Antonio Pompeo alla Camera

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Martedì rappresenterà l’Upi nazionale sui due temi più importanti dell’attualità politica ed economica: il reddito di cittadinanza e Quota 100. Prosegue la scalata del presidente della Provincia di Frosinone e dell’Upi Lazio, che a Montecitorio, un giorno, vorrà entrare da deputato.

Antonio Pompeo alla Camera dei Deputati. Come esponente dell’Upi nazionale, su delega diretta del presidente Michele de Pascale. Martedì prossimo, dopodomani. Pompeo rappresenterà l’Unione delle Province d’Italia sui temi più importanti della politica economica nazionale: il reddito di cittadinanza e Quota 100. E per il presidente della Provincia di Frosinone, nonché sindaco di Ferentino, non è un regalino con cui celebrare la nomina (da pochi giorni) a numero uno dell’Upi Lazio. (leggi qui Ma cosa significa Pompeo presidente dell’Upi?)

È un ulteriore segnale di come Antonio Pompeo alla Camera vorrebbe arrivare in un altro ruolo, quello di deputato, alla prossima tornata elettorale. Percorrendo una strada che sta provando a costruire ormai da un anno. Innanzitutto con i risultati: nel pieno della crisi politica del Pd esplosa con la sconfitta del 4 marzo scorso, Pompeo ha inanellato una serie di successi elettorali, vincendo le Comunali della sua città e poi le Provinciali. E poi con l’allargamento della base: ha costruito una componente da affiancare (e non contrapporre) a quella di Francesco De Angelis, puntando sugli amministratori comunali soprattutto di matrice civica che non fanno parte del patrimonio Pd. Sta portando avanti un’operazione di “recupero” e di ricucitura anche verso diverse persone che sono andate via dai Dem in questi anni. Senza considerare i rapporti che sta tenendo in prima persona a Roma.

Fra pochi mesi sarà impegnato in quella che per l’Upi rappresenta la “madre di tutte le battaglie” politiche, quella di ridare alle Province il ruolo che avevano prima della riforma Delrio. Peraltro in linea con il risultato del referendum costituzionale del dicembre 2016, che ha confermato per questi enti la rilevanza istituzionale.

Tornare all’elezione diretta del presidente e dei consiglieri, riottenere le deleghe cedute, ma soprattutto riprendersi le risorse finanziarie necessarie, rappresenterebbe una svolta indubbia. Da mettere sul piatto nel momento in cui bisognerà individuare i volti (e le teste) nuove per il Pd che uscirà oggi dalle urne delle Primarie.

Sul piano politico, all’interno del Partito Democratico, sarebbe una strada per la candidatura, parallela a quella che passa per la Federazione provinciale. Quando si tornerà al voto per Camera e Senato ne sentiremo parlare.