Attenzione, Matteo Renzi non ha rinunciato a creare un suo Partito

Foto: © Imagoeconomica, Paolo Lo Debole

Le autorevoli indiscrezioni de Linkiesta e i tanti segnali che stanno arrivando in queste ore: dal no di Simona Bonafé a Nicola Zingaretti alla ribellione di Mara Carfagna ai diktat di Silvio Berlusconi. E Nicola Zingaretti sarebbe informato.

Se un sito dell’autorevolezza de L’Inkiesta riporta l’indiscrezione che Matteo Renzi in realtà sta accelerando per la costruzione di un nuovo partito, c’è da prendere in considerazione lo scenario. Supportato peraltro dalle considerazione di un senatore come Tommaso Cerno, che è stato direttore de L’Espresso, abituato quindi a leggere oltre le righe.

In effetti, al di là delle posizioni del segretario Nicola Zingaretti sul no all’apertura ai Cinque Stelle, nei Dem ci sono esponenti illustri, come Dario Franceschini e Beppe Sala, che a questa ipotesi continuano a lavorare. Inoltre sono avvenuti dei fatti che vanno interpretati nella giusta maniera.

Intanto il no a Zingaretti da parte di un pezzo da novanta come l’europarlamentare Simona Bonafé, 170.000 preferenze il 26 maggio scorso. Era il nome per la presidenza della Regione Toscana, una delle ultimi roccaforti del Pd. Nome sul quale Zingaretti non nutriva il minimo dubbio. Invece la Bonafè ha detto no. E lei è una che sta dalla parte di Matteo Renzi.

Poi la frattura insanabile in Forza Italia, con l’emergere di una personalità come Mara Carfagna. Alla quale Matteo Renzi e Maria Elena Boschi potrebbero guardare con una certa attenzione. E se proprio si vuole provare a fare nascere un’aggregazione di moderati, la prospettiva giusta sarebbe quella di unire le forze. Se ne riparlerà in autunno, ma secondo autorevoli indiscrezioni Zingaretti è già informato di questa possibilità. Che il segretario nazionale del Pd vorrebbe gestire come una separazione consensuale.

Ma bisognerà vedere quello che deciderà Matteo Renzi, il quale non è esattamente abituato ad accontentarsi.