Appello a Draghi: Pompeo raccoglie le firme di 51 sindaci

Ondata di sostegno al premier Mario Draghi affinché non lasci Palazzo Chigi. Dalla provincia di Frosinone 51 sindaci firmano la lettera - appello proposta dal presidente Antonio Pompeo

Con la fascia tricolore e con fermezza. Hanno scritto: “Con incredulità e preoccupazione assistiamo alla conclamazione della crisi di Governo generata da comportamenti irresponsabili di una parte della maggioranza“. Sono 51 i sindaci della provincia di Frosinone che hanno sottoscritto l’appello proposto dal presidente della provincia Antonio Pompeo per convincere il premier Mario Draghi a non lasciare Palazzo Chigi.

È la lettera firmata già a livello nazionale dai sindaci Antonio Decaro (sindaco di Bari e presidente dell’Associazione Nazionale Comuni d’Italia), Michele De Pascale (sindaco di Ravenna e presidente dell’Unione Province Italiane), Roberto Gualtieri (sindaco di Roma), Dario Nardella (sindaco di Firenze), Beppe Sala (Milano) Luigi Brugnaro (Venezia), Marco Bucci (Genova), Giorgio Gori (Bergamo), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Ricci (Pesaro).

Sindaci via chat

(Foto © Capra / Imagoeconomica)

È bollente la chat dei sindaci italiani. Non vogliono che Mario Draghi vada via lasciando Palazzo Chigi senza il suo patrimonio di credibilità internazionale. Senza il suo peso specifico con i leader mondiali.

Antonio Pompeo ne ha parlato con il presidente dell’Upi Michele De Pascale e lo ha fatto nella sua duplice veste; come presidente della Provincia di Frosinone e come presidente delle Province del Lazio. Si è confrontato in chat con il sindaco di Firenze Dario Nardella ed ha messaggiato con il presidente dei Comuni Antonio Decaro.

A quel punto si è mobilitato, coinvolgendo tutti i sindaci della provincia di Frosinone. Chiedendogli di firmare e di farlo per due ragioni. La prima: il Paese in questo momento ha bisogno di Mario Draghi; la seconda: in questo modo i sindaci possono determinare il loro peso nelle scelte nazionali.

Ha condiviso il testo del documento – appello. “Le nostre città, chiamate dopo la pandemia e con la guerra in corso ad uno sforzo inedito per il rilancio economico, la realizzazione delle opere pubbliche indispensabili e la gestione dell’emergenza sociale, non possono permettersi oggi una crisi che significa immobilismo e divisione laddove ora servono azione, credibilità, serietà. Il Presidente Mario Draghi ha rappresentato fino ad ora in modo autorevole il nostro Paese nel consesso internazionale e ancora una volta ha dimostrato dignità e statura, politica e istituzionale.

Chi ha firmato l’appello

Antonio Pompeo

Le prime 51 firme dei sindaci della provincia di Frosinone sono arrivate in meno di dodici ore. Altri firmeranno domani.

Ad appoggiare la richiesta a Mario Draghi sono stati finora Marina Di Meo (sindaco di Acquafondata), Augusto Agostini (Acuto), Maurizio Cianfrocca (Alatri), Luciana Martini (Alvito), Antonio Como (Amaseno), Libero Mazzaroppi (Aquino), Luigi Germani (Arce), Massimo Fiori (Arnara), Renato Rea (Arpino).

C’è la firma di Pancrazia Di Benedetto (Campoli Appennino), Franco Moscone (Casalvieri), Enzo Salera (Cassino), Fabio Abballe (Castelliri), Oreste De Bellis (Castelnuovo Parano), Gianni Fantaccione (Castrocielo), Marco Galli (Ceprano), Ennio Marrocco (Cervaro), Bernardino Donfrancesco (Colfelice), Valentina Cambone (Colle San Magno), Mauro Bussiglieri (Collepardo), Simone Costanzo (Coreno Ausonio).

Scorrendo l’elenco ci sono le firme anche di Giuseppe Villani (sindaco di Esperia), Francesco Piccirilli (sindaco di Falvaterra), Gianpio Sarracco (sindaco di Fontana Liri), Antonio Pompeo (Ferentino e presidente della Provincia), Pierino Serafini (Fontechiari), Matteo Campoli (Fumone).

Roberto Gualtieri con Enzo Salera (Foto: Roberto Vettese)

Hanno risposto all’invito di Antonio Pompeo anche Matteo Campoli (sindaco di Fumone), Mario Piselli (Gallinaro), Adriano Lampazzi (Giuliano di Roma), Urbano Restante (Guarcino). Lo hanno fatto anche Massimiliano Quadrini (Isola del Liri), Gino Molinari (Morolo), Enrico Donato Bellisario (Pescosolido), Marco Scappaticci (Picinisco), Ornella Carnevale (Pico), Anselmo Rotondo (Pontecorvo).

Ci sono i nomi di Enrico Pittiglio (sindaco di San Donato Valcomino), Paolo Fallone (San Giovanni Incarico), Sergio Messore (Sant’Ambrogio sul Garigliano), Giuseppe Rivera (Sant’Andrea del Garigliano), Enzo Scittarelli (Sant’Apollinare), Giampiero Forte (Santopadre), Nadia Bucci (San Vittore del Lazio), Maurizio Proietto (Serrone), Roberto De Vellis (Strangolagalli), Gianfranco Barletta (Supino).

Firmano Fiorella Gazzelloni (sindaco di Terelle), Alfonso Santangeli (Torrice), Anelio Ferracci (Vallecorsa), Fernando De Magistris (Vallemaio), Giovanni Iorio (Villa Santo Stefano), Vincenzo Iannetta (Viticuso).

La richiesta dei sindaci

Il testo che hanno firmato avanza richieste precise. “Chiediamo a Mario Draghi di andare avanti e spiegare al Parlamento le buone ragioni che impongono di proseguire l’azione di governo”.

Ma si appellano anche alle forze politiche presenti in Parlamento. Alle quali chiedono “di pensare al bene comune. Di anteporre l’interesse del Paese ai propri problemi interni. Queste forze hanno il dovere di portare in fondo il lavoro iniziato in un momento cruciale. Sia per la vita delle famiglie che delle imprese italiane”.

Avvertono che “Se non dovessero farlo si prenderebbero una responsabilità storica davanti all’Italia e all’Europa e davanti alle future generazioni. ”Ora più che mai abbiamo bisogno di stabilità, certezze e coerenza per continuare la trasformazione delle nostre città perché senza la rinascita di queste non rinascerà neanche l’Italia”.