Ater, perché i casi Costanzo – Del Brocco non sono due storie uguali

Il caso Ater ed i due focolai che si sono accesi: nel centrodestra e nel centrosinistra. mM sono due storie diverse. Con due visioni contrapposte delle cose

Il problema è lo stesso. La sostanza è differente. I due casi sembrano simili, in realtà sono del tutto opposti. La nomina del nuovo Consiglio d’Amministrazione dell’azienda che si occupa delle Case Popolari in provincia di Frosinone, l’Ater nei giorni scorsi ha portato alla rottura tra Pasquale Ciacciarelli (Lega) ed il suo fedelissimo Riccardo Del Brocco. Suscitando discussioni anche all’interno del Pd dove Simone Costanzo ha espresso in maniera del tutto riservata la sua perplessità sulla designazione di Barbara Caparrelli. (leggi qui Niente Case Popolari per Riccardo Del Brocco: non è della Lega e leggi qui Pd ingrato: l’amarezza di Costanzo per le nomine Ater).

Si parte dallo stesso problema ma i due casi raccontano due modi del tutto differenti di vedere.

Riccardo Del Brocco

Nel caso del centrodestra il problema sta nell’assegnazione della poltrona all’interno del CdA. Se affidarla ad una personsa piuttosto che ad un’altra. Misurando l’abilità in base alla fedeltà. È su questo terreno che Riccardo Del Brocco è stato messo nel mirino ed impallinato al momento di consegnare i nomi sui quali poi il Presidente del Consiglio Regionale Mauro Buschini dovrà esprimersi. ratificando o meno.

È la fedeltà di Del Brocco ad essere messa in discussione, non la sua abilità. Non è fedele alla Lega, cioè la nuova bandiera sotto la quale milita ora Pasquale Ciacciarelli. Che ha avuto Del Brocco tra i suoi più efficaci sostenitori nella Campagna per le Regionali ed in quelle successive. Ma non lo ha seguito nella Lega: se deve scegliersi un Partito sovranista – ha fatto capire – se ne torna in Fratelli d’Italia con Massimo ruspandini con il quale ha condiviso anche il sonno fin da ragazzini.

Caso diverso è quello del Partito Democratico. Simone Costanzo non mette in discussione Barbara Caparrelli né la sua lealtà al Partito; non reclama per se stesso il posto all’interno del Consiglio d’Amministrazione. Ma solleva perplessità sul metodo con il quale si è arrivati alla designazione. Che ricorda troppo quello del centrodestra.

Nel suo sfogo riservato, avvenuto all’interno del Pd, Simone Costanzo ha ricordato al Partito che ormai le componenti sono in via di dissoluzione ed il modello da seguire sarebbe allora un altro. Rileva che il ruolo nell’Ater è delicato perché mette a contatto con i problemi quotidiani di miglia d’inquilini. Ed il membro del CdA, oltre alla competenza manageriale, deve avere la sensibilità politica: per recepire quei problemi e saperli veicolare all’interno del Partito, affinché li interpreti e li traduca in azioni a favore di chi abita negli alloggi Ater.

Simone Costanzo

Dove sta allora il problema? Nel fatto che Barbara Caparrelli negli utlimi due anni è stata poco presente nella vita del Partito e nei suoi appuntamenti chiave. Se viene a mancare la capacità di sintesi tra i problemi degli inquilini ed il dibattito che si sviluppa nel Partito, si rischia di trasformare quell’incarico in una poltrona.

Ecco perché la sostanza è del tutto diversa. Anche se ad innescare il problema è la stessa poltrona.

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