Ascensore infuocato in Consiglio comunale

Il dibattito infuocato sull'ascensore Comunale. Con l'interruzione plateale all'ex sindaco Marzi. Inutile sotto ogni aspetto.

Roberta Di Domenico

Spifferi frusinati

I lavori del Consiglio comunale di Frosinone dedicato al question time si aprono in un aula semi deserta, sia tra i banchi della maggioranza che tra quelli dell’opposizione. È la classica calma che precede la tempesta: quando tutti risparmiano le forze per il momento centrale, quello in cui si dovrà lanciare l’assalto, parare i colpi dell’avversario.

Si inizia con le domande dei consiglieri di minoranza Vincenzo  Iacovissi, Claudio Caparelli, Norberto Venturi, Angelo Pizzutelli. Riguardano tra gli altri, i lavori di via Saragat, l’antenna di telefonia posta a ridosso del parco Matusa ed il museo archeologico. Il dibattito fila via liscio con i chiarimenti del caso alle domande, sia da parte del Sindaco che degli assessori interrogati. Risposte di carattere tecnico che non innescano la discussione politica.

Nessun incendio, nessun agguato: il question time scivola via in maniera quasi banale.

I Dirigenti del Comune

I lavori terminano e c’è una breve pausa. Ora si passa al Consiglio ordinario. Sono due i punti Ordine del giorno: il primo è l’approvazione delle tariffe della tassa sui rifiuti (Tari) da applicare per l’anno 2023; la mozione presentata il 17 aprile firmata Marzi + altri, in realtà è un documento che ha riunito tutta l’opposizione tranne il socialista Iacovissi; al di là dei contenuti è un segnale politico da non sottovalutare: con quella mozione Domenico Marzi fa capire di avere assunto in pieno il suo ruolo di leader del centrosinistra e traina compatte tutte le opposizioni (tranne uno). Il tema è l’ascensore inclinato. Se raddoppiarlo come vuole fare la maggioranza di centrodestra, se riparare quello che c’è come dice la minoranza. (Leggi qui: Dove porta l’ascensore inclinato).

Dopo qualche minuto di dibattito, la delibera sulla Tari viene approvata con i soli voti della maggioranza. Mentre i consiglieri di opposizione si sono astenuti.

Si passa quindi alla discussione sul tema centrale: la mozione sull’ascensore. È per quello che molti sono lì. Con la baionetta politica tra i denti: anche se il risultato numerico sarà scontato. Ma è l’occasione per provare a mettere all’angolo il sindaco Riccardo Mastrangeli. E dire alla città che la sua scelta è dispendiosa, inutile. Sull’altro fronte è l’occasione per uno stress test della maggioranza. Si immaginava uno scontro forte tra opposizione e maggioranza. E così è stato.

La miccia di Max

Max Tagliaferri

Ad accendere la miccia ci pensa il presidente del Consiglio Comunale Massimiliano Tagliaferri. Decide di diventare protagonista nel dibattito, piuttosto che coordinatore dei lavori e improvvisamente, con il presupposto che il tempo a disposizione del consigliere Domenico Marzi per l’illustrazione del documento era terminato, toglie la parola all’ex sindaco di Frosinone. Il quale non la prende affatto bene.

Perché ha preparato un intervento che unisce il tecnico ed il politico, i costi e la prospettiva, la visione e la sostanza. Interromperlo come se si stesse parlando di pizza e fichi lo irrita. Accade quando non gli si dà la giusta importanza: il sospetto è che Max Tagliaferri lo abbia fatto in maniera scientifica. Per suscitare la reazione che alla fine c’è stata.

Marzi riprende le carte, si alza e se ne va. Non prima di aver annunciato che non metterà più piede in Aula del Consiglio Comunale perché : “non ho tempo da perdere con queste cose (i tempi contingentati), mentre io ho proposto argomentazioni serie, nell’interesse della città“.

Il tema dell’ascensore

Foto Massimo Scaccia © Giornalisti Indipendenti

Marzi aveva detto che “abbiamo presentato la mozione non per dire no al raddoppio, a prescindere. Ma per rivedere una posizione. Fare in modo che il Comune non butti denaro dalla finestra. Sosteniamo questo perché nel maggio 2022 la Maspero Elevatori ha proposto un’offerta di 136 mila euro per aggiustare l’attuale impianto“.

Alle argomentazioni esposte solo per metà dall’avvocato Marzi ha riposto il sindaco Riccardo Mastrangeli. Il quale ha detto “vogliamo la doppia linea che già era stata ipotizzata da anni per abbreviare i tempi di collegamento tra la parte bassa e quella alta. I soldi del Pnnr verranno spesi sul raddoppio e non sulla linea finanziata dalla Regione”. Alla fine chiosa che la mozione è lacunosa, “fa acqua” e che avrebbe avuto piacere di avere ancora in aula l’ex sindaco di Frosinone per fargli ascoltare la risposta.

In sua assenza è Norberto Venturi a ribadire ribadito l’inutilità del raddoppio dell’ascensore visti anche i flussi non eccezionali di utenza che la struttura ha gestito quando ha funzionato. E poi per Venturi ci sono criticità anche dal punto di vista del dissesto idrogeologico nell’area nella quale dovrebbe essere realizzata la seconda linea. Analoga posizione critica nei confronti del raddoppio è stata espressa dal Consigliere Fabrizio Cristofari.

Vi svegliate tardi

All’opposizione ha replicato l’assessore Fabio Tagliaferri, all’epoca ai Lavori Pubblici. Rivolgendosi ai consiglieri di minoranza ha chiesto “come mai dopo 10 anni vi rivolgete all’amministrazione chiedendo spiegazioni su un ‘opera gestita da un privato?“. Rincara la dose: “Come mai vi interessate all’ascensore inclinato solo oggi? Perché il raddoppio non vi sta bene oggi, mentre quando fu ipotizzata dall’amministrazione Marzi, questa soluzione, all’epoca della originaria progettazione, non avete detto nulla?“.

Sono seguiti gli interventi dei Consiglieri Mauro Vicano  e di minoranza Claudio Caparrelli, Andrea Turriziani e Angelo Pizzutelli.

Prima della votazione si registra l’ennesimo battibecco tra il presidente d’aula Tagliaferri ed i consiglieri Turriziani (che se ne va) e Caparelli (che resta) circa l’opportunità di consentire ulteriori interventi da parte della maggioranza, a dichiarazione di voto sulla mozione già annunciata.

Dopo le dichiarazioni di voto sulla mozione da parte dei Capigruppo consiliari, non senza spunti polemici si passa alla votazione del documento. La mozione viene respinta dalla maggioranza Mastrangeli con 17 voti contrari.

Riflessione a margine

Domenico Marzi (Foto: Massimo Scaccia)

L’aver tolto la parola all’ex sindaco Marzi, peraltro sul primo vero documento di sostanza presentata in aula dall’opposizione, da un anno a questa parte, anche se sul legittimo presupposto dei tempi concessi dal regolamento, non fa bene alla crescita del dibattito consiliare. Est modus in rebus.

Anche perché si dimentica troppo in fretta quanto e quale tempo è stato lasciato alla maggioranza nella scorsa consiliatura, nelle repliche ai consiglieri durante i question time. Ed in quel caso nessuno ha mai cavillato sui minuti o sui secondi.

E non serve alla stessa attuale maggioranza, perché è un segnale di debolezza, ingiustificata. I numeri in aula, anche ieri sera, hanno dimostrato che l’amministrazione Mastrangeli non deve avere paura di nessun confronto con la minoranza. Se non della propria ombra

error: Attenzione: Contenuto protetto da copyright