Anatomia di un successo: perché Natalia ha vinto

Perché ha vinto Daniele Natalia. Cosa ha impresso una svolta. E quali sono state le armi capaci di condizionare il risultato. Anatomia di una vittoria. Che non inizia oggi. E non finisce presto

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Anzitutto i numeri definitivi.  Daniele Natalia è il nuovo sindaco di Anagni con 5.852 voti, pari al 57,98% dei  voti complessivi. Un distacco molto consistente (anche se non un plebiscito come si pensava) da Alessandro Cardinali che si è classificato secondo al ballottaggio, ottenendo complessivamente 4242 voti, pari al 42,02% dei votanti.

Al netto, fanno 1.600 voti di distacco tra il vincente e lo sconfitto, a fronte della forbice di 2.000 voti che si erano registrati alla fine del primo turno, quando Natalia aveva ottenuto 5.105 voti, mentre Cardinali si era attestato a 3.068.

Insomma, la tanto attesa rimonta non c’è stata. Cardinali non è stato in grado, durante  i 15 giorni di campagna elettorale del ballottaggio, di rovesciare il destino.

La soglia sul display

Il momento clou è arrivato alle 15.53. In quell’istante il display del comitato elettorale di Natalia ha segnato il raggiungimento della soglia considerata ufficiale per la sicurezza della rielezione. Un numero che ha scatenato una salva di applausi. Natalia, nonostante le numerose campagne elettorali vissute negli ultimi anni, non è stato in grado di resistere all’emozione, e si è lasciato andare ad un pianto liberatorio nelle braccia della madre e del fratello.

Subito dopo è iniziata la sarabanda delle telefonate, delle strette di mano, degli abbracci e delle congratulazioni; la chiamata del governatore Francesco Rocca: “Adesso dimostreremo che su Oncologia e Primo Soccorso non mentivamo”. E ovviamente anche dei numerosi brindisi che sono andati avanti fino a tarda sera.

Nelle dichiarazioni ufficiali Natalia ha poi recuperato, almeno parzialmente, il ciglio asciutto. Dichiarando di aver vinto per la bontà del programma portato avanti. Un programma fatto di inaugurazioni “che andranno comunque avanti: le abbiamo fatte in questo periodo perché ora è arrivata la scadenza naturale dei progetti. Quattro che avremmo dovuto fare in questi giorni le abbiamo sospese proprio per evitare strumentalizzazioni”.

Fair play finalmente

Natalia ha reso l’onore delle armi ad Alessandro Cardinali: “ha portato avanti una campagna signorile siamo riusciti a non lasciarci andare a polemiche e frizioni”.

Il sindaco rieletto ha messo in chiaro di voler da subito riprendere a lavorare per la città, per completare il percorso iniziato nel segno delle nuove opere, ma anche di una complessiva risistemazione di tutta la macchina amministrativa. Perché, ha detto “Anagni deve diventare moderna e Smart“.

Dall’altra parte, Cardinali è apparso sicuramente provato dalla sconfitta; ma pronto a riconoscere la legittimità del dato elettorale.Evidentemente – ha detto – non siamo stati in grado di spiegare per bene il nostro progetto ai cittadini”. Dopo i complimenti di rito al neo sindaco, Cardinali ha dimostrato di voler comunque da subito prendere coscienza del suo ruolo di oppositore. Chiarendo che la sua non sarà una opposizione preconcetta: “se ci saranno progetti positivi per la città ne prenderemo atto; altrimenti faremo sentire la nostra voce”.

Ovviamente sarà importante per Cardinali stabilire da subito un rapporto con gli altri esponenti dell’opposizione. Che rischia di essere piuttosto frammentata. “Di questo parleremo tra qualche giorno – ha concluso Cardinali -; il presupposto è quello del bene comune di Anagni. Sarà il punto di partenza per provare a stabilire un rapporto tra di noi”.

I punti fermi: i numeri

Fin qui il dato di cronaca. Ma un’analisi più approfondita della vittoria di Natalia alle elezioni comunali di Anagni non può prescindere dalla sottolineatura di alcuni punti fermi.

Il primo sono i numeri. Il sindaco Natalia rispetto al primo turno ha dimostrato di aver guadagnato altri 750 voti. Supponendo che al primo turno avesse fatto il pieno dei voti di tutto il centrodestra, la domanda è: da dove sono arrivati quei 750 voti in più? La sensazione, forte, è che alcuni di questi voti possano essere arrivati da esponenti delle coalizioni che non sono arrivate al ballottaggio. E che avrebbero quindi deciso a quel punto, piuttosto che di non votare, di favorire la vittoria del neo sindaco.

Rispetto al primo turno Cardinali ha invece ottenuto circa 1200 voti in più. Anche qui, un’analisi del voto fatta a spanne consente di stabilire che con ogni probabilità molti di quei voti sono arrivati da pezzi delle coalizioni sconfitte che, invece di rimanere a casa, visto che ogni apparentamento era andato in fumo, hanno deciso di provare ad appoggiare Cardinali. Voti che potrebbero essere arrivati in misura notevole dalla coalizione di Anagni Futura, capitanata da Danilo Tuffi. Ovviamente tutti smentiranno. Ma è una possibilità che molti in città considerano particolarmente importante.

La politica e gli scenari   

Al di là dei dati numerici e dei flussi, l’analisi politica può essere elaborata così. Natalia ha cominciato a vincere queste elezioni nell’ottobre dello scorso anno. E cioè, come molti ricorderanno, in quello che sembrava il punto più basso della precedente consiliatura. Quando davvero Natalia era arrivato ad un passo dallo scioglimento del Consiglio comunale e della dissoluzione della sua maggioranza. Quando cioè, come si ricorderà, per tre volte di seguito il sindaco non era riuscito a raggiungere il numero legale per approvare i punti del suo consiglio.

Colpa di una situazione particolarmente frastagliata della sua maggioranza, con il passo indietro di Tuffi e D’Angeli,  e la situazione già di crisi acclarata con Pierino Naretti. Tanto è vero che il sindaco era stato costretto a convocare il Consiglio comunale a tarda sera pur di avere la presenza di alcuni consiglieri necessari per il numero legale. In quella circostanza la scelta della minoranza era stata quella di non premere sull’acceleratore per provare ad arrivare ad una crisi vera e propria, ma di provare a invece far cuocere nel suo brodo Natalia, confidando in una lenta dissoluzione.

Cosa che invece evidentemente non è accaduta. È proprio da quel momento che il sindaco ha scelto invece di giocarsi le sue carte in modo diverso. Rilanciando, come un giocatore di poker, sull’unica scelta plausibile. Quella delle opere da realizzare, per far passare il messaggio di un’amministrazione che dopo un lungo momento di stasi, stava riprendendo ad accelerare. Per far pensare che sarebbe stato improponibile per la cittadinanza bloccare quel momento di rinascita. Una strategia che, soprattutto per quanto riguarda le numerosissime inaugurazione degli ultimi mesi, è stata anche oggetto di sorrisi. Ma che, evidentemente, ha pagato.

Digital e social

Un altro elemento che probabilmente ha pesato è stato quello relativo alla capacità del sindaco di mettere in piedi una campagna elettorale al passo con i tempi, consapevole delle risorse del digitale. L’uso della rete e soprattutto dei social è stato ben metabolizzato dai collaboratori di Natalia. Non è superficiale la scelta di una ‘linea grafica’ moderna, ordinata, con colori tenui ed un claim ammiccante e coinvolgente come ‘Ricomincio da te‘ che innesca l’effetto chiamato in Psicologia della Pubblicità Effetto Diplopico. Cioè richiama alla mente qualcosa di già sentito (il celebre titolo cinematografico Ricomincio da Tre) sovrapponendosi al suo valore di traino.

E poi come non sottolineare il colpo di genio della chiusura fatta venerdì scorso. Con Francesco Rocca portato a ‘scegliere’ il locale dove mettere il reparto senza salire sul palco. E la manona in polistirolo con cui salutare la piazza buttando nel ridicolo la strumentalizzazione messa su la settimana precedente da Piazza Pulita che aveva usato il Var per individuare un suo ipotetico saluto romano durato circa un secondo.

Mentre i suoi competitori sono rimasti ancorati ad una campagna elettorale più vecchia maniera, per quanto riguarda Cardinali  e Tuffi. I quali hanno avuto ancora una volta conferma di quanto diceva il leader socialista Pietro Nenni: “Piazze piene, urne vuote”; in questo caso è stato “tavolate piene, urne vuote”.

Sicuramente innovativa ma forse un po’ troppo idealista e minoritaria, per quanto riguarda invece Santovincenzo.

Col senno del poi

Alessandro Cardinali

A proposito dei rivali. Il candidato a sindaco di SiAmo Anagni ha probabilmente pagato una serie di errori. A partire dalla modalità con cui si è arrivati alla creazione della coalizione. Il Campo Largo-Civico è stato da molti visto come una comitato elettorale, pensato più per opporsi a Natalia che per sviluppare una proposta autonoma alternativa.

Senza contare che poi hanno fatto molto discutere le lacerazioni interne al Partito democratico. Che fino alla fine non si sapeva cosa avrebbe fatto. E che poi ha deciso di spaccarsi; una parte civica è passata con Cardinali, mentre il Pd ufficiale è andato con Santovincenzo.

Quella di Santovincenzo è stata, a detta di molti, la coalizione più nuova e coraggiosa tra quelle entrate in campo. Con una proposta decisamente originale e moderna. Che però probabilmente ha pagato una sostanziale immaturità politica di fondo. Lo ha riconosciuto tra gli altri lo stesso ex sindaco Fausto Bassetta uno dei padri putativi della coalizione, parlando di un discorso più aperto in prospettiva che non legato alle possibilità della vittoria a breve.

La sindrome della Ruota di Scorta

Danilo Tuffi

Per quanto riguarda Tuffi invece, con ogni probabilità gli ha giocato contro la modalità stessa della sua indicazione. Tuffi è spuntato  all’ultimo secondo, quando si è capito che l’ex sindaco Franco Fiorito non sarebbe stato della partita. Tuffi ha, in questo senso, evidentemente scontato il fatto di essere visto come una ruota di scorta. E, nonostante una campagna, soprattutto negli ultimi giorni, giocata in modo molto aggressivo, non è stato in grado di risalire la china.

Tutto questo ha portato a Natalia una affermazione netta sia al primo turno che al ballottaggio. Se ne parlerà domattina, quando si terrà l’ultimo consiglio comunale della precedente consiliatura. Che per i paradossi della politica, si terrà poche ore dopo la vittoria di Natalia e la nascita del suo secondo consiglio comunale. Ma al di là di questo paradosso, la vera domanda è cosa accadrà adesso.

Cosa accade ora

Il governatore Francesco Rocca tra il Dg Asl Angelo Aliquò ed il sindaco Daniele Natalia

Natalia, in teoria, è di fronte ad una situazione per molti versi invidiabile. La seconda vittoria consecutiva gli consente di poter lavorare libero da obblighi di carattere elettorale. E quindi pienamente disposto a cambiare in maniera profonda il segno della città.

Una condizione resa invidiabile anche dalla famosa filiera; cioè dalla presenza alla Regione ed al Governo nazionale di referenti politici del suo stesso credo. Insomma, c’è tutto quello che serve per fare bene. E non ci sono neanche gli impedimenti oggettivi (uno per tutti la pandemia) che lo stesso Natalia ha sempre utilizzato come alibi per spiegare le lentezze della prima fase della sua prima consiliatura.

Ma, paradossalmente, tutto questo potrebbe diventare un problema. Perché a questo punto, anche vista la maggioranza notevole che si prepara a gestire, per Natalia la necessità di dover confermare tante promesse e tante aspettative potrebbe essere un problema.

Anche il tema dei rapporti di forza potrebbe rivelare delle grane. Rispetto alla prima, quella che si appresta ad entrare in consiglio è una maggioranza decisamente più spostata a destra. Con una presenza preponderante di Fratelli d’Italia. Partito che ovviamente farà sentire la propria voce nella battaglia per la creazione della giunta. Difficile pensare, solo per fare un esempio, che Riccardo Ambrosetti, il consigliere più votato della storia di Anagni, si accontenti del ruolo di consigliere con delega alla manutenzione; e che non punti invece decisamente ad un ruolo primo piano nella giunta. Ridimensionando, in questo senso, il ruolo della Lega e di Vittorio D’Ercole. Insomma il vento in poppa c’è. Ma ci sono anche degli ostacoli, di cui è bene tenere conto per avere una navigazione tranquilla.

La nuova opposizione

la sala del Consiglio Comunale

E l’opposizione? Dipende molto da cosa accadrà nei rapporti tra le varie forze.  Rispetto a quelli del 2018, gli esponenti dell’attuale minoranza hanno forse ancora meno punti di contatto.

Nella precedente consiliatura, anche se con qualche difficoltà, alla fine c’era stato un coordinamento complessivo tra le varie anime della minoranza. Qui il problema rischia di essere quello di non individuare una linea comune. Cosa che potrebbe favorire ancora di più il cammino già in discesa del primo cittadino.