Atto aziendale, sanità provinciale e campanilismo dei sindaci

Roberto De Donatis ha chiesto un approccio politico che abbia una visione globale. Ha ragione: altrimenti, se ognuno continuerà a pensare solo al proprio orticello, non si potranno effettuare passi avanti. Il modello costruito su due eccellenze: Frosinone e Cassino.

In sede di conferenza dei sindaci sulla Sanità il sindaco di Sora Roberto De Donatis ha detto che in realtà sarebbe arrivato il momento di lavorare ad un documento politico congiunto degli amministratori. Un testo che dia alla Sanità un’impostazione provinciale.

Un intervento controcorrente il suo, perché ha completamente bypassato l’impostazione tecnica dei numeri, dei posti letto, della gestione stessa della pandemia.

L’OSPEDALE DI SORA

Ha ragione De Donatis. Pochi minuti prima il sindaco di Cassino Enzo Salera aveva ricordato come l’ospedale Fabrizio Spaziani di Frosinone ha potuto svolgere un ruolo di Covid hospital grazie al sostegno delle altre strutture: Alatri, Cassino e Sora. Potrebbe essere un’impostazione giusta e vincente per approcciare la questione della Sanità provinciale e del suo rilancio, ma rimane nell’assemblea dei sindaci un punto mai chiarito.

Daniele Natalia (Anagni), Giuseppe Morini (Alatri), Anselmo Rotondo (Pontecorvo) sistematicamente chiedono un potenziamento di quello che è rimasto in queste città sul versante sanitario. Ma si può davvero pensare di riaprire strutture chiuse o comunque depotenziate da anni? Dalla Regione Lazio e dalla stessa Asl arrivano segnali contrari, opposti.

NICOLA OTTAVIANI, PRESIDENTE DELLA CONFERENZA SULLA SANITA’

Anzi, sembra che si stia facendo strada un’idea sulla quale ragionare. Suddividere la sanità provinciale su due grandi hub e basta: Frosinone e Cassino, in modo da accorpare le forze, ottimizzare le prestazioni del personale e concentrare le eccellenze. Un’idea che sicuramente vedrebbe Sora e Alatri di traverso.

Il nuovo atto

Nel prossimo autunno la Asl di Frosinone dovrà procedere a redigere il nuovo Atto aziendale. Sarà il primo dopo tanti anni di commissariamento. I sindaci, se davvero vogliono provare a dire la loro e a farsi sentire, devono iniziare sin da ora a studiare l’Atto e a cercare di “scriverlo”. Sulla base di numeri, prospettive, esigenze e vocazioni dei territori.

Ma se ognuno andrà lì a rivendicare qualcosa solo per il proprio territorio, la battaglia sarà persa in partenza.