Armi di distrazione nell’ex Polveriera

Il sospetto nasce dalle date. Il progetto viene consegnato a settembre 2022 ma il Comune ne parla solo adesso. Sapendo che occuperà tutta la campagna elettorale. Perché prevede 2500 assunzioni per un polo della logistica nell'ex Polveriera

Paolo Carnevale

La stampa serve chi è governato, non chi governa

Armi di distrazione di massa. Si utilizzano per confondere le acque, disorientando il pubblico. Si usano per evitare che ci si possa focalizzare su questioni altrimenti importanti e magari scomode.

È una tecnica usata molto negli ultimi anni; ogni volta per cercare di evitare di discutere di argomenti importanti, dando magari spazio ad altre questioni forse mediaticamente più rilevanti. Ma certamente meno decisive per le sorti di una città, di una provincia, di una regione, e così via.

Le armi del maxi progetto

Uno dei fogli del progetto

Ad Anagni un caso abbastanza evidente di armi di distrazione di massa potrebbe essere rappresentato dal caso che proprio in queste ore sta tenendo banco in città. È quello del maxi progetto per la realizzazione di un centro logistico all’interno della ex polveriera di Anagni.

Due giorni fa il Comune, nella persona del presidente del Consiglio Davide Salvati, riunisce i capigruppo di maggioranza e di opposizione. Lo scopo è quello di illustrare una proposta arrivata qualche mese fa da una società privata; un faraonico progetto di riconversione della zona della ex Polveriera. Cioè l’ex Deposito Munizioni dell’Esercito Italiano vasto 187 ettari, acquistati nel 2009 dall’allora amministrazione del sindaco Carlo Noto.

Cosa se ne faceva il Comune di un ex deposito con casematte, garitte, altane e protezioni dai bombardamenti? Lo comprò perché il Ministero della Difesa lo aveva appena dismesso. E lì c’erano già finiti gli occhi di chi stava individuando dove realizzare la discarica provinciale dei rifiuti: quella che poi venne realizzata in località Cerreto a Roccasecca e rimasta in servizio fino allo scorso anno. Un investimento all’epoca molto criticato (che ha avuto tra l’altro come effetto quello di legare l’amministrazione ad un mutuo piuttosto consistente).

Finora solo ipotesi

Vista aerea di una porzione dell’ex DepoMuni Anagni

Negli anni si sono avvicendate una serie di ipotesi riguardo alla possibile utilizzazione dei 187 ettari. Dal progetto di creazione di un impianto per la manutenzione di elicotteri ed aerei di linea, con annessa pista di atterraggio, al polo universitario. Nella campagna elettorale che portò alla vittoria dell’amministrazione del sindaco Fausto Bassetta fece scalpore l’ipotesi, che divenne centrale in quel dibattito elettorale, di realizzare all’interno dei famosi 187 ettari una discarica.

Il progetto proposto adessp trasformerebbe metà della ex polveriera (97 ettari) in un enorme centro logistico, legato alla possibilità di utilizzo della attigua stazione ferroviaria della città. Un progetto da 250 milioni di euro che porterebbe lavoro a 2500 persone, con capannoni, un impianto fotovoltaico, un albergo ed un velodromo.

E fin qui tutto bene. Dov’è che la vicenda comincia a creare qualche perplessità, al punto di parlare di armi di distrazione di massa?

Tempi sospetti

Intanto sono i tempi ad essere sospetti. Il progetto viene presentato al Comune con una lettera alla fine di settembre del 2022, ma arriva ad essere illustrato alla maggioranza pochi giorni fa, alla fine di gennaio. Andreotti, che se ne intendeva, avrebbe detto che a pensare male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.

E non è possibile non vedere la coincidenza con il fatto che l’eventuale dibattito sul progetto occuperebbe proprio quella parte di tempo legata alla campagna elettorale per le prossime Comunali. Ovvero, esattamente il momento in cui, in campagna elettorale, si dovrebbe discutere delle opere realizzate dall’amministrazione Natalia. Che, proprio qualche tempo fa, nel corso di un Consiglio comunale, aveva sostanzialmente collegato la propria futura  campagna elettorale alla realizzazione degli obiettivi proposti, dicendo “gli altri potranno al massimo dire quello che faranno; noi potremo dire quello che abbiamo fatto”.

Solo che, molto probabilmente, diventerebbe complicato dover spiegare in campagna elettorale i ritardi legati a progetti come, ad esempio, la difesa della Sanità, e la sistemazione della frana della Calzatora. Opere che, al di là degli annunci, ancora oggi giacciono in una situazione di totale blocco. Ecco quindi che il dibattito relativo al nuovo progetto consentirebbe di evitare un bilancio problematico.

Il coinvolgimento dell’opposizione

Alessandro Cardinali

C’è un’altra cosa che fa discutere: il coinvolgimento dell’opposizione nell’incontro dell’altra sera. In altre circostanze, come era avvenuto ad esempio con la vicenda del biodigestore, la maggioranza di Natalia non aveva badato a coinvolgere la minoranza, andando dritta per la propria strada. Salvo poi essere costretta ad effettuare una robusta marcia indietro.

Viene quindi da pensare, in questo caso, che la decisione di coinvolgere almeno in maniera ufficiosa anche l’opposizione, sia un modo per cercare di evitare fughe in avanti. E non essere costretti a fastidiose retromarcia che potrebbero creare difficoltà.  (Leggi qui «Se tolgo i veleni dalla Polveriera poi mi criticate»).

Intendiamoci: non è in discussione la necessità di dover valorizzare una struttura, quella della ex polveriera, che da 14 anni attende di sapere quale sarà il proprio destino e come potrà contribuire al rilancio della città. Ma il sospetto è che, anche in questo caso, sia stata preferita una volta di più la strategia dell’annuncio piuttosto che quella di un progetto vero ed articolato per lo sviluppo della città di Anagni.

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