A De Angelis la presidenza Asi, a Buschini il cerino acceso

Francesco De Angelis confermato all'unanimità presidente dell'Asi. Ma è guerra all'interno. Due lettere aprono altrettanti fronti. Sospesa la nomina di Proia. Conseguenza del raid di Federlazio in Regione. Associazioni pronte a fare quadrato. Sgambetto per Ottaviani. Il cerino ora passa a Buschini

Alessio Porcu

Ad majorem Dei gloriam

Francesco De Angelis si ritrova la presidenza bis del consorzio industriale Asi di Frosinone. Mauro Buschini si ritrova con il cerino acceso in mano. Ed una polveriera politica tutt’intorno.

La battaglia finale per il rinnovo del Consiglio d’Amministrazione dell’Asi è stata combattuta per tutta la giornata di mercoledì ed è andata avanti fino a notte. Non è ancora finita.

Una battaglia aperta dall’associazione delle piccole medie imprese Federlazio. Ha iniziato le manovre appena le è stato chiaro che non ci sarebbe stato un posto per lei all’interno del nuovo CdA.

 

Le caselle della scacchiera

Il consorzio Asi di Frosinone è la struttura istituita nel 1963 per coordinare l’industrializzazione della Valle del Sacco. Il suo scopo era trasformare l’economia agricola di quell’area in una basata sulle fabbriche, all’interno di un piano nazionale varato nel 1957. Per attrarre investitori dal Nord d’Italia l’Asi di Frosinone ha realizzato strade industriali, impianti di depurazione, reti di illuminazione e tutte le altre infrastrutture necessarie.

Passato il boom industriale e con il comparto in piena crisi, negli anni Novanta i Consorzi sono stati riformati. Una decina di anni fa è stato istituito un secondo ente per il Cassinate, riducendo l’area di competenza dell’Asi.

Oggi ne fanno parte la Provincia di Frosinone, 22 Comuni (Alatri, Anagni, Broccostella,  Ceccano, Arpino, Ceprano, Falvaterra, Ferentino, Frosinone, Isola del Liri, Monte San Giovanni Campano, Morolo, Pastena, Patrica, Pofi, Ripi, Sgurgola, Sora, Supino, Torre Cajetani, Veroli, Vicalvi), la Camera di Commercio di Frosinone, le associazioni degli imprenditori Unindustria – Federlazio – Cna, la Comunità Montana dei Monti Ernici.

A guidare l’ente è il presidente, affiancato da un Consiglio d’Amministrazione composto da quattro persone: una in rappresentanza dei Comuni, una è espressione della Camera di Commercio, una degli imprenditori, una viene indicata direttamente dalla Regione Lazio come previsto dalla legge sui consorzi industriali.

 

Gli equilibri… in bilico

L’individuazione del presidente e dei Consiglieri d’amministrazione è il frutto di un sottile gioco di equilibri politici. Che spesso si intreccia con altri enti intermedi. Per fare un esempio: le associazioni possono decidere che una di loro vada all’Asi ed un’altra vada nel CdA dell’altro consorzio, in modo che ci sia un equilibrio nella loro funzione di rappresentatività.

In questo caso, il sottile gioco degli intrecci ha blindato la rielezione di Francesco De Angelis alla guida dell’Asi. È stato confermato all’unanimità dai soci presenti: era rappresentato il 90% delle quote.

La Provincia ed i Comuni posseggono circa il 76% delle azioni ed in questo caso buona parte delle amministrazioni comunali è di centrosinistra, spesso dell’area Pd che fa riferimento proprio a De Angelis. Il presidente della Provincia Antonio Pompeo nel prossimo inverno dovrà affrontare le elezioni provinciali: nelle quali sarà importante l’appoggio dell’area De Angelis, con la quale in passato c’è stata una clamorosa spaccatura. Che questa volta tutti vogliono evitare.

 

E quelli più in bilico

Per ottenere il voto anche dei Comuni guidati dal Centrodestra è necessario un ‘equilibrio’ al presidente espresso dal Pd: un nome da esprimere nel Consiglio d’Amministrazione. Lo ha indicato il Comune di Frosinone che ha la quota maggiore ed ha messo d’accordo gli altri soci della stessa area. Il nome è quello dell’immobiliarista Gianfranco Pizzutelli, sul quale mercoledì sera c’era stato un acceso confronto dialettico durante la pre riunione di maggioranza del Comune capoluogo. Con tanto di insulti e vade retro. (leggi qui Far west nel centrodestra, lite furibonda tra Fabio Tagliaferri e Piacentini. E…).

Con chiarezza era emerso quanto anticipato da Alessioporcu.it: una parte del centrodestra non era d’accordo sull’indicazione del nome di Gianfranco Pizzutelli (leggi qui Qualcuno non vuole Pizzutelli all’Asi). Oggi invece, il presidente del Consiglio Comunale Adriano Piacentini, in accordo con il sindaco Nicola Ottaviani, ha espresso quel nome. Perché è fondamentale agli equilibri interni della maggioranza che governa Frosinone.

Il sottile gioco degli equilibri ha stabilito che fosse Unindustria ad esprimere il nome del Consigliere d’Amministrazione in rappresentanza degli imprenditori.  Lo ha fatto indicando Miriam Diurni, amministratrice di uno dei più avanzati poli logistici sul territorio.

Il terzo nome non era in discussione oggi: infatti Augusto Cestra, presidente di Confartigianato (indicato dalla Camera di Commercio) era entrato in carica dopo l’elezione dello scorso management e scadrà tra meno di un anno.

 

Lo stop a Proia

Resta l’ultimo posto, quello di Giovanni Proia, storico presidente della Confederazione Nazionale dell’Artigianato. La volta scorsa lo ha indicato la Regione Lazio e per lui era pronta la lettera di conferma. Ma questa mattina, da Roma è stata spedita una comunicazione diversa: siccome è cambiata la normativa si sono presi un po’ di giorni per verificare se ci siano problemi di compatibilità.

Balle. Giovanni Proia è del tutto compatibile con l’incarico: lo è stato fino a questa mattina e nella notte nessuna legge è cambiata.

Allora perché la Regione ha buttato la palla in tribuna e preso tempo?

La risposta sta nell’incursione compiuta in Regione giovedì mattina dal potentissimo direttore regionale della Federlazio. (leggi qui Asi, ultimo giro di verifiche per spegnere le scintille sul rinnovo del CdA). Ed ha chiesto conto della conventio ad excludendum che sta per tenere fuori la sua associazione dal CdA Asi. Ha fatto notare ai massimi livelli che i posti disponibili sono tre: Unindustria e Cna sono dentro, solo Federlazio è stata lasciata fuori.

Nulla di personale – è stato detto – ma “Cna hanno appena completato un mandato e ora, per un principio di rotazione, toccherebbe a noi”. Non solo: Federlazio ha fatto notare che rappresenta il 50% degli industriali e più del 50% delle Piccole e Medie Imprese. Cioè l’ossatura economica dell’Asi. “Con tutto il rispetto per Cna perché ora quel posto non dovrebbe essere il nostro?”

La risposta è stata la lettera con cui la Regione ha buttato la palla in tribuna. Tutto il dossier ora è sulla scrivania del dottor Albino Ruberti, capo di gabinetto di Nicola Zingaretti.

 

La manovra contro Ottaviani

Ma c’è anche un’altra lettera. Quella firmata dagli industriali giovedì sera. E consegnata a Francesco De Angelis questa mattina.  Dicono che nel Consiglio d’Amministrazione dell’Asi devono esserci gli industriali e non la politica.

Un documento che serviva solo a salvare la faccia di Federlazio nel momento della sconfitta? Un modo per dire: le abbiamo provate tutte ma proprio non c’era posto?

No. Quel documento rischia di creare un nuovo sistema di equilibri, basato sulle imprese e con un ruolo minore per la politica. Perché se in Cda ci devono essere solo le imprese è chiaro che il bersaglio sia Gianfranco Pizzutelli e quini gli equilibri nell’amministrazione Ottaviani.

 

Il cerino per Buschini

Il problema ora diventa tutto politico.  Il primo ad averlo intuito è stato Francesco De Angelis: ha un fiuto speciale per gli incendi in politica. Soprattutto ha informatori dovunque. Infinitamente più di Alessioporcu.it. Al punto che questa mattina sapeva tutto prima che gli venisse consegnata la lettera da Roma. E quella delle associazioni.

Non è un caso il passaggio fatto nel suo intervento subito dopo la rielezione: «Penso che siano maturi i tempi anche per cambiare il nome del Consorzio Industriale. Sarebbe più giusto chiamarlo Consorzio delle Attività Produttive». Un chiaro messaggio per dire: dobbiamo adeguare lo statuto per poter includere a pieno titolo anche le attività non strettamente industriali. E garantire i nuovi equilibri.

Ora il cerino acceso è nelle mani del delfino di De Angelis, Mauro Buschini. È lui l’uomo della Presidenza della Regione in provincia di Frosinone. Sta a lui individuare la soluzione che tenga in piedi l’intelaiatura con tutti i suoi equilibri. Lui dovrà esprimere un nome a Roma. Perché se la Regione lo scavalcasse e decidesse al posto suo lo delegittimerebbe.

Le associazioni intanto che stanno affilando le lame. Giovanni Proia è considerato un pilastro del sistema di equilibri costruito in questi anni grazie al lavoro d’ingegneria messo in campo da Marcello Pigliacelli. Non è possibile toccarlo senza che ci siano conseguenze. Ad esempio su altri sistemi, dei quali Frosinone è un punto di equilibrio: come la Camera di Commercio di Roma. Dove Cna e Confimprese potrebbero avere molto da dire a Federlazio.

Ma questa è, nell’eventualità, un’altra partita.