Anbi, via allo statuto per rendere incisiva l’azione nel Lazio

Via allo Statuto rinnovato di Anbi. Insieme all'attività di 'lobby' si cerca di costruire il nuovo ruolo centrale nella difesa dell'ambiente tutela del suolo. Il ruolo del direttore Renna: in regione durante i lavori per il Bilancio

Camilla de Tourtrissac

Tagliacucitrice con gusto

Diciotto articoli per fissare obiettivi, compiti, funzioni, linee guida e priorità d’azione. Lo statuto è servito. L’approvazione è venuta durante l’assemblea di Anbi Lazio, l’associazione che riunisce i Consorzi di Bonifica presenti nella regione. Il via libera è arrivato dal consiglio nazionale di Anbi su proposta del presidente nazionale Francesco Vincenzi ma è un traguardo politico tutto del laziale (non solo di territorio) Massimo Gargano, che è il direttore della stessa struttura capitolina di via Santa Teresa.

La sede dell’associazione dei Consorzi di Bonifica del Lazio

Il passaggio chiave, anche in questa occasione, è il cambio di passo. Il direttore di Anbi Lazio Andrea Renna lo aveva anticipato a giugno scorso. All’atto della sua nomina. Renna è un uomo di relazioni. Sa tenere i rapporti. Venerdì scorso, pomeriggio inoltrato da un bel po’, mentre il Grande Raccordo Anulare era bloccato, la sindaca Virginia Raggi aveva chiuso scuole, parchi e cimiteri (ieri erano ancora chiusi….) Renna era alla Pisana. C’era la seduta per il Bilancio… Dicono che non sia stata una coincidenza.

Accade spesso. Nessun motivo particolare” ha risposto nel pomeriggio tagliando corto con cortesia. Infilando come al solito una delle sue battute con cui ha la proverbiale capacità di girare l’argomento: “Sai tra un po’ è Natale, ora come Renna mi tocca andare di qua e di là …presidiare”.

Più che una renna, i presenti dicono che assomigliava ad un’ape: poggiandosi di fiore in fiore, di Gruppo in Gruppo, di maggioranza e di opposizione. Dialogava, usando la stessa cortesia, sia con consiglieri di maggioranza che anche con quelli di opposizione. Di tutti i territori.

La realtà è che c’è una strategia di medio periodo che Anbi ha deciso di mettere in atto: il clima cambia, le necessità per il mondo agricolo ora sono diverse, la tutela del suolo non può più essere la Cenerentola. Le leggi che disciplinano la materia sono ormai superate, occorre un nuovo elemento di snodo e raccordo per portare a casa la soluzione. Anbi ha capito che deve esercitare quel ruolo.

Andrea Renna (direttore di Anbi Lazio) e Massimo Gargano (direttore Anbi nazionale)

Renna è un direttore esperto, viene dal mondo della comunicazione ed ha svolto ruoli di relazione. È chiaro che Gargano lo abbia gettato nell’emiciclo della Pisana alla ricerca di quei percorsi con i quali realizzare o completare i progetti di tutela ambientale nel Lazio. Confidando anche nella sua conoscenza del terreno: per anni è stato caposegreteria in quelle stanze. Chi realizzi poi i progetti, fa poca differenza. Pragmatico, bada poco al colore del pelo del gatto: importante è che mangi il topo.

Ufficialmente, la mission è quella di promuove la piena conoscenza delle attività dei Consorzi di Bonifica. In realtà c’è una scadenza strategica: nel Lazio, i consorzi di bonifica, come previsto dalla legge di riforma regionale, saranno ridotti da 10 a 4. Occorre guidare dall’interno quel processo.

Per il Litorale Nord (area romana ed etrusca) Etruria Meridionale e Sabina (Viterbo e Rieti) il 9 febbraio sarà una data storica. Si tornerà all’ordinaria gestione grazie alla fusione. Una concreta possibilità per riallineare nel Lazio ruoli, compiti, funzioni. Insomma: fine dei Consorzi che intervengono solo quando c’è l’emergenza ma un ruolo quotidiano nella prevenzione e nella tutela del suolo.

Il sistema delle bonifiche rappresenta nel Lazio una realtà molto vasta. I Consorzi gestiscono, grazie a oltre 400 dipendenti, una rete con 16.000 chilometri di canali e garantiscono irrigazione su oltre 90.000 ettari destinati alle coltivazioni agricole, che fanno dei prodotti agroalimentari, una delle più importanti voci dell’export laziale.

Hanno 100 impianti irrigui. Oltre 60 impianti idrovori. Ad oggi oltre 307mila consorziati in un perimetro consortile di quasi 1 milione e 700mila ettari con un perimetro di bonifica di più di 604 ettari.

Numeri sui quali Anbi ha deciso di puntare per creare alleanze, contatti, sinergie con tutti soggetti privati e pubblici. Soprattutto con quanti gestiscono il territorio. 

Lo Statuto rappresenta la base da cui partire per orizzontare la bussola della rotta. Il tracciato è delineato. Renna ha sottolineato la necessità di fare un Patto per il Suolo. Obiettivo a medio termine anche la cartografia dei canali della Regione Lazio. Grazie alla sinergia e la collaborazione degli uffici regionali – dice Renna – “stiamo lavorando in collaborazione con tutti i colleghi direttori che con i funzionari interessati ringrazio davvero , per definire un supporto che oltre ad essere unico sarà anche strategico per il nostro territorio ed il futuro delle attività dei consorzi. Al momento giusto ne parleremo“.

Il che è la nemesi per il Comunicatore. Quello che fa il diplomatico ora ha deciso di realizzare e solo dopo comunicare. Il cambio di passo è anche questo.