Asl, oggi il commissario, tra una settimana il ricorso al Tar. Ma è rischio caos

La firma è attesa per oggi. Nicola Zingaretti nominerà il nuovo timoniere della Sanità ciociara.

Non sarà del territorio ed avrà i poteri del commissario: la scelta è obbligata. Tra sei giorni, una decina al massimo, Isabella Mastrobuono depositerà il ricorso con cui impugnerà davanti al Tribunale Amministrativo Regionale la graduatoria in base alla quale – unico caso in tutto in tutto il Lazio ed uno dei pochissimi in Italia – non le è stato rinnovato il contratto. Il dossier da consegnare ai giudici si fa ogni giorno più corposo. Se dovessero concederle la sospensiva (cioè il provvedimento con cui viene sospesa l’efficacia dell’atto impugnato) la situazione sarebbe imbarazzante. E’ per questo che dalla Regione è stato deciso di optare per un commissario: in modo da poter attendere che la situazione si definisca sul fronte giudiziario.

Il nuovo responsabile della Sanità nella provincia di Frosinone avrà subito una rogna da risolvere. Il 25 novembre entra in vigore la direttiva europea che impone un tetto inderogabile di 48 ore lavorative per il personale medico. A Frosinone – stando alla pianta organica Mastrobuono – mancano circa mille persone e per tamponare ci sono medici che fanno anche 60 ore alla settimana; ci sono stati casi come quello del ginecologo Costantino Magliocca che sono collassati in corsia dopo tre giorni di fila tra i pazienti. Tra due settimane sarà illegale fare turni più lunghi di tredici ore. La soluzione? Chiudere almeno un ospedale per salvare gli altri tre.

Inizia il gioco per vedere chi resterà con il cerino in mano. In una lettera inviata al prefetto di Frosinone Emilia Zarrilli, il responsabile delle Rems e dell’intero Dipartimento Salute Mentale comunica che l’attuale organico non permette di rispettare la nuova norma nel Servizio Psichiatrico, nelle Comunità terapeutiche, nei Centri Diurni, nei Sert dove vengono somministrate le terapie ai tossicodipendenti che si stanno liberando dalla droga, nei penitenziari. Qualcuno deve ordinargli di chiudere qualcosa. Ma al momento non c’è chi dia quella disposizione. Nell’attesa, il responsabile ha comunicato che manterrà in attività tutti i servizi ma non vuole saperne di responsabilità Amministrative, Civili o penali.

In una nota riservata interna che circola tra gli addetti ai lavori c’è l’elenco di ciò che andrebbe chiuso per salvare il salvabile. Per restare al servizio Salute Mentale, andrebbero chiuse due comunità terapeutiche su tre, il servizio Psichiatrico ed il Sert di Sora, dirottando il personale a Cassino e Frosinone. Allargando il campo, quella nota stima che in assenza di un intervento diventerà inevitabile chiudere l’ospedale di Alatri per dividere medici ed infermieri tra lo Spaziani ed il Santa Scolastica.

Esiste una via d’uscita? La nota riservata parla di 12 milioni di euro che oggi vengono spesi per gli straordinari: spiega che se venissero impiegati per assumere medici ed infermieri, con gli stessi soldi si potrebbero tamponare quasi tutti i buchi. E come la mettiamo con i 22 posti rimasti scoperti per mesi perché nessuno vuole venire a lavorare negli ospedali ciociari, al punto che per tenere aperte le sale operatorie a Cassino è stato necessario prendere gli anestesisti a Caserta? La nota spiega che i contratti proposti da Isabella Mastrobuono erano per 3 mesi e nessun medico li ha giudicati interessanti: diverso sarebbe se venisse data la prospettiva di assunzione in pianta stabile.

Commissario o manager, del territorio o paracadutato a Frosinone da qualsiasi angolo del Lazio, il nuovo timoniere della Asl dovrà avere nell’arsenale un bazooka carico di deroghe ed assunzioni e dovrà essere pronto ad usarlo. Altrimenti dal 25 novembre sarà il caos.

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