Astorre “benedice” Gualtieri e ignora la Raggi

Il segretario regionale del Pd confida nella competenza dell’ex ministro, archivia l’ipotesi di una candidatura di Zingaretti, bacchetta la destra meloniana e prova a cancellare l’opzione Virginia Raggi. Ben sapendo che a Roma si decide tutto.

Si fa sentire quando serve, quando cioè la situazione politica diventa delicata. Il senatore Bruno Astorre, segretario regionale del Pd nel Lazio, ha capito che la candidatura a sindaco di Roma sarà fondamentale per gli equilibri del Paese. Inoltre nella città eterna il centrosinistra ha espresso come sindaci personalità del calibro di Francesco Rutelli e di Walter Veltroni. Non si può fallire.

La candidatura dell’ex ministro Roberto Gualtieri è assolutamente di prestigio, ma deve colmare il gap di una scarsa popolarità, soprattutto nei confronti della sindaca Virginia Raggi, di Carlo Calenda e di Guido Bertolaso, che sembra ormai essere l’uomo sul quale punta il centrodestra. Bruno Astorre, in un’intervista al Corriere della Sera, risponde con l’argomentare politico, con i ragionamenti capaci di tenere insieme esigenze differenti. Come facevano i big della Dc, Partito nel quale lui è cresciuto.

I passaggi chiave

Nicola Zingaretti (Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

A chi gli chiede come vede gli equilibri nel campo avversario, Bruno Astorre risponde: «Dall’esterno la mia lettura è che il centrodestra abbia un doppio problema: la lotta per la leadership tra Lega e FdI e l’evidente carenza di una classe politica nella destra meloniana che a Roma vanta la sua culla d’origine. Il che non vuole dire che il centrodestra unito a Roma non sia in grado di raccogliere consensi, al contrario ha alte probabilità di arrivare al ballottaggio».

Ma da qui al 25 maggio si può riaffacciare l’ipotesi Zingaretti in campo? Risponde Astorre:«Non ne ho notizia. Da segretario nazionale del Pd fu proprio Zingaretti a chiederci di sondare Gualtieri. So che sono in contatto quotidiano e in piena sintonia».

In un faccia a faccia nel ballottaggio con Guido Bertolaso, Roberto Gualtieri potrebbe spuntarla? Afferma Bruno Astorre: «Dopo aver guidato la più importante commissione europea e un ministero chiave come l’Economia, ha le competenze per affermarsi e la visione per imprimere una svolta alla città».

Poche parole invece sulla sindaca Virginia Raggi, che nei sondaggi veleggia e che può arrivare al ballottaggio. Il che complicherebbe non poco i piani del Partito Democratico. Bruno Astorre si dice convinto che il consenso della Raggi, dopo 5 anni da sindaco, è arrivato al punto più alto e che adesso è destinato a scendere. (Leggi qui Travaglio, Zingaretti, Raggi e il risiko Capitale).

Cinque stelle, fine della passione

Virginia Raggi (Foto: Benvegnu’ Guaitoli / Imagoeconomica)

Nella visione lettiana del partito, l’accordo con i Cinque Stelle non fa parte delle coordinate principali. Prima viene il centrosinistra. Però se Virginia Raggi a Roma dovesse arrivare al ballottaggio a scapito del Pd, anche Enrico Letta dovrebbe risponderne politicamente.

Per questo motivo Bruno Astorre si affida all’ottimismo. E’ l’unico punto debole di un ragionamento impeccabile.