Il declino di Sora: radiografia su vent’anni di nulla

Lo studio voluto da Ance - Unindustria sulle criticità nei poli economici della provincia: Frosinone, Anagni, Cassino, Sora. Cresme presenta le 131 pagine di lavoro sul Sorano. Nulla di nuovo: sono le stesse criticità degli ultimi vent0anni, che Cresme ha riunito ed attualizzato. Dimostrando così che in questo periodo poco o nulla è stato fatto

Il territorio di Sora con il suo circondario ha perso tra il 2013 ed il 2018 oltre 3400 abitanti. In prospettiva, nei prossimi dieci anni il circondario perderà 7.700 abitanti; la popolazione calerà di altri 12.200 abitanti nel decennio successivo, per un calo totale di 19.900 abitanti in vent’anni, nella migliore delle ipotesi ma addirittura 25mila nella peggiore.

Non è tutto: un quarto della popolazione attuale ha oltre 65 anni e nell’arco dei prossimi dieci anni la popolazione anziana salirà fino a superare un terzo del totale.

Non solo: il territorio ha perso la sua vocazione industriale, attraversa una profonda crisi di identità. E non è abituato a guardarsi. Non vede i suoi pregi: aria, acqua, qualità della vita hanno un valore fondamentale sul quale è possibile basare qualunque piano di rilancio.

LA COPERTINA DEL DOSSIER

A rilevarlo è stato uno studio del Cresme il Centro di Ricerche Economiche Sociologiche e di Mercato dell’Edilizia diretto da Lorenzo Bellicini. È stato proprio il direttore a tracciare gli scenari socio economici su Sora ed i 24 Comuni del suo circondario con un totale di oltre 90mila abitanti, individuando criticità e potenzialità. Indicando vocazioni ed opportunità per lo sviluppo strategico.

A chiederglielo è stato Angelo Massaro, presidente provinciale dell’Ance l’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili che aderisce a Unindustria. Ha sollecitato Cresme a studiare i vari poli economici della provincia ed indicare le possibili vie sulle quali investire. Bellicini ed il suo team hanno analizzato anche Cassino, Frosinone e Anagni con i loro circondari.

Il dossier su Sora

ANGELO MASSARO

Su Sora ne è scaturito un lavoro di 131 pagine. Dalle quali emerge che dal 2008 la popolazione è iniziata a scendere: perché lo scenario minimo con il quale ci si confronta oggi è l’Europa ed i giovani vanno lontano; cercano opportunità migliori di quelle che è in grado di offrire un’Italia nella quale un ingegnere appena assunto viene pagato meno di un Reddito di Cittadinanza; dove più di qualcuno ha l’indecenza di pretendere che i neo laureati debbano lavorare gratis; la Pubblica Amministrazione è governata da riti burocratici del Cretaceo.

La sfida è quella di fare in modo che questa terra sia la migliore nella quale stare. Ma non sarà così fino a quando – ha detto il presidente Angelo Massaro – ci sarà una politica incapace di ottenere i finanziamenti europei perché le domande vengono fatte male; si perdono opportunità, lavori, fondi e soprattutto infrastrutture.

C’è disinteresse prima che incapacità: “come dimostra l’assenza dei sindaci oggi in questa sala. Gli abbiamo messo a disposizione questo lavoro e tranne due nessuno di loro è venuto”. Presenti nell’auditorium Barono di Sora solo il sindaco di Sora Roberto De Donatis ed il sindaco di Picinisco Marco Scappaticci. Gli altri potrebbero essere on line, approfittando della piattaforma streaming: “Me lo auguro, farebbero solo il bene del territorio” aggiunge Massaro.

Nulla di nuovo, tutto nuovo

LORENZO BELLICINI, DIRETTORE DEL CRESME

L’analisi del Cresme ha il merito di avere individuato, riunito ed attualizzato tutti i punti di criticità evidenziati negli ultimi 25 anni di studi condotti a macchia di leopardo dai vari enti.

Si va dalla mancanza di ‘identità e assenza di un elemento identificativo (ad esempio la torre per Pisa, il prosecco per il valdobbiadene…) che venne denunciata per primo da Augusto Pigliacelli quando era ancora al timone della Camera di Commercio e non era passato in Regione Lazio a guidare il Comitato di Controllo Contabile. Si passa per il processo di deindustrializzazione e mancata conversione descritto in uno dei più autorevoli studi condotti da Cna già dieci anni fa.

C’è la mancata messa a sistema e la scarsa propensione all’internazionalizzazione indicata anni fa da Unindustria. C’è la necessità di costruire un turismo alternativo a Roma e Napoli puntando sul medioevo, le abbazie, i percorsi religiosi: temi descritti nei report chiesti da Florindo Buffardi quando era a Confcommercio e teorizzava il Turismo Fuori Porta, ottenendone discreti risultati

Il lavoro di Cresme ha però un enorme valore aggiunto: in quelle 131 pagine è stata capace di individuare tutto, metterlo insieme, aggiornarlo alla realtà economica e sociale dei nostri giorni.

Nulla è stato fatto

Il non detto che emerge tra le righe è ancora più drammatico: nulla o quasi è cambiato in questi anni, meno ancora è stato fatto per evitare che accadesse.

Le soluzioni, sono le stesse che da anni vengono sollecitate: Cresme ricorda che aria, acqua e qualità della vita sono un’opportunità enorme, sottolinea che li abbiamo tutelati grazie ai Parchi “Ma fuori da qui nessuno lo sa. Perché manca un vero marketing territoriale”.

Il vero elemento di cambiamento potrebbe essere la fermata Tav di Cassino. “L’Alta Velocità non va concepita solo come una metropolitana di superficie per Roma. Proietta questo territorio al centro dell’Italia, ora è raggiungibile da Milano in poco più di tre ore. E questo cambia tutta la prospettiva. Ma bisogna saperne approfittare generando un’offerta, un motivo per venire qui”. È un commento all’unisono quello dei presidenti Angelo Massaro e Alberto La Rocca, commentando l’analisi di Lorenzo bellicini.

La novità di Alberto

ALBERTO LA ROCCA

Tra le righe del convegno emerge con chiarezza la voglia di tornare ad impegnarsi in prima linea per Alberto La Rocca, l’imprenditore che guida il colosso delle costruzioni Delta SpA e past president di Ance.

Ha ricordato che lo studio di Cresme finanziato dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili di Frosinone è un vecchio pallino del suo Think Thank Agorà.

Sora si avvia alle elezioni comunali del 2021 e quel laboratorio di idee vuole ritagliarsi un ruolo: di proposta, sollecitazione. “Noi da oggi siamo in campo. Vogliamo sviluppare proposte per far crescere questo territorio, lo studio realizzato dal Cresme è uno strumento fondamentale di crescita e di opportunità”.

Qualcuno fa notare al sindaco uscente Roberto De Donatis l’ultima pagina del flyer nel quale sono riassunte le cifre e gli elementi chiave dello studio. Appare quasi un programma elettorale. Insinuando quasi che Alberto La Rocca voglia partecipare con la sua associazione alle prossime elezioni.

Si, ho visto: c’è pure la data”, risponde a bruciapelo il sindaco. Ironia del destino: sulla copertina si parla della Sora del futuro: Sora 2030. Come a dire, per le prossime elezioni non c’è trippa.