Asl, la fregatura dietro ai numeri delle assunzioni

I numeri non hanno la testa dura. Dipende da come li leggi. E se sai decifrarli scopri anche la fregatura. Come capita per le assunzioni annunciate nella sanità. Dal premier Matteo Renzi. Un po’ meno quelle dal governatore Nicola Zingaretti.

Il governo Renzi ha messo a punto un emendamento con cui dispone l’impiego di 6000 unità di personale tra medici ed infermieri sul territorio nazionale. Dove prenderà i soldi per pagarli? Finanzierà le assunzioni con 320 milioni di euro, ipoteticamente ricavabili dalle nuove regole sulla responsabilità professionale in corso di definizione. I medici dovrebbero ricorrere meno a prescrizioni non appropriate con risparmi da investire in queste nuove assunzioni. Ancora più semplice: il tuo medico di famiglia non ti prescrive un’analisi e con i soldi risparmiati si finanziano le nuove assunzioni.

Ma i numeri bisogna saperli leggere. Le assunzioni non saranno le 6000 annunciate. Saranno solo 3000. Infatti, il 50% delle unità da assumere già opera nelle strutture del Servizio sanitario nazionale: precari che saranno stabilizzati.

I restanti 3000 operatori dovranno essere distribuiti tra le Regioni e le Province autonome. Facendo due conti: in Italia ci sono 225 aziende tra sanitarie ed ospedaliere, 139 di queste sono Asl e 86 aziende ospedaliere. Si tratterebbe di assegnare 13 unità di personale per ciascuna: 6,6 medici e 6,6 infermieri.

Ovviamente si tratta di assunzioni che avvengono una sola volta, a tempo indeterminato, precedute a gennaio, in attesa dei concorsi da assunzioni a tempo determinato per un periodo di 3 anni più tre.

A questo numero di assunzioni dovrebbero aggiungersi le 600 in tre anni annunciate da Nicola Zingaretti per la Regione Lazio, e quindi 200 assunzioni all’anno per tre anni. Anche in questo caso essendo 20 le aziende del Lazio si tratterebbe di 30 assunzioni in 3 anni tra medici e altre figure professionali.

In sintesi a Frosinone dovrebbero essere disponibili 13 unità di personale derivanti dall’emendamento nazionale più 30 in tre anni per un totale di 43 unità di personale di cui 23 nel 2016. Nel Lazio mancano più di 3000 infermieri per fare fronte alle esigenze dei servizi e non solo per rispettare il nuovo orario europeo: sono tra i 30.000 e i 40.000 a livello nazionale.

Il dramma è che nel Lazio ed in provincia di Frosinone si sta perdendo di vista l’opportunità e ci si lascia confondere dal problema. Si sta perdendo di vista l’opportunità dell’introduzione del nuovo orario europeo per realizzare una reale ristrutturazione dei servizi. Ma soprattutto si distolgono risorse (320 milioni) da situazioni gravissime come quelle annunciate dalle Associazioni dei pazienti con Alzheimer che non trovano risposte. Oppure ai pazienti con epatite C per i quali non sono certo sufficienti i finanziamenti per reperire farmaci salvavita.