Annalisa D’Aguanno: “Scelte condivise o NCD sarà una Forza Italia bis”

E’ una delle signore di ferro della politica nel Lazio. Appare poco ma a Roma sa farsi ascoltare. Soprattutto è una di quelle con cui bisogna fare i conti se si vuole affrontare un’elezione. In particolare a Cassino. Annalisa D’Aguanno è stata una delle fondatrici del Nuovo Centro Destra quando Angelino Alfano ha lasciato Forza Italia ed ha fondato la nuova formazione politica, appoggiando dall’interno il governo di Matteo Renzi. Non è omologata al pensiero centrale e politicamente viene considerata molto vicina alle posizioni di Roberta Angelilli, coordinatrice regionale di Ncd Lazio in tandem con Alfredo Pallone.

Ncd nasce contestando il centralismo di Forza Italia e rivendicando un ritorno al tradizionale assetto dei Partiti, con le loro sezioni, le loro discussioni e le loro decisioni furtto del dibattito interno: ritiene che Ncd oggi sia rappresentato in maniera adeguata sul territorio oppure i vertici provinciali hanno dimenticato il loro ruolo appena dopo avere ricevuto l’incarico, dal momento che c’è chi lamenta mancate riunioni e zero convocazioni per indicare la linea?

Si, il NCD nasce il 15 novembre 2013 ad opera degli esponenti del Popolo della Libertà contrari al suo scioglimento e alla fondazione di una nuova Forza Italia, troppo verticistica, che non poteva tener conto di tutte le anime che componevano il PDL. Ritengo che tutto ciò sia dovuto al fatto che, a tutt’oggi, il NCD è un partito ancora non adeguatamente strutturato a livello periferico.

I territori che ruolo devono avere nelle scelte, insomma chi decide i candidati a sindaco: chi sta nei territori o altri?

Sicuramente i candidati a sindaco di ogni singolo comune devono essere frutto esclusivamente di scelte maturate e condivise sul territorio e da chi ogni giorno il territorio lo vive e per esso si batte.

Pallone – Scalia è un asse che la convince?

In questo momento in cui i partiti giocano un ruolo marginale, a mio avviso, può determinarsi ogni tipo di asse a livello personale, con l’ovvia conseguenza che le scelte non condivise portano poi, a cascata, prevedibili malumori e differenti prese di posizione altrettanto personali sui singoli territori

Alfredo Pallone aveva annunciato le dimissioni in diretta TV da coordinatore regionale poi non le ha rassegnate, perché?

E’ una domanda che credo debba essere rivolta al diretto interessato, l’unico a poter fornire chiarimenti ed eventualmente a dare spiegazioni

Chi candiderebbe a sindaco di Cassino?

Credo che, in questo particolare momento, prima di avallare e lanciare candidature a sindaco dovremmo chiederci cosa vorremo per la nostra città, su quale progetto lavorare e concentrare le energie di tutti, e soffermarci a riflettere sui bisogni e sulle potenzialità ancora inespresse di un intero territorio. Un territorio che deve necessariamente esercitare il ruolo di fulcro e di punto di riferimento per tutto il basso Lazio. Cassino deve essere il polo attrattivo per una serie di investimenti e deve cominciare a parlare di turismo in maniera seria e concreta. Senza dimenticare il ruolo che svolgerà, dall’autunno in poi, il rilancio dello stabilimento Fca di Piedimonte: vero volano per la ripresa di tutto il Cassinate con benefiche ricadute anche per l’intera provincia di Frosinone. Un’altra Serie A, a mio avviso, forse anche più importante di quella calcistica quanto a ricadute economiche, certe e durature, per il territorio.

Qual è il suo giudizio sulle amministrazioni provinciale di Frosinone e comunale di Cassino?

Sono solo e soltanto i cittadini, ed in provincia i comuni, con lo strumento del voto, gli unici legittimati a giudicare l’operato dell’una o dell’altra amministrazione. L’appuntamento elettorale della nostra città è alle porte. Dunque vedremo.

Franco Fiorito ha pagato per tutti?

Franco Fiorito ha pagato sicuramente le colpe di un sistema. Purtroppo, quel sistema, sia pure sotto forme e con modalità diverse, è tuttora vivo e vegeto, come dimostrano i ricorrenti scandali che investono la Regione Lazio guidata da Zingaretti e il Comune di Roma del Sindaco Marino. Un malaffare diffuso, per abbattere il quale sarebbe necessaria una rinascita morale e culturale che investa tutta la società civile.

Dove sta andando la politica ciociara?

La politica ciociara dovrebbe mettere da parte tutte le lotte personali intestine, riconoscersi nei programmi e condividere dei progetti inclusivi che abbiano come obiettivo il coinvolgimento di tutte le espressioni territoriali. Diversamente non si va da nessuna parte. a vantaggio di chi in altri territori riesce a fare quadrato.