Assemblea Pd verso Martina Segretario. E Zingaretti prima delle Europee

Verso l'Assemblea Pd. Ancora discussioni in corso. Non c'è ancora unità. Verso Martina Segretario. ma a tempo. E lui non vuole avere una data di scadenza. L'ala Zingaretti per il nuovo voto prima delle Europee

Il reggente Maurizio Martina da domani sarà il sesto segretario nazionale del Partito Democratico. O meglio: dovrebbe esserlo. Ormai con le questioni dei Dem è d’obbligo il condizionale. Infatti, anche oggi, a 24 ore dall’Assemblea nazionale, è stato addirittura Martina a minacciare di ritirare la propria candidatura, costringendo quindi il Pd a celebrare subito il congresso.

È’ proprio sulla data del Congresso che il braccio di ferro è proseguito la notte e durerà fino alle 10.30 quando comincerà l’Assemblea.

 

Niente scissione renziana

Sullo sfondo anche la polemica interna sulla discontinuità del Pd dalla rotta tracciata fino ad oggi da Matteo Renzi. Una netta discontinuità richiesta dalla sinistra interna e osteggiata dall’ala renziana. Che ha discusso in maniera molto animata nei giorni scorsi (leggi qui Renziani divisi ma è si a Martina. Zingaretti attacca il Governo: Distruttori all’opera) al punto che in giornata è circolata la voce di una scissione tra i fedeli del segretario uscente.

Una scissione nettamente smentita da Luca Lotti e dal portavoce Marco Agnoletto (“notizia falsa e inventata“) . Renzi, precisa Lotti, «sarà presente all’assemblea del Partito e dirà la sua prendendo la parola».

 

Gli scenari possibili

Dato che le dimissioni di Matteo Renzi da segretario sono irreversibili, domani l’Assemblea nazionale ha – secondo lo Statuto del Pd – due possibilità: convocare un Congresso subito o eleggere un segretario con la maggioranza assoluta degli aventi diritto, cioe’ 501 voti.

Il primo scenario è inviso a tutte le correnti, concordi nella necessità di non precipitarsi ora in una corsa sui nomi, ma di avere una fase “costituente“. Una fase in cui ridefinire il profilo politico del Pd.

Martina giovedì ha proposto di tenere ad ottobre un Forum in cui confrontarsi anche con le realtà esterne al Partito, politiche, sociali e civiche.

 

Martina all’unanimità e per poco

L’Assemblea deve dunque eleggere un segretario, e sul nome di Martina, dopo l’iniziale scetticismo di molti renziani, si è raggiunta la quasi unanimità nelle ultime settimane. Se non mancherà il numero legale (ma “si tratterebbe di un atto politico” ha evidenziato Ettore Rosato), l’ex vice di Renzi da reggente diverra’ segretario con tutti i poteri del caso, come quelli di nominare una propria segreteria.

Anche su questo punto c’è l’accordo, sull’idea di una squadra unitaria. Certo, non mancano veti o dubbi, come quello di Gianni Cuperlo nei riguardi del renzianissimo Luca Lotti, che ha aperto una polemica però subito chiusa da Cuperlo.

 

Zingaretti prima delle Europee

Il nodo allora è la data del congresso. Lo vogliono prima delle europee di maggio 2019 la sinistra che appoggia Nicola Zingaretti nella sua preannunciata candidatura, ma anche AreaDem di Dario Franceschini e Piero Fassino, ed anche la maggioranza dei renziani, come e’ emerso alla loro riunione di giovedì, anche se alcuni di loro preferirebbero l’autunno 2019.

E qui si e’ impuntato Martina che non vuole essere eletto segretario a scadenza, ed ha chiesto di non fissare domani la data, rinviando a dicembre la decisione.

Alla fine potrebbe spuntare una formula bizantina, come “congresso in tempi utili per le scadenze elettorali“, che nel 2019 sono diverse.

 

Riunioni in corso

Oggi, come in passato, sia Gianni Cuperlo che Andrea Orlando, cosi’ come Michele Emiliano, che ha riunito in serata la sua area, hanno chiesto “discontinuita’” rispetto alle politiche di Renzi. “Chiudere questi anni come una parentesi – ha replicato Antonello Giacomellicon l’intento di tornare a dove eravamo, sarebbe una illusione ed un grave errore».

«Siamo e restiamo un partito fieramente riformista e con una solida cultura di governo. Chi si aspetta abiure e ritorni al passato, non sarà soddisfatto».

Insomma un ritorno al Rosso Antico mai.

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