Ancora tu… L’eterno duello tra Mario e Alfredo

Lo scenario politico ripropone ancora una volta il dualismo Mario Abbruzzese vs Alfredo Pallone. ma questa volta nello stesso fronte. Il caso Nardone e le dimissioni.

Si sono lasciati di notte. Uno l’indomani mattina è andato a fondare un nuovo Partito. L’altro è rimasto dov’era. Per molto tempo non si sono salutati. Perché Alfredo Pallone era convinto che a fondare il Nuovo Centro Destra ci sarebbe andato con tutta la sua squadra. Invece Mario Abbruzzese rimase in Forza Italia.

Ora si ritrovano nello stesso fronte: quello che sostiene Silvio Berlusconi.

 

MARIO NON LASCIA E RADDOPPIA

Mario Abbruzzese è l’unico big politico della provincia di Frosinone sicuro di una doppia candidatura blindata alla Camera: nel maggioritario, collegio di Cassino, e nel proporzionale. Sta lavorando da tempo a questa doppia ipotesi e il fatto di essere nella ristretta cerchia dei fedelissimi del presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani lo aiuta non poco.

Che sia finito nel cerchio giusto lo dimostra non tanto la citazione sul Corriere che lo ha inserito tra i ‘volti nuovi’ sui quali Berlusconi punterà per ringiovanire l’immagine del Partito. (leggi qui Abbruzzese nell’olimpo dei ‘volti nuovi’ sui quali punterà Berlusconi). Lo dimostra invece il fatto che sia ammesso alle riunioni in cui si decide il nome del candidato governatore del Lazio, insieme a gente come il Coordinatore Regionale Claudio Fazzone, i senatori Francesco Giro e Francesco Aracri, il plenipotenziario Altero Matteoli, i capigruppo Renato Brunetta e Paolo Romani.

Per il resto, cercherà di piazzare uomini di riferimento dovunque potrà: Pasquale Ciacciarelli alla Regione e forse anche Silvio Ferraguti o Gianluca Quadrini al Senato. Non sono esponenti della sua componente, ma in questo momento entrambi potrebbero risultare funzionali ad un disegno chiaro. Mario Abbruzzese, nel caso di vittoria del centrodestra a “trazione” Forza Italia potrebbe ambire perfino ad un ruolo: le Commissioni sono un luogo chiave nello snodo delle politiche e degli accordi sotterranei tra le forze in cerca di equilibrio e di governabilità. E potrebbe prendere le redini della componente che fa riferimento ad Antonio Tajani diventandone l’alter ego.

 

L’ETERNO ALFREDO

Nella galassia centrista della cosiddetta quarta gamba del centrodestra l’eterno Alfredo Pallone si sta ritagliando l’ennesimo ruolo strategico e cruciale. Non fa che ripetere di non essere interessato ad una candidatura al Senato o alla Camera. E’ vero perché sicuramente punta alla riconferma come membro del consiglio di amministrazione dell’Enac. E se vogliono proprio farlo contento, si troverebbe a suo agio anche nell’organismo europeo che coordina gli Enac dei singoli Paesi.

Ma non rinuncerà ad esercitare un ruolo chiave anche in queste elezioni. La ‘separazione consensuale‘ di Alternativa Popolare non lo ha colto di sorpresa.  Lo sa da mesi che la scissione era un’opzione possibile. E l’ha preparata.

Come primo passo ha rassegnato le dimissioni da Coordinatore Regionale. Maurizio Lupi le ha respinte. Giovedì partecipa con il Coordinatore nazionale all’incontro con i rappresentanti delle province del Lazio.

 

IL CASO NARDONE

Alfredo Pallone poi sta affrontando con la freddezza dell’esperienza la lacerazione con il presidente provinciale Michele Nardone. Che non lo riconosce come leader. L’avvocato cassinate glielo ha fatto capire, rassegnando le proprie dimissioni nelle mani di Maurizio Lupi «mancando al momento il ruolo gerarchico del commissario regionale, che di fatto non esiste più». Invece il coordinatore provinciale Michele Mele e gli altri membri del Direttivo hanno rassegnato le dimissioni nelle mani di Pallone, che le ha respinte.

Pallone, per non alimentare rotture ha deciso di assecondare Nardone: si è dimesso nelle mani di Lupi, sarà Lupi e respingere le dimissioni. In attesa che venga ufficializzato il respingimento, l’avvocato già sabato sera è stato escluso dalla chat del Direttivo.

 

L’ETERNA SFIDA

La politica vive di accelerazioni improvvise, di scenari che mutano un giorno sì e l’altro pure. L’onorevole Maurizio Lupi ha un filo diretto con Silvio Berlusconi e i voti del Nuovo Centrodestra servono a Sua Emittenza a sfondare la soglia del 40%. Alfredo Pallone e la sua rete di contatti sul territorio del Lazio sono fondamentali alla causa in questo momento. Raggiungere il muro del 3% nel collegio significa eleggere un deputato. Non raggiungere quel muro ma avvicinarsi di molto significa avere contribuito comunque in maniera importante al risultato. E poter chiedere un riconoscimento.

Che per Alfredo Pallone ora non sono né Camera né Senato ma il bis all’Enac.

 

Per questo si ripropone ancora una volta il duello eterno con Mario Abbruzzese.

 

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