Asl, Lorusso – Sindaci finisce zero a zero. Bis tra due settimane

Finisce in parità il primo match per l'approvazione dell'Atto Aziendale della Asl di Frosinone. Il terreno minato sul quale si muove il manager Lorusso. Uscito indenne dal confronto con i sindaci

Ha attraversato un campo minato. E ne è uscito indenne. Il manager della Asl di Frosinone Stefano Lorusso è meno sprovveduto di quanto si pensasse. Gli allibratori più cauti lo davano con certezza in brandelli al termine il confronto di oggi pomeriggio con i sindaci ai quali ha presentato le modifiche all’Atto Aziendale: il documento con tutti i servizi che la Asl intende erogare nei prossimi anni e dove.

Il Dg della Asl di Frosinone Stefano Lorusso © Giornalisti Indipendenti

Al termine della riunione invece era ancora tutto intero. La partita è finita zero a zero ed è stata aggioranata alla gara di ritorno tra quindici giorni. Nei quali si comprenderà di che pasta è fatto davvero il Direttore generale arrivato dalla Sardegna dopo averne unificato le Aziende Sanitarie, messo al timone di una Asl a poco più di quarant’anni e con un solo risultato possibile: vincere.

Le mine sul campo

Fino a questa mattina, tutti i collaboratori più esperti gli avevano consigliato di calciare il pallone in tribuna. Oppure di truccare il termometro e darsi malato.

Perché c’era il rischio di dover rispondere lui d’un Atto Aziendale concepito dal suo predecessore Luigi Macchitella. Che – con tutta la buona volontà – non poteva avere accontentato tutti: i Comuni dell’area Nord con in testa Anagni che reclamano un ospedale, il sindaco di Pontecorvo che pretende una sala operatoria, i sindaci dell’area Est che vogliono garanzie per Sora. E chi più ne ha più ne pretenda.

Le mine più insidiose però sono i Medici di Medicina Generale, la potentissima categoria che fino ad oggi ha consentito alla Asl di centrare buona parte dei suoi risultati numerici. Sono loro spesso ad affiancare il personale nei Pronto Soccorso, sbolognando i codici Bianchi e Verdi; sono loro a tenere aperti gli ambulatori Ambufest nei giorni festivi. E sempre loro sono in campo per i Punti Unici di Accesso in cui smistare i casi non gravi. Stefano Lorusso è in rotta di collisione con la categoria: intende rivedere gli accordi raggiunti da Luigi Macchitella.

Medici in corsia

L’altra mina è il personale infermieristico. Sta mettendo le mani anche su quegli accordi, che comunque avevano garantito turni e prestazioni.

E poi ci sono altri fascicoli: che un manager di 72 anni come Macchitella poteva permettersi di affrontare a viso aperto e con la camicia sbottonata offrendo il petto al nemico; mentre un manager di 42 anni in carriera ha l’obbligo di andarci con prudenza per non bruciarsi casa e carriera.

Le proposte nell’Atto

La bozza dell’atto aziendale è composta da 116 pagine. Prevede un totale di 88 strutture complesse: 3 in più di quelle attuali, formate da 56 strutture ospedaliere (gli ospedali di Frosinone-Alatri, Cassino, Sora con i loro reparti) e 29 non ospedaliere.

Le 3 strutture in più potrebbero essere una Uoc (Unità operativa complessa) di lungodegenza all’ospedale di Sora. Mentre, tra le Unità operative complesse non ospedaliere, presso la sede di via Fabi della Asl, potrebbe essere istituita la Uoc degli Affari generali. 

Confermate le 115 strutture semplici attuali, comprese 30 dipartimentali (30).

Il direttore generale Stefano Lorusso appare orientato alla creazione del Dipartimento di Scienze Chirurgiche e del Dipartimento Scienze Mediche. 

Le posizioni dei sindaci

Il sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani (presidente dell’assemblea provinciale dei sindaci sulla Sanità) ha giudicato «molto importante il passaggio che sancisce l’equazione tra diritto alla salute e diritto all’ambiente. Razionalizzare non vuol dire tagliare ma significa investire laddove è maggiore la domanda di posti letto e di riqualificazione sanitaria». 

Daniele Natalia ha ricordato che per Anagni ed i Comuni del Nord ai quali era stato promesso in un precedente Atto aziendale mai applicato dalla professoressa Mastrobuono «è fondamentale avere un presidio ospedaliero dell’area nord». Il sindaco di Veroli Simone Cretaro ha rivendicato una «sanità ciociara fatta di qualità ed è prioritario migliorare le condizioni nei Pronto Soccorso». Il sindaco di Sora Roberto De Donatis ha sollecitato garanzie per il Polo Oncologico Provinciale nella sua città. Positivo il giudizio di Enzo Salera, sindaco di Cassino, il quale ha evidenziato la diversa impostazione «nel modo di relazionarsi con la Asl». Giuseppe Morini, sindaco di Alatri, ha sostenuto che «sarà fondamentale il gioco di squadra». Mentre il sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo ha sollecitato l’attivazione di una sala operatorie nel presidio della sua città perché «la sanità va potenziata sui territori». 

All’appello hanno risposto 31 sindaci su 91: abbastanza per ritenere valida la seduta: il numero minimo era 18, trattandosi di un’assemblea convocata per la seconda volta. Poco alla volta, il numero dei sindaci è salito fino ad un totale di 38. 

La via d’uscita

Lorusso con il presidente Buschini e l’assessore D’Amato

Le indiscrezioni parlano di una breve ma fitta telefonata tra il sindaco leghista di Frosinone Nicola Ottaviani ed il presidente Dem del Consiglio Regionale del Lazio Mauro Buschini. Con quest’ultimo nei panni dello sminatore, impegnato a verificare la praticabilità politica del cammino di Stefano Lorusso.

I due diretti interessati negano in modo deciso. Ma la via sicura, senza scontri frontali né assalti all’arma bianca come quelli che vennero riservati alla manager Isabella Mastrobuono, è stata individuata.

In pratica: via alla riunione. Intervento dei sindaci più esasperati. Impegno del manager Lorusso ad approfondire la tematica. Aggiornamento tra quindici giorni.

Nei quali si capirà la pasta. Se andrà allo scontro frontale rischia un percorso accidentato come quello della prof Mastrobuono. Se andrà sulla via del dialogo gli orizzonti potrebbero essere migliori.