Andare oltre le primarie: il Pd che verrà ha tante anime

Le renziane Valentina Calcagni e Maria Spilabotte, la risorsa Giuseppina Bonaviri, le certezze di Francesco De Angelis. E il valore aggiunto di Antonio Pompeo, che punta ad allargare la base elettorale.

Dopo le primarie del 3 marzo il Partito Democratico dovrà (finalmente) porsi il problema delle elezioni vere. Ce ne saranno a raffica: in 39 Comuni della provincia di Frosinone (tra i quali Cassino, Veroli, Isola del Liri, Ceprano) innanzitutto. Ma poi anche le provinciali per il rinnovo dei dodici consiglieri e le Europee.

Le quattro liste a sostegno di chi concorre alla segreteria nazionale vanno inquadrate e lette anche con uno sguardo rivolto al futuro.

Valentina Calcagni è la capolista di quella di Roberto Giachetti, mentre in settima posizione c’è l’ex senatrice Maria Spilabotte, che ha così dimostrato di volersi mettere a servizio del Partito.

Giachetti è il più renziano dei tre e quindi bisognerà vedere dopo cosa succederà. Cosa farà cioè Matteo Renzi: se resterà nel partito o se invece andrà per conto proprio. C’è un particolare da non dimenticare mai: i gruppi parlamentari della Camera e del Senato rispondono a Renzi. E continueranno a rispondere a lui. Chiunque sarà il segretario. Il che vuol dire nessuna possibilità di contatto con i Cinque Stelle. Tanto più dopo che Giarrusso ha mimato il gesto delle manette.

La professoressa Giuseppina Bonaviri è la capolista della mozione di Maurizio Martina. Si tratta di un elemento importante, considerando l’area civica che da sempre ruota attorno alla Bonaviri. Adesso sta al Pd darle uno spazio di agibilità autonomo.

Con Zingaretti ci sono Francesco De Angelis e Antonio Pompeo. Il primo alla guida di una lista che ha dovuto tenere insieme tante sensibilità diverse, da Marino Fardelli ad Alessandra Maggiani. Sara Battisti, consigliere regionale, è in posizione non eleggibile. Anche lei ha voluto mandare un messaggio di militanza. De Angelis ha una struttura collaudata, dunque avrà il solito risultato importante.

La lista di Antonio Pompeo è quella che ha più scelte davanti e che può allargare la base elettorale del Pd. Negli ultimi anni il Pd ha vinto (e perso) tante primarie, ma è risultato irrimediabilmente sconfitto nelle elezioni vere. Pompeo guarda anche a mondi che tradizionalmente non votano a sinistra. La sua lista sarà sì importante alle primarie, ma soprattutto per il futuro. Il modello Abruzzo, che è anche quello di Zingaretti, è l’unico al quale il centrosinistra può davvero guardare. Quello del presidente della Provincia è molto simile.