloccano quando si tratta di esprimerle in faccia al sindaco. 

Ecco perché il centrosinistra ha bisogno urgente di definirsi in modo chiaro e preciso. Altrimenti per superare Natalia non basterà il nome di un tecnico valido. Nemmeno se fosse Superman.