Appuntamento alle 18: via alla task force per costruire il dopo Zingaretti

La Direzione Regionale Pd si riunisce oggi alle 18. Gli appunti di Astorre. I giudizi su Zingaretti. La strategia per confermare il campo ultra largo. Ed ampliarlo ancora. I presupposti ci sono. Le mine sul percorso, che vanno assolutamente evitate

L’appuntamento è per le ore 18 di oggi: è la prima tappa della marcia per la costruzione della nuova alleanza con la quale il centrosinistra difenderà il fortino della Regione Lazio. La Direzione Regionale del Partito Democratico varerà la 0delegazione incaricata di avviare le consultazioni con gli esponenti del Campo largo costruito con pazienza da Nicola Zingaretti. Il più vasto in Italia, il più solido. (leggi qui Primarie o non: i Dem preparano la delegazione).

Una delegazione di cinque persone che dovrà incontrare tutti e senza nessun preconcetto. Nemmeno quello delle Primarie per individuare il candidato alla successione di Nicola Zingaretti.

La road map di Astorre

Bruno Astorre (Foto Sara Minelli © Imagoeconomica)

Il Segretario regionale del Pd Bruno Astorre ha finito ieri sera di riordinare gli appunti per l’incontro di oggi. Terrà una relazione introduttiva e dopo di lui parleranno i componenti della Direzione.

I punti fissi sui quali Astorre intende incanalare la discussione sono una mezza dozzina. Il presupposto è che subito dopo le Comunali nei tre capoluoghi del Lazio Frosinone – Viterbo – Rieti chiamati al voto il 12 giugno inizia la battaglia per la Regione.

La stella polare del ragionamento del Segretario però non solo quelle Comunali e meno ancora il loro risultato. È invece l’evidenza che in questi anni nel Lazio si sia riusciti a dare vita a quello che Bruno Astorre ha sempre definito “un modello di governo avanzato, unico in Italia”. In pratica, un campo ultra largo capace di aggregare sensibilità diverse che fuori dal recinto della Regione faticano a fare sintesi. È la vittoria del modello Zingarettiano su quello renziano: non bisogna dimenticare che la costruzione del Campo Largo alla Pisana è iniziato 5 anni fa: era il 2018 ed il Pd in Italia era reduce dalle macerie di una tornata elettorale catastrofica; stravinta dall’antipolitica a 5 Stelle al culmine di una stagione Dem fatta di veleni, scissioni ed uscite di chi non si sentiva più a casa con Matteo Renzi.

Il giudizio e la prospettiva

Nicola Zingaretti

Anche per questo, gli appunti del senatore Astorre dicono che il giudizio del Partito Democratico sull’azione politica di Nicola Zingaretti è molto più che positivo; e che altrettanto vale per il giudizio sul suo operato come amministratore della Regione Lazio. Occorre ora – è la convinzione del Segretario regionale – trasformare tutto questo in prospettiva: per dare una visione di lungo respiro agli elettori, in piena continuità con il lavoro al quale hanno assistito in questi dieci anni. Durante i quali – evidenzia Astorre – hanno assistito al risanamento dei conti nella Sanità, alla riapertura degli ospedali che le Destre nel Lazio avevano chiuso, alla rivitalizzazione di un tessuto industriale che ha ripreso smalto e vigore.

L’intervento è un capolavoro di equilibrio diplomatico. Nel quale si riconosce il merito al Governatore ma si pone al centro la coalizione. Da qui parte il suo invito agli alleati affinché venga allestita una nuova proposta di alto livello e con altrettanta capacità di inclusione. Il Campo largo di Astorre parte dall’attuale maggioranza che governa il Lazio e che al suo esterno invece si affanna.

Il percorso minato

Daniele Leodori (Foto: Paola Onofri © Imagoeconomica)

Non è di primo pelo il Segretario. Ha individuato una serie di ostacoli minati che vanno assolutamente evitati. Per questo la delegazione che verrà costituita oggi non avrà preconcetti, nemmeno quello a lui carissimo delle Primarie. Partirà invece dal Programma, tema carissimo al principale degli alleati il M5S.

I punti di approdo della delegazione sono la costruzione del Tavolo della Coalizione Progressista per le Regionali. L’allargamento della attuale coalizione: tema per nulla di coreografia; il vice presidente uscente Daniele Leodori ha costruito un dialogo con le forze centriste che storicamente non sono di destra anche se ne fanno parte. E non è un mistero che alcuni autorevoli pezzi del centrodestra sarebbero pronti a valutare l’opportunità di quell’allargamento se il Tavolo partorisse un candidato governatore che gli garantisse pari dignità.

Il tema più esplosivo è proprio questo: il nome del candidato governatore. La Direzione Pd di questa sera si limiterà a mettere in chiaro che sarà il tavolo a decidere come arrivare a quella designazione.

È solo il primo passo.

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