Angelo, il predestinato che ora punta a conquistare anche la Provincia

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Consigliere comunale a 18 anni, coordinatore provinciale del movimento Giovanile di Forza Italia, Angelo Cervi punta ora a conquistare la Provincia. "È il segnale che quello di Forza Italia è rinnovamento vero"

Aveva appena 18 anni quando ha firmato la sua prima candidatura: anno 2011 e stava preparando l’esame di maturità. Nel 2016, anno della sua seconda elezione, era invece alle prese con la tesi di laurea in Economia e Management. La politica è nel suo destino: era ancora un bambino e invece di trascorrere con i cartoni animati i suoi giovedì sera li passava a guardare le trasmissioni di un riccioluto Antonello Iannarilli su Teleuniverso. Appena avuta l’età ha voluto frequentare gli incontri di un movimento giovanile. Naturalmente quello di Forza Italia. Del quale è diventato coordinatore provinciale Giovani di Frosinone. Nel suo paese, Alvito, è già consigliere comunale: molti giurano che sia solo una prima tappa. Angelo Cervi ora punta al Consiglio provinciale di Frosinone: tra gli uomini, con i suoi 26 anni, è il più giovane dei candidati in lizza. 

In questa lista, Forza Italia ha schierato il coordinatore Regionale dei Giovani ed il coordinatore provinciale dello stesso movimento: non c’erano altri per riempire? 

“Vi sfugge un dettaglio”

Quale?

Che per essere candidati al consiglio provincia, sia il Coordinatore Regionale che quello Provinciale del Movimento Giovanile di Forza Italia devono essere già Consiglieri Comunali. Ed a questa età è già un segnale di grande rinnovamento. Basterebbe già questo per rispondere“.

Vi hanno rapiti all’asilo?

Nessun sequestro. È invece il risultato di una politica avviata in questi ultimi anni, una politica di valorizzazione dei ragazzi. La lista di Forza Italia è composta da numerosi under 35. Penso che non siano candidature casuali, anzi. Sono candidature di spessore. La presenza anche di Zaccari, coordinatore regionale dei giovani, ne è la conferma“.

Il segnale di rinnovamento, con il Congresso, non è arrivato un po’ tardi? 

Meglio tardi che mai. Ogni processo ha i suoi tempi. Ogni ricambio avviene nel momento in cui è indispensabile alla sopravvivenza. Se questo segnale è arrivato solo oggi per dare però inizio ad un vero periodo di crescita, va bene così: significa che prima non era necessario e la classe dirigente del Partito otteneva risultati. Meglio rinnovarsi oggi, ma davvero, piuttosto che averlo fatto ieri, ma non in maniera concreta. C’erano delle situazioni da risolvere, si è atteso che arrivassero a maturazione. Ora però si apre un processo che potremmo definire “a lunga durata”, per rinnovare davvero il nostro Partito”.

Forza Italia ha bisogno di sberlusconizzarsi? 

Forza Italia è Silvio Berlusconi, non si può prescindere da quella figura. Ma se è stato avviato questo iter di rinnovamento, con lo spazio ai giovani, ai congressi per eleggere la propria classe dirigente anziché nominarla, significa che lui per primo ha capito che la società sta cambiando e quindi anche la politica che deve governare questi processi deve essere aggiornata. E che quindi anche la struttura del nostro partito deve cambiare”.

Detto in termini calcistici, che in Forza Italia piacciono tanto: Forza Italia non aveva più il fiato per correre…

“In termini sportivi, direi che Berlusconi oggi si è ritagliato il ruolo dell’allenatore, per limiti non suoi non può fare il capocannoniere. La sua esperienza può giovare a tutti. Deve essere il mister che sceglie e guida la squadra da far scendere in campo. Ma non si può prescindere da Berlusconi”.

E il vivaio? Nessuna forza politica sembra averci puntato molto, negli ultimi vent’anni

“Vero. Ma ora Forza Italia si gode il risultato di aver continuato a credere nel movimento giovanile. E ora può permettersi il lusso di schierare la nuova generazione. Che sono sufficienti per il momento. C’è bisogno di figure nuove e giovani da mettere nella nostra vetrina politica”.

La riforma Delrio ha rivoluzionato le Province: cosa ci si vuole andare a fare allora Angelo Cervi a piazza Gramsci? 

Il consigliere provinciale di oggi sicuramente non è quello di dieci anni fa. Presa coscienza di questo, può avere il suo ruolo. La Provincia ha ancora tante deleghe ed è determinante per il proprio territorio. Deve essere raccordo tra gli enti, tra i piccoli comuni, le unioni dei comuni, la regione. E’ un anello imprescindibile. Dalla Provincia è possibile agire a vantaggio dei territori. E possibile anche far sentire la propria voce su scenari più ampi: non dimentichiamo il ruolo nell’Upi , l’unione delle Province, nel lazio ed in Italia”.

La candidatura di Cervi è più politica o più amministrativa? 

Nessun aspetto prevale sull’altro. Se non fossi un bravo amministratore non sarei preso in considerazione dalla Politica. Se non fossi sostenuto dalla politica non potrei essere un amministratore efficiente.  Le due componenti sono indispensabili”.

È l’avvio di una carriera?

“No. Non c’è l’ambizione di iniziare da qui una carriera politica. La candidatura è invece stato un passo fatto per difendere il mio territorio, quello del mio Comune e più in generale la Valle di Comino. Mi candido perché vivo ogni giorno le difficoltà di un amministratore e voglio darmi da fare per questo. Io sono uno di quelli che pensa: più amministrazione e meno salotti”.

Stavolta non c’è Magliocchetti, con la sua esperienza. Cervi rischia di doversi confrontare con una agguerrita pattuglia leghista: preoccupato?

Francamente no. Anzi, le vicissitudini delle ultime settimane, sia quelle per la formazione della lista per le provinciali, sia i dibattiti ed i confronti in corso per le elezioni comunali, sembrano invece essere l’inizio di una sana unità del centrodestra. Non vedo i candidati della Lega come ipotetici nemici”.